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Bufala Campana
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Calano i consumi delle famiglie La tavola è la più colpita

L'Indicatore dei Consumi Confcommercio segnala una situazioni di diffusa criticità che interessa in particolare i consumi di cibo e bevande. E se gli acquisti per beni e servizi per le telecomunicazioni vanno a gonfie vele peggiorano notevolmente quelli per abbigliamento e calzature

04 novembre 2011 | 10:18
Calano i consumi delle famiglie La tavola è la più colpita
Calano i consumi delle famiglie La tavola è la più colpita

Calano i consumi delle famiglie La tavola è la più colpita

L'Indicatore dei Consumi Confcommercio segnala una situazioni di diffusa criticità che interessa in particolare i consumi di cibo e bevande. E se gli acquisti per beni e servizi per le telecomunicazioni vanno a gonfie vele peggiorano notevolmente quelli per abbigliamento e calzature

04 novembre 2011 | 10:18
 

Calano i consumi delle famiglie, e Confcommercio prevede che il trend peggiorerà ancora. In particolare, a settembre, nonostante l'aumento dell'1,1% in termini tendenziali (ossia rispetto a settembre 2010), l'Indicatore dei Consumi Confcommercio (Icc) registra rispetto ad agosto una contrazione dello 0,1%, «evidenziando il probabile esaurimento della fase di recupero dei consumi delle famiglie che aveva raggiunto il picco nei mesi estivi del 2011». Confcommercio spiega che «la buona tenuta dei consumi delle famiglie appare destinata a modificarsi in senso peggiorativo, visto che i consumi reagiscono con inerzia agli impulsi che si generano tanto sul versante occupazionale quanto su quello del sentiment».

Telecomunicazioni a gonfie vele
Dall'indagine, emerge che gli acquisti per beni e servizi per le telecomunicazioni (telefonini, eccetera) vanno a gonfie vele (+11,7% rispetto a settembre 2010) mentre peggiorano notevolmente quelli per abbigliamento e calzature (-3,9%).

«Situazioni di diffusa criticità continuano a interessare anche i consumi alimentari», rileva Confcommercio. In particolare, la dinamica tendenziale dell'Icc di settembre riflette un aumento sia della domanda relativa ai servizi (+2,7%) sia della spesa per i beni (+0,5%). In termini congiunturali, la diminuzione più significativa, in termini congiunturali, ha interessato i beni ed i servizi ricreativi.

Quanto alle previsioni, per il mese di novembre, Confcommercio stima una variazione congiunturale dello 0,1% dell'indice dei prezzi al consumo, dato che porterebbe ad una stabilizzazione del tasso d'inflazione tendenziale sul valore del 3,4% raggiunto in ottobre. Gli aumenti dei prezzi registrati ad ottobre, derivanti anche dall'esplicarsi degli effetti derivanti dall'aumento dell'Iva, hanno determinato una contenuta revisione della stima per il 2011 dal 2,7% al 2,8%.

La tavola la più colpita
Lo stallo dei consumi investe soprattutto gli alimentari. Sono in costante aumento le famiglie italiane che, alle prese con il "caro-vita" e con gli effetti della crisi economica sul portafoglio, sono costrette a risparmiare sugli acquisti al supermercato. Come sostiene anche la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

A settembre l'Indicatore dei consumi (Icc) evidenzia sul fronte cibo e bevande un calo in quantità del 2,2% a livello tendenziale e dello 0,4% rispetto ad agosto. Vuol dire che gli italiani spendono sempre di meno per la tavola, modificando dieta e abitudini alimentari.



Una tendenza confermata anche dai risultati di una recente indagine della Cia sul territorio nazionale secondo cui dall'inizio dell'anno ben il 35% delle famiglie italiane (7,7 milioni) ha dovuto "svuotare" il carrello della spesa, riducendo dosi e quantità acquistate. E i "tagli" alla tavola non hanno riguardano soltanto il superfluo, ma hanno coinvolto anche tutti quei prodotti di prima necessità che sono alla base della dieta mediterranea.

Infatti, il 41,4% degli intervistati ha detto di aver diminuito gli acquisti di frutta e verdura, il 37% quelli di pane e pasta e il 38,5% quelli di carne rossa e pesce. Ma non basta, complice la perdita di potere d'acquisto e la ripresa dell'inflazione il 34% delle famiglie del Belpaese (7,4 milioni) ha dichiarato di optare per prodotti "low-cost" o di qualità inferiore, mentre il 30% (6,6 milioni) ha ammesso di rivolgersi ormai quasi esclusivamente ai discount, ricercando tout-court sconti e promozioni commerciali. Per tutti questi motivi le prospettive restano  assolutamente negative. Senza contare che ora l'aumento dell'Iva dal 20 al 21% rischia di dare il colpo di grazia ai consumi e, quindi, alle famiglie italiane.


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11/11/2011 09:39:00
1) Ma la gente non rinuncia alla tecnologia
Siamo alle solite, neanche con la crisi la gente rinuncia al cellulare nuovo e/o materiale tecnologico all'avanguardia in genere. Ostentare questi oggi è un must, specie fra i giovani. A tavola non è esttamente la stessa cosa, a chi fai vedere cosa mangi in casa? Comunque c'è anche un lato positivo da vedere: dieta più facile da seguire, anzi senza neanche accorgercene.




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