Un altro marchio di garanzia (inutile) dei prodotti alimentari tipici italiani e della qualità dei ristoranti italiani all'estero. Dopo l'ultima proposta di istituzione della targa 'Ottimo”, che portava la firma dell'on. Antonio Razzi del gruppo dei Responsabili, che aveva trovato il consenso dell'ex ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, un altro progetto è stato presentato in questi giorni nelle sedi del Governo. Come se già non fossero in atto importanti e serie iniziative volte alla valorizzazione e promozione del Made in Italy nel mondo. Una su tutte, il Marchio di qualità 'Rim” (Ristoranti italiani nel mondo) di Isnart e Unioncamere, lanciato circa un anno fa con la collaborazione attiva di diversi Ministeri.
La nuova proposta di legge è stata presentata in identico testo alla Camera e al Senato da due parlamentari del Pdl eletti nella circoscrizione estera, il deputato Guglielmo Picchi (nella foto a destra) e il senatore Raffaele Fantetti (nella foto a sinistra). 'Disposizioni per la tutela e la promozione della ristorazione regionale italiana nel mondo” è il titolo dell'iniziativa legislativa che a palazzo Madama ha già visto le prime battute in commissione Industria (il disegno di legge integrale è scaricabile dal link a fondo pagina).
Con la nuova norma vengono istituiti i marchi di qualità 'Ristorante italiano nel mondo”, 'Pizzeria italiana nel mondo” e 'Gelateria italiana nel mondo”, titoli che dovranno essere riconosciuti da un apposito comitato ministeriale per la tutela e la promozione della ristorazione sul nostro pianeta. Sarà composto dai rappresentanti di categoria e garantito da ben tre dicasteri: degli Esteri, delle Politiche agricole e dei Beni culturali.
«L'enogastronomia italiana - sottolinea Guglielmo Picchi - rappresenta una tradizione culinaria famosa per ricchezza, varietà e qualità. Intorno a questa cultura è nata una vera e propria rete internazionale di ristorazione che ha puntato sulla dieta mediterranea, sulla semplicità del gusto e sul prodotto italiano intrinsecamente dietetico. Purtroppo negli ultimi anni questa catena è stata inquinata da esercizi che spacciano il marchio italiano senza rispettare la qualità del Made in Italy».
Di qui l'idea di tutelare i consumatori che in terra straniera amano la cucina 'nostrana” e non si fidano delle imitazioni. Il progetto di legge stabilisce all'art. 1 un principio quasi costituzionale: «La Repubblica promuove la diffusione e la valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche, dello stile alimentare e delle produzioni agroalimentari avvalendosi della rete di esercizi italiani all'estero». Il riconoscimento del marchio pubblico 'tricolore” viene conferito solo ai locali che impiegano in modo prevalente ricette e prodotti italiani ufficialmente riconosciuti dall'Unione europea.
Picchi e Fantetti assicurano che la proposta è aperta all'apporto dei parlamentari di tutti i gruppi, anche di opposizione, visto che si tratta di promuovere in modo bipartisan il marchio Italia. Nelle prossime settimane la commissione del Senato sentirà le categorie interessate.
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