Ci sono da riassestare i conti ormai saltati dello Stato. Da riavviare una ripresa che porti con sé reddito e occupazione. Da tagliare gli sprechi e i costi abnormi della politica. Combattere l'evasione fiscale. Recuperare la fiducia dei mercati finanziari e restituire così un po' dei risparmi 'bruciati” in Borsa in questi mesi di inettitudine. Gli obiettivi del nuovo Governo Monti (sempre che si raggiunga la fiducia) sono uno più importante dell'altro e non sarebbe il caso di aggiungere altri fardelli al compito del professore.
C'è però almeno un punto che riteniamo nostro dovere segnalare a Monti: non si aggiunga ai troppi governanti italiani che hanno considerato come cenerentole il sistema agroalimentare, il Turismo e la Cultura. Nei programmi per favorire la ripresa del nostro sistema sono certamente indispensabili la banda larga per internet o l'eliminazione dei vincoli posti dagli Ordini professionali, ma non si può non puntare anche su quelle che sono le peculiarità del nostro Paese.
C'è un meccanismo virtuoso da mettere in circolo per valorizzare attività che sono legate alla nostra immagine più forte all'estero (insieme alla moda) e che se ben guidate potrebbero offrire occasioni di lavoro qualificato e remunerativo. Giusto un anno fa l'Unesco tutelava la
Dieta mediterranea, ma dopo le consuete sparate politiche le istituzioni non hanno fatto praticamente nulla per costruire dei progetti credibili capaci di promuovere il sistema Italia anche attraverso questa opportunità. Da Galan alla Brambilla e Romano, abbiamo assistito al
silenzio su questo tema. Prima che i panini di
McDonald's o altre deviazioni alimentari distruggano per sempre il valore aggiunto della nostra cultura alimentare, è indispensabile che si rilanci con decisione l'italian style a tavola, sempre meno seguito in Patria. Ne va, fra l'altro, anche dei conti pubblici visto che l'
obesità (legata strettamente a nuove abitudini alimentari) è ormai un problema serio e costoso. Non dimentichiamo che quasi 4 italiani su 10 sono sovrappeso (o addirittura obesi) e la tendenza è in forte crescita soprattutto fra i giovanissimi.
A fianco di nuovi stili di vita all'insegna di maggiore parsimonia e oculatezza (le risorse si sono ormai ridotte per tutti...) rilanciare la Dieta mediterranea potrebbe essere la via maestra per stare tutti meglio sul piano sanitario e garantire una crescita al settore agricolo, che oggi è penalizzato dal fatto che
frutta e verdura (a partire dai legumi) sono quasi scomparse dai
consumi quotidiani degli italiani. E in compenso aumentano malattie e costi sanitari. Tornando davvero alla Dieta mediterranea daremmo un contributo alla riduzione del deficit pubblico e miglioreremmo la nostra salute, garantendo lavoro e sviluppo. E scusate se è poco anche per un Governo di emergenza che deve rimettere in rotta la nostra barca.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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