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Ristoranti, la targa dell'on Razzi non sarà utile al Made in Italy

Lettera aperta del cuoco Emanuele Esposito che torna a contestare l'istituzione di un riconoscimento patacca che il parlamentare dei Responsbaili userebbe strumentale solo in chiave preeletorale annullando gli sforzi di quanto sta facendo con rigore l'Unionecamere con 5 Ministeri sullo stesso tema

27 marzo 2011 | 09:36
Ristoranti, la targa dell'on Razzi non sarà utile al Made in Italy
Ristoranti, la targa dell'on Razzi non sarà utile al Made in Italy

Ristoranti, la targa dell'on Razzi non sarà utile al Made in Italy

Lettera aperta del cuoco Emanuele Esposito che torna a contestare l'istituzione di un riconoscimento patacca che il parlamentare dei Responsbaili userebbe strumentale solo in chiave preeletorale annullando gli sforzi di quanto sta facendo con rigore l'Unionecamere con 5 Ministeri sullo stesso tema

27 marzo 2011 | 09:36
 

Non si placa la polemica sull'iniziativa del ministero delle Politiche agricole e dell'on. Antonio Razzi (Responsabili) di istituire un'ennesima patacca (la targa Ottimo per distinguire i ristoranti italiani all'estero che ne fanno richiesta) spacciata come tutela e promozione dei prodotti alimentari Made in Italy. Il cuoco Emanuele Esposito (uno dei più noti fra i nostri connazionali che lavorano all'estero) replica con una nuova lettera aperta all'on. Razzi che ha ribadito la volontà di andare avanti col suo progetto grazie anche al fatto che nuovo ministro delle Politiche agricole è Savero Romano, il gran capo dei trasformisti Responsabili.
Di seguito l'ultimo intervento di Emanuale Esposito che 'Italia  a Tavola” condivide e fa suo.


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Non faccio polemica sulla Targa 'Ottimo” del ministero delle Politiche agricole, anche se non riesco a capire come mai, prima si fa un decreto e poi si dice di voler istituire una commissione…, ma lasciamo che sia il tempo a giudicare.
La mia polemica è sul fatto che di targa per valorizzare la ristorazione italiana all'estero, certificandone la qualità, c'e ne già una della Unioncamere e con la partecipazione di ben 5 Ministeri.
Il mio dubbio è di capire se per il Mipaf questa targa sarà quella ufficiale.
Come dire che quella organizzata da Unioncamere e i Ministeri (fra cui Mipaf) è fasulla?
Io sono abituato a dire le cose in obbietività e onestà e non è detto che io debba per forza accodarmi al coro delle voci sensa senso. Sono stato minacciato per aver posto dei dubbi e sinceramente delle minaccie me ne frego altamente.
Mi ripeto: la nuova targa cosi presentata dal Mipaf rischia di apparire solo uno slogan pre elettorale per accappararsi qualche voto tra la categoria degli italiani all'estero.
Non ho dubbi sul fatto che la categoria dei ristoratori ha bisogno di una riorganizzazione e certamente di una valorizzazione seria e mirata, ma con questo decreto si crea solo confusione e si danneggia ancor più il settore.
Non c'è una vera strategia di mercato, diciamocelo francamente. Il ministero Politiche agricole ha cambiato in questo Governo tre ministri, a parte l'ultimo che è arrivato qualche giorno fa, i primi due non hanno fatto nulla per la valorizzazione della ristorazione italiana nel mondo. Hanno speso soldi per piccole  manifestazioni, addirittura Zaia organizzò un evento Italy in tour, che non è mai partito, fondi stanziati ed erogati. Galan disse che chiudeva BuonItalia, ma si è limitato solamante a far fuori Walter Bunello uomo di fiducia di Zaia, per il resto solo noia e proclami.
Vogliamo essere seri o giocare con le parole? Sappiamo benissimo quanti soldi perde ogni anno il made in Italy, e quali sono le misure in atto. Il decreto per la targa 'Ottimo” non credo che possa essere utile contro il fenomeno contraffazione. Vogliamo ridurre il rischio 'copy made in Italy” ? Allora dobbiamo partire dal basso:
      Interveniamo sui dazi doganali per i prodotti no EU
      Creiamo stutture agrarie per i giovani; L'italia è piena di terreni abbandonati, non solo creiamo posti di lavoro ma opportunità di abbassare i prezzi del mercato interno ed estero, dobbiamo valorizzare la nostra terra.
      Facciamo accordi commerciali con Paesi emergenti.
      Creiamo una sorta di negozio 'ItalianS” all'interno di tutte le strutture ricettive italiane all'estero e (perchè no ?) anche all'interno di ambasciate.
      Eliminiamo gli ICE e diamo maggiori resposabilità agli uffici commerciali delle nostre Ambasciate. è ridicolo avere due uffici che fanno la stessa cosa: oltre al danno economico la beffa.
      Potenziamo BuonItalia, facendone un grande consorzio di promozione, unico e solo dove saranno presenti tutte le associzioni di categoria e consorzi. è uno spreco avere mille manifestazioni ognuno per se. Cosi facendo si eliminerebbero anche gli uffici promozionali regionali, un altro spreco.
      Creiamo strutture scolastiche di cucina insieme ad altri Paesi.

Come vede onorevole Razzi, la valorizzazione del made in Italy non è limitata solo a una targa di riconoscimento, che come lei ben sa non porterebbe nessun vantaggio economico, ma soltanto un po' pubblicità per i ristoranti. Vogliamo seriamente aprire un dibattito e fare le cose con serietà ? Allora lei dovrebbe organizzare un tavolo con tutte le associazioni e Ministeri per fare un piano per la valorizzazione.
Poi lei è libero di fare la sua targa ufficiale ma non sarà una targa che valorizza il made in Italy o riduce la contraffazione. E infine, mi scusi per la franchezza,  ma che vantaggi avrebbe un ristoratore che ottiene la targa ? Lui e i sui clienti sanno già che il ristorante 'da Peppe”, è un ristornate Italiano. Bisogna intervenire alla fonte e non sul cliente finale.

Emanuele Esposito
GENERAL MANAGER
IL VILLAGGIO RESTAURANTS & LOUNGES®
Al Andalus Street, P. O. Box 9033 , Jeddah 21413 , Kingdom of Saudi Arabia
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© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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01/04/2011 09:43:00
2) Prima di assegnare targhe fate delle indagini approfondite...
Vengo da una esperienza in Brasile della quale vorrei far partecipe i lettori di questo sito. Sono stato contattato da un certo sig. Roberto Yardim il quale mi aveva proposto delle serate gastronomiche in Brasile in nome della cucina italiana e soprattutto per uno scambio culturale con realtà brasiliane. Dopo averci promesso di proporre la cucina italiana in posti, detti da lui, prestigiosi, andiamo in Brasile e a nostra insaputa ci propone di fare due serate in un "ristorante" considerato dalla stampa brasiliana come il miglior ristorante di cucina italiana in Brasile. Questo ristorante fa parte della associazione Qualità e Ospitalità ecc. ecc. chiamato "Dona Carmela" in San Paolo e si fregia della targa della suddetta associazione. Vi mando virgolettato perché già spedito alla mia associazione JRE per conoscenza la mia esperienza che risale a tre giorni fa.

«Carissimi Amici e Soci, ho bisogno di esternare un profondo disagio e malessere che mi sono successi in questi giorni e ho deciso di condividerli con voi perché con alcuni di voi siamo cresciuti professionalmente insieme e per altri rappresentiamo una guida. Un certo signor ROBERTO JARDIM, sta contattando vari chef stellati, ma soprattutto soci JRE per organizzare serate gastronomiche in Brasile in occasione, dice lui, dell'anno di cultura Italiana in Brasile, per cui vorrei raccontarvi la nostra esperienza da dimenticare e per mettervi in guardia da questo personaggio a dir tanto poco serio. Il 27 marzo si parte per San Paolo, dove ci aveva promesso di fare due serate in un famoso ristorante italiano, considerato dalla stampa brasiliana come 'Il miglior ristorante di cucina italiana in Brasile” un tale 'Dona Carmela”, ma ahinoi, la musica non cambiava, anzi... Già dinanzi all'ingresso la sensazione che abbiamo comincia a concretizzarsi non appena entriamo, definirla bettola è un complimento! Il culmine della sopportazione finisce quando ci portano a vedere la cucina, lurida, piena di grasso, vecchia, infuocata, allagata, con tanta e tale sporcizia che non puoi toccare o avvicinarti a qualsiasi attrezzatura, secondo le nostre norme igieniche da chiudere a vita... e usare altri aggettivi per continuare a descrivere questa situazione, anche i più dispregiativi sarebbero a confronto dei complimenti. Gli addetti in cucina sembravano degli spazzacamini, sudati, sporchi, di divisa neanche a parlarne, ho avuto l'impressione che fossero 'schiavizzati”, non si spiega come si fa a lavorare in un ambiente simile. Ho osservato i piatti che uscivano in sala e a questo punto, per la prima volta nella mia vita, mi sono vergognato di essere Italiano e di essere stato chiamato lì a presentare la cucina italiana. Nel manifestare tutto il nostro disappunto per esserci trovati in questa situazione, il suddetto personaggio, non ha chiesto scusa, ma ci ha offerto oltre alle giornate di vacanze promesse anche dei soldi in più se fossimo rimasti e portato a termine la manifestazione. ma noi abbiamo rifiutato; personaggio evidentemente senza scrupoli che millanta conoscenze varie solo per fare i suoi interessi. Abbiamo preso le valigie, siamo andati in hotel per riposare qualche ora e alle 5 di mattina siamo letteralmente scappati via a prendere il primo aereo che ci portasse in Italia, rimettendoci anche i soldi del biglietto. Il consiglio che posso dare è di stare attenti a questo tipo e fare un vero e proprio contratto prima di partire, pretendendo un anticipo sul compenso se non addirittura il saldo. Con questo mi auguro che gli altri che parteciperanno a queste manifestazioni saranno più fortunati di noi, ma avevo il dovere di avvertirvi».

In bocca al lupo a tutti e scusate la prolissità! Ho bisogno di capire come vengono date queste targhe e per quali meriti, sicuramente questo posto non è mai stato visitato da qualcuno che che abbia fatto le sue valutazioni e abbia visitato la cucina, io a questo punto consiglio, prima di dare un targa così prestigiosa, ma così impegnativa, di inviare una commissione a fare un sopralluogo alle cucine, a esaminare le materie prime (ingredienti, che di italiano non hanno niente) e al personale della cucina, non è possibile che nel mondo vengano pubblicizzate realtà del genere, sono a disposizione per qualsiasi chiarimento, visto che sono appena ritornato da una pessima esperienza.


31/03/2011 10:40:00
1) L'Accademia italiana della Cucina giudica da decenni i ristoranti all'estero
Commissioni, ministeri, onorevoli ecc. E tutti questi burocrati, che non sanno nemmeno cosa fa il loro collega, vorrebbero giudicare un ristorante? In base a che cosa? Alle raccomandazioni degli amici degli amici? L'Accademia italiana della Cucina da decenni giudica con le Delegazioni all'estero i ristoranti con cucina italiana. Ma sono sicuro che i suddetti burocrati non hanno mai dato un occhiata alla "Guida dei ristoranti dell'Accademia". E se cambia il cuoco? La patacca verrà smontata?




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