Anche il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla (nella foto) sale sul treno in corsa dell'enogastronomia, l'unico mercato col vento in poppa nel raggelato mondo dell'ospitalità italiana. Lo fa con un paio di lustri di ritardo rispetto alla portata del fenomeno, ma almeno sancisce un protocollo d'intesa con il presidente della Fipe-Confcommercio Lino Stoppani per l'introduzione di regole di comportamento per la ristorazione ai fini della valorizzazione dell'intera offerta di soggiorno nel nostro Paese. Appena accomodata in carrozza, il palco della Regione Lombardia al 31° piano del Pirellone, ha dedicato la Giornata mondiale del turismo 2011 all'Arte della Ristorazione protagonista dell'offerta turistica italiana, con l'impeto di chi ha avuto una rivelazione.
Grazie. è comunque qualcosa visto che ben due ministeri in passato non avevano concluso granché: il Mipaaf di Luca Zaia e la sua cabina di regia finanziaria BuonItalia non sono riusciti a far decollare il progetto editoriale che saldasse il nostro agroalimentare di qualità e le ricette dei grandi cuochi alle migliaia di ristoranti italiani all'estero; e il buon Bondi ex ministro della Cultura, pur prodigandosi non ha mantenuto la promessa di un'onorificenza della Repubblica all'ottantenne Gualtiero Marchesi, testimonianza tangibile dell'interesse governativo al valore delle imprese di ristorazione.
Tant'è. Nel salone formigoniano del 'Belvedere”, stracolmo di giornalisti, tv e politici, l'onorevole Brambilla ha ammesso che anche i ristoranti fanno parte del sistema turistico e del marchio Italia ed espresso la volontà di introdurre regole traslate dal Codice mondiale di etica per il turismo, e cioè rispetto delle specificità territoriali, trasparenza correttezza e qualità dei servizi, calorosa accoglienza, professionalità. Da oggi il ristorante con tali requisiti (ma non sono le banali regole d'impresa?), che promuove iniziative di customer satisfaction, con il menu bilingue e munito di mappe e guide del territorio come un ufficio turistico, potrà fregiarsi dell'apposita vetrofania. Mentre è allo studio la classificazione dei locali secondo marchi collettivi, per qualità, accoglienza, tipicità e salutismo.
Forse era il caso di arrivare alla conferenza con un piano già strutturato, piuttosto che con la grandeur delle intenzioni. Dopo il profluvio di marchi, come non ce ne fossero abbastanza, è arrivata una pioggia di targhe. D'oro a Marchesi, d'argento ai Santin, a Nadia Santini e consorte, a Pinchiorri, alle Calandre, a Cracco, Lo Priore, Bottura, Il Sole di Maleo. Chissà Brambilla da chi è stata consigliata. Presumo non dalla Fipe, sodale al Ministero in questo progetto (sic). Lo stesso Stoppani ha raffreddato l'entusiasmo del Ministro rammentando che l'arte della ristorazione non appartiene solo alla cupola, ma a 200mila esercizi che si chiamano trattorie, osterie e pizzerie.
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