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Anche i calciatori scioperano... mentre i cuochi non sono uniti

Nonostante sia uno dei lavori con stipendi da capogiro anche i calciatori hanno un sindacato e decidono di scioperare. Invece i cuochi italiani, soprattutto all'estero, non riescono a unirsi in un confronto “totale” per affrontare insieme la crisi del settore e stanno sparsi in diverse associazioni

di Emanuele Esposito
 
28 agosto 2011 | 15:03

Anche i calciatori scioperano... mentre i cuochi non sono uniti

Nonostante sia uno dei lavori con stipendi da capogiro anche i calciatori hanno un sindacato e decidono di scioperare. Invece i cuochi italiani, soprattutto all'estero, non riescono a unirsi in un confronto “totale” per affrontare insieme la crisi del settore e stanno sparsi in diverse associazioni

di Emanuele Esposito
28 agosto 2011 | 15:03
 

Incredibile ma vero, un calciatore quanto guadagna, 1 milione di euro all'anno? Poi mettiamoci i premi partita, sponsor, serate ed altro, certo non tutti sono famosi, e guadagnano bene, ma anche quelli delle serie minori non è che non hanno soldi per comprarsi un pezzo di pane.

Ho ricevuto nei giorni scorsi delle critiche da parte di alcuni colleghi sulle mie posizioni, tengo a precisare che io non voglio creare nessuna nuova associazione e ne tanto meno un sindacato, lasciatemi dire una cosa, i calciatori hanno il loro sindacato, e questo io credo che sia democrazia, poi sia giusto o sbagliato scioperare è tutta un'atra cosa.



La categoria di cui degnamente faccio parte, i cuochi appunto, hanno bisogno, secondo il mio modesto avviso, e scusatemi se mi permetto di avere un'opinione, visto che sono ancora un cittadino italiano e pago le tasse in Italia e quindi sono tutelato da una legge che si chiama libertà di pensiero, non sapevo che lavorare all'estero, per un italiano onesto fosse considerato uno di serie B, i cuochi italiani oggi più che mai hanno bisogno di unità, unità che non vuol dire sindacato e una nuova associazione ma di un gruppo che raggruppa tutte le associazioni già esistenti: una sola voce ottiene di più, al mio paese si dice una noce nel sacco non fa rumore.

Le critiche sono ben accettate se fatte con senso e che portino a cose buone, basta fare sempre i disfattisti, diciamo le cose con serietà e sincerità, in Italia come nel resto del mondo, la nostra categoria non viene considerata da nessuno, eccetto i grandi nomi, noi tutti leggiamo annunci aberranti e li critichiamo, ci sono forum che ne parlano da mesi e poi cosa facciamo quando un persona cerca di regolare questi problemi, lo critichiamo perché lo si crede uno che soffre di protagonismo, ma va, non ho questa malattia, per fortuna e prego Dio che mi faccia sempre rimanere quello che sono. E chi sono? Uno che rispetta le persone e i colleghi e sono pronto a tutto affinché la mia categoria venga dato un peso sociale, ma sopratutto rispetto che merita, finiamola di fare i finti tonti.

Su cento cuochi che stanno bene, che hanno raggiunto il vertice della scala gerarchica, un buon stipendio, ce ne sono altri mille che vengono sfruttati, sottopagati, con la scusa della gavetta, lo fatta anch'io la gavetta ma erano altri tempi, certamente non ero sottopagato ho imparato tanto, a rispettare i ruoli e i colleghi, il punto che oggi la scuola non forma dei cuochi ma dei montati, ancora oggi quando io rivedo i miei maestri gli do del lei, oggi questi ragazzini non sanno nemmeno come rivolgersi al loro capo di cucina o al loro professore, il problema e' la base, la formazione professionale che manca.

Evitate se potete di fare critiche alle persone ma se veramente avete a cuore quest'arte antica allora discutiamo dei problemi e non dei protagonismi, io non faccio battaglie per mettermi in mostra e solo Dio sa quante volte mi sono tirato indietro pur di non apparire!


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