Gli obiettivi sono nobili, quanto scontati: avvicinare i giovani a gusti e prodotti italiani. Se poi a condurre il gioco è il Maestro della Cucina italiana, il Divino
Gualtiero Marchesi, ci potrebbero essere tutte le garanzie perché anche un panino di McDonald's possa diventare ad alto valore aggiunto.
Usiamo però il condizionale, e ci spiace farlo visto che riguarda un amico oltre che un Cuoco a cui tutti devono rispetto, perché - al di là del contenuto dei panini e del dessert - siamo quantomeno sorpresi che chi rappresenta ai massimi livelli la Ristorazione italiana si conceda una caduta di stile come il nobilitare, con il suo nome, un sistema di alimentazione che non ha nulla a che vedere con la nostra tradizione, il nostro stile italiano e la Dieta mediterranea.
è vero che si tratta di una fetta importante del mangiare fuori casa nettamente alternativa alla ristorazione di tipo tradizionale, che almeno in pillole potrebbe avere qualche contaminazione in positivo dall'introduzione di qualche ricetta più interessante dell'hamburger. Allo stesso tempo è però altrettanto vero che la stragrande maggioranza dei giovani e dei clienti abituali di McDonald's nemmeno sa chi sia Gualtiero Marchesi e, alla fine, c'è il sospetto che l'operazione sia solo una grande strategia di marketing per riposizionare la multinazionale americana che è da tempo nel mirino di dietologi e alimentaristi in Europa per un modello alimentare, il fast food, che ha introdotto un modo di mangiare spesso scorretto e che porta con sé il problema del sovrappeso.
Sicuramente Gualtiero Marchesi ha guardato all'operazione con l'occhio di chi cerca di insegnare a tutti come mangiare meglio, ma francamente la sua scelta non ci convince per nulla. E temiamo che nemmeno sappia che McDonald's è stata per anni nella black-list del ministero della Pubblica istruzione italiano proprio per l'errato modello di alimentazione che tanti guasti ha prodotto in questi anni fra i giovani.
Certo Marchesi ha compiuto un'operazione più alta di quella becera e al limite della scorrettezza istituzionale con cui l'ex ministro
Luca Zaia ci aveva messo la faccia per sponsorizzare (da vero '
uomo-sandwich”) i panini di McItaly. Che ora la multinazionale americana ci riprovi con il Maestro dei cuochi, ci sta. Da questo momento in poi però, ed è con amarezza che lo scriviamo, il Divino non può più ritenersi, come giustamente faceva, il massimo rappresentante dei Cuochi e della Cucina italiana. Nessuno gli può togliere l'onore per un grandioso passato che ci ha garantito una schiera di abilissimi suoi ex allievi premiati in tutto il mondo, ma non è più il Re. Un conto è creare stoviglie o piatti e mettergli il suo nome... un altro è nobilitare un'attività di industria alimentare che, con tutto il rispetto possibile, nulla ha a che fare con la Cucina italiana e la promozione intelligente dei prodotti della nostra filiera agroalimentare.
E tutto questo per dei panini che si venderanno solo per 3 settimane... Davvero un peccato. E forse un esempio in più di come la festa della Ristorazione inventata dal ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, in cui il Divino
ha ricevuto la targa più importante, sia stata davvero solo una bufala.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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