Un panino che fa discutere. Il McItaly, il panino all'italiana di McMcDonald's lanciato dal ministro Luca Zaia (nella foto a destra) sta sollevando un polverone. Dopo le critiche nostarne di Ermete Realacci e le pesanti accuse di Matthew Fort, critico gastronomico del Guardian e amante dei sapori e della cucina italiana che ha scritto sulle pagine online del quotidiano britannico Guardian un articolo al vetriolo contro il ministro italiano, è la volta di Slow Food.
Contro 'McItaly”, il panino 'fast and good” distribuito in oltre 400 punti vendita italiani dal colosso americano, il fondatore Carlo Petrini esprimere dubbi e perplessità. E con lui anche il presidente Roberto Burdese (nella foto a sinistra), che ricorda come «Slow food nacque proprio dopo l'apertura di quel McDondal's a piazza di Spagna. Difendiamo un certo tipo di agricoltura, non solo italiana, e per questo giudichiamo pericoloso l'incrocio fra McDonald's e alcuni prodotti che simboleggiano eccellenze del Made in Italy».
Secondo Burdese non c'entra l'ideologia: «Slow food non sogna un mondo senza McDonald's, ma invitiamo a riflettere sul fatto che mentre il colosso americano ha chiuso il 2009 con bilanci straordinariamente ricchi e sani in tutto il mondo l'agricoltura vive la sua crisi più grande con arance pagare 6 centesimi al chilo e il latte 27 centesimi al litro. I prodotti vengono pagati ai minimi di sempre». Ecco perché, per Burdese, questo 'incrocio pericoloso” non è avvenuto per caso. «Un'agricoltura sana non avrebbe avuto bisogno di rivolgersi a McDonald's per vendere i propri prodotti. Il problema che poniamo è che si rispetti la qualità. Chi dà la garanzia che si produce un panino di eccellenza? A cosa serva questa operazione? Se serve a svuotare i magazzini pieni delle industrie alimentari si sta solo dando un minimo di ossigeno e liquidità al sistema, ma per farlo si svende l'immagine del Made in Italy e si compromette un patrimonio faticosamente costruito nel corso degli anni».
«Negli Usa - fa poi notare Burdese - i fast food sono messi sotto accusa per aver minato la salute, qui li scegliamo come unico interlocutore. Io però sono un inguaribile ottimista e credo che questo rappresenterà uno shock culturale che alla fine porterà a una maggiore consapevolezza fra la gente e nel medio periodo produrrà un effetto contrario a quello che ci si aspetta. Ma perché questo accada bisogna denunciare e dire che l'operazione con McDonald's non è una buona notizia. Piuttosto invece di consumare prodotti che vengono dall'estero dovremmo essere tutti sostenitori del made in Italy ogni giorno e non affidarci a un 'Piano Marshall' targato McDonald's che mi preoccupa e mi intristisce». Respinte infine dal presidente di Slow Food le insinuazioni di 'posizioni politiche”. «Non è un dibattito politico o snobistico. Molti dei nostri soci sono elettori di centrodestra e tanti al nord votano per la Lega. Storicamente poi i gastronomi sono liberali e conservatori. Ecco perché forse saranno più turbati a destra che non a sinistra, dove peraltro non mi pare si siano alzate molte voci di protesta».
Dal canto suo Zaia cerca di difendere il panino come può. E in onda a La telefonata, la rubrica di Maurizio Belpietro in onda all'interno di Mattino Cinque, su Canale 5, dichiara: «Guardi che il panino McItaly ci permette di vendere in un mese mille tonnellate di prodotto agricolo italiano certificato e di qualità e per un controvalore di tre milioni e mezzo di euro. L'agricoltura italiana per una volta guadagna, cioè riesce a vendere dei suoi prodotti, ma soprattutto questo panino verrà distribuito nelle sedi McDonald di Parigi, piuttosto che di Pechino o New York. Questa io la considero una buona operazione. Non solo perché è una mia idea, ma perché permette che la mia multinazionale, cioè quella dei contadini, faccia una rivolta identitaria all'interno di una multinazionale che le e' sempre stata contro».
Alla domanda di Belpietro su chi garantisce che saranno usati proprio ingredienti italiani, e non sia solo un'operazione di marketing, Zaia ribatte: «McItaly è fatto con formaggio Asiago Dop, e quindi certificato dal Consorzio di tutela, con Parmigiano Reggiano Dop, la lattuga, la carne al cento per cento tracciata, il pane col nostro olio extravergine d'oliva, la cipolla di Tropea, e queste non sono chiacchiere, è la realtà».
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