No, così proprio non va bene. Lo abbiamo detto da subito: l'iniziativa dell'uscente ministro delle Politiche agricole di istituire l'ennesima
targa-patacca per valorizzare i ristoranti italiani all'estero non sta né in cielo né in terra. è una stupidità colossale che fa il paio solo con l'arroganza con cui l'accoppiata Galan-Razzi (il Ministro e il deputato dei trasformisti 'Responsabili” che si è preso il merito di quest'imbroglio...) sono rimasti finora in silenzio di fronte al coro di contestazioni salito dalle istituzioni, dalla stampa e, soprattutto, dagli addetti ai lavori. A partire dai ristoratori italiani nel mondo, che non sono stati nemmeno consultati o informati...
Siamo di fronte a una colossale presa in giro sia di quanto con serietà si sta già tentando di fare per valorizzare la ristorazione italiana all'estero (la certificazione di qualità di Unioncamere e Isnart che è sostenuta da ben 5 Ministeri, fra cui quello di Galan...), sia di un'opinione pubblica a cui si vuole far credere che sia davvero possibile promuove il Made in Italy a tavola solo con un targhetta, assegnata ai soliti amici degli amici in assenza di qualunque controllo o rispetto di regole concordate.
Quel che fa più male è che questo avviene proprio mentre la poltrona del ministero delle Politiche agricole dovrebbe passare da Galan (forse è questione di pochi giorni, guerra con la Libia permettendo) all'on. Saverio Romano, il gran capo dei 'Responsabili”. Se queste sono le premesse non c'è proprio da stare allegri e in molti dovranno convincersi che forse l'ex ministero dell'Agricoltura serve solo a fare propaganda, ma pochi fatti.
Per concludere vogliamo solo ricordare che l'iniziativa di Galan e Razzi non sembra coperta da alcun finanziamento, né presso la segreteria c'è traccia di questo annunciato decreto che nero su bianco nessuno ha ancora visto. Che si sia trattato solo di uno scherzo o di uno di quegli annunci-civetta che piacciono ai politici? Se così fosse potremmo perdonare a Galan una scivolata di stile che ci ha fatto però perdere per l'ennesima volta la faccia a livello internazionale.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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