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Prima autopsia sul McItaly Non piace il panino di Zaia

Il panino italo-americano sotto i ferri del gastropatologo: «L’aspetto del sandwich non è dei migliori. Il McItaly non è all’altezza di quello che promette. Il gusto italiano non si sente. L’unico ingrediente che si salva è la pancetta valvenostana. Il gioco non vale la candela»

 
26 febbraio 2010 | 15:52

Prima autopsia sul McItaly Non piace il panino di Zaia

Il panino italo-americano sotto i ferri del gastropatologo: «L’aspetto del sandwich non è dei migliori. Il McItaly non è all’altezza di quello che promette. Il gusto italiano non si sente. L’unico ingrediente che si salva è la pancetta valvenostana. Il gioco non vale la candela»

26 febbraio 2010 | 15:52
 

Tra scettici, oppositori e sostenitori, il McItaly, panino all'italiana di McDonald's lanciato da Luca Zaia (nella foto sotto), continua comunque a fare notizia. E mentre il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali lo difende a spada tratta e sta pensando ad alternative "regionali", continuano a crescere gli assaggiatori insoddisfatti dal "falso gusto italiano" del discusso panino. Riportiamo da Sapori del Piemonte blog la prima video-autopsia al prodotto italo-americano.

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Sapori del Piemonte bolg è lieta di presentare il primo esame autoptico su un panino che, come dice la pubblicità, fa parlare italiano al gusto McDonald's. E sia ben chiaro che il nostro approccio è stato fermamente laico, improntato alla più completa autonomia di giudizio e lontano anni luce da posizioni ortodosse pro o contro.

Non è bastato. Ma perché siamo arrivati alla determinazione di mettere il McItaly sul freddo tavolo dell'anatomopatologo? Qui di seguito vi raccontiamo com'è andata.

Quando il ministro Luca 'grease” Zaia annunciò in pompa magna di avere accorsato la benedizione ministeriale con tanto di logo e patrocinio, all'iniziativa puramente di marketing del colosso americano del fast food di farcire suoi panini con spacialità italiane, lo ammettiamo, pensammo che vabbè se un come lui, col pelo e contropelo del leghista celodurista, uno che non aveva guardato in faccia nessuno quando aveva lanciato la campagna brindiamo italiano (e pazienza se poi aveva fatto qualche spot in più per il suo amato Prosecco), aveva deciso per il sì qualcosa di buono doveva pur esserci. E che diavolo! ci eravamo detti, anche tra i lumbard ci saranno persone in gamba. Mica sono tutti come Borghezio! Insomma a monsù Zaia avevamo dato credito.

Lui, d'altra parte, aveva assicurato - e ancora assicura - che McItaly sarebbe stato un bene per l'agroalimentare nostrano, sempre a caccia di nuovi mercati da conquistare, che i sapori itaiani avrebbero contaminato positivamente il gusto omologato e omologante dell'armata dei cheesburger.

D'altronde il gusto italiano nei panini a stelle e strisce c'era già attraverso un accordo pre Zaia, firmato con quelli del Parmigiano Reggiano e con un paio di altri salumi tipici italiani.

Ok. Sdp aveva concesso il beneficio del dubbio senza evitare di ricordare, però, che un altro sapore tipico italiano, quello della pizza, aveva sì conquistato il mondo accreditandosi come il cibo 'fast” più conosciuto e mangiato al mondo, ma era stato stravolto e vessato in ogni parte del luogo, con varianti gastronomiche inimagginabili e, spesso, orripilanti anche agli occhi dei non pizza-puristi.

Ebbene in queste settimane è accaduto di tutto. Reportage tv, inchieste giornalistiche, forum pro e contro, perfino, notizia, un'interrogazione parlamentare di 14 (quattordici) deputati Pd contro Zaia-uomo-sandwich e relativa contromossa del ministro che aveva accusato la sinistra di aver creato un nuovo Kgb del gusto (Kgb).

Ma Zaia, che nel frattempo si è candidato anche alla presidenza delle Regione Veneto e non gli pare vero di aver sollevato un polverone con questa storia del McItaly che insieme a critiche e solidarietà gli porta pure una valanga di popolarità a costo zero, ha fatto di più: ha annunciato che Ministero (il Ministero!) e McDonald's starebbero pensando a varianti regionali del Mcitaly.

E noi una di queste varianti del panino amricoitalico l'abbiamo voluta analizzare con rigore alla Csi (non Crime Scene Investigation, ma Cibo Italiano Sicuro).

Abbiamo subito arruolato un mangiatore seriale di hamburger. L'esperto non ha la faccia di Gil Grissom, l'entomologo che guida la squadra di Las Vegas, e neppure di Horatio Cane, il criminologo esperto di esplosivi che guida il team di Miami.

è piuttosto un professionista cinquantenne, un po' sovrappeso, ma ancora agile e scattante che per lavoro gira molto il mondo e, per questo, frequenta spesso i fast food dei cinque continenti, compresa qualche isoletta sperduta in mezzo all'oceano.

Ebbene a lui - che per motivi a noi ignoti ci ha chiesto l'anonimato - abbiamo chiesto di acquistare un McItaly in uno dei ristoranti McDonald's piemontesi. Ecco cosa ha raccontato a Sdp.

«Mi sono recato al Mc nel pomeriggio del 25 febbraio 2010. Sono entrato e c'era un solo cliente davanti a me. Ho chiesto un Mcitaly da portar via. L'inserviente in due minuti l'ha confezionato. Ho pagato 4,20 euro. Ho portato il panino nel laboratorio dove lavoro ho acceso la telecamera, ho indossato un paio di guanti di lattice, per non contaminare quello che dopo avrei mangiato, e ho aperto la confezione»

Da qui in avanti la descrizione e le sensazioni del nostro esperto diventano personali.

«Subito l'aspetto del sandwich non è dei migliori. Mi aspettavo uno dei panini quadrati e bianchi che ho visto in tv, addentati da Zaia e dall'ad di McDonald's Italia. Invece quello che hanno dato a me è rotondo, sembra un rosetta, è scuro e con puntini neri. Leggo sugli ingredienti che si tratta di pane al grano saraceno 100% italiano. Però mi ricorda quei pani 'neri” che si mangiavano sotto la guerra e di cui mi parlava mia nonna. Mi appresto a eseguire la prima autopsia di un panino transnazionale. Alzo la prima fetta, la 'cupola”, è come se avessi fatto la famosa incisione a 'Y” che i patologi eseguono per aprire un corpo umano. All'interno il pane è inzuppato di umori. Metto da parte la fetta-coperchio e subito mi si presenta la farcitura del McItaly. Inutile girarci attorno, per me non è un bello spettacolo. Ma sono abituato a ben peggio. Ho mangiato in Mc e fast food in remote province cinesi, al centro di convulsi centri urbani russi, o nelle magalopoli tutte cemento e cristallo dei Paesi Arabi. So perfettamente che all'aspetto non proprio gradevole del cibo, a cui siamo, invece, abituati noi italiani, posso corrispondere sapori più che accettabili.

Luca ZaiaQuindi vado avanti. Sposto con cautela grumi di cipolla gelatinosa, anche questa, assicura la confezione, è italiana doc. Sembra una gelatina perché forse l'hanno grigliata troppo. Quindi c'è l'insalata, un'unica fetta, anche un po' appassita. Pazienza. Sotto la tanto decantata pancetta affumicata della Val Venosta. Anche questa è in un'unica fetta. Ora arriva il pezzo forte: l'hamburger di carne, ovviamente  100% italiana. è un disco bruno, troppo bruno. con venature ancora più scure. In fondo la seconda fetta di pane di grano saraceno. La consistenza è gommosa. Lo piego e sembra gomma.

Ricompongo il tutto. mi sfilo i guanti di lattice e mi accingo a divorare il McItaly. Il primo morso è timoroso, il secondo speranzoso, il terzo invaso da dubbi, il quarto un po' deluso, l'ultimo mi dà la certezza. Il McItaly non è all'altezza di quello che promette. Il gusto italiano non si sente. L'unico ingrediente che si salva è la pancetta valvenostana. Il resto è insapore. Inoltre il panino risulta talmente asciutto e difficile da mandar giù che mi bevo due coca di seguito. Insomma il gioco non vale la candela e se penso che con quattro euro e venti mi potevo comprare quattro cheesburger in offerta, oppure due panini col salame dalla signora Maria dell'alimentari sotto casa, mi arrabbio per davvero. Insomma va bene il marketing, va bene aiutare i prodotti tipici, ma per favore il gusto italiano è un'altra cosa».”

Fin qui la cronaca, assolutamente personale, del nostro gastropatologo. Che vuol essere solo quella che è: un punto di vista per dire che forse i prodotti italiani si possono valorizzare in altri modi.

Fonte: Sapori del Piemonte blog


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