Siamo di fronte ad un nuovo scenario che riguarda TripAdvisor. A confermare l’assurdità del funzionamento del portale americano questa volta è un ristoratore che, stanco delle numerose false recensioni sul suo locale, ha pensato a un metodo per uscirne e lo ha messo in pratica: fingere la chiusura del suo locale. Dopo avere letto con molta attenzione il regolamento di TripAdvisor, riservato ai titolari dei locali, Antonio Carbone, proprietario del ristorante Puerto Escondido di Tricase (Le), è riuscito a trovare il modo per interrompere la pubblicazione delle recensioni sul profilo del suo ristorante; sul sito di TripAdvisor il locale risulta chiuso.
Di fatto i proprietari di ristoranti e alberghi non possono scegliere se restare su TripAdvisor o meno; in molti casi i profili dei locali vengono creati in automatico e l’unico diritto dei proprietari è quello di registrarsi come amministratori, in modo da rispondere alle recensioni e inserire eventuali immagini. Resta il fatto che molte recensioni pubblicate sono false e nonostante le segnalazioni da parte di ristoratori e albergatori, TripAdvisor nel tempo ha dimostrato di non effettuare nessun controllo che li tuteli.
Non solo, il portale non controlla nemmeno se un locale esista realmente, come nel caso dell'hotel a Chiavari, o se sia ancora in attività. Senza contare le mail ricevute da molti ristoratori, nelle quali vengono proposti pacchetti di recensioni a pagamento; trattasi di società di ottimizzazione che dicono di lavorare per conto di TripAdvisor. Insomma il sistema fa acqua da tutte le parti ed è assurdo che per mettere fine a questo meccanismo un imprenditore debba fingere la chiusura del suo locale.
Quello utilizzato da Carbone è un metodo che di certo suscita qualche perplessità. Il fatto che il ristorante Puerto Escondido risulti chiuso su TripAdvisor in alcuni casi potrebbe portare i clienti di passaggio a cercare un’altra destinazione. Resta il fatto che se come in questo caso un ristoratore è disposto ad agire anche discapito del proprio interesse commerciale pur di uscire da TripAdvisor, allora come sostiene da anni Italia a Tavola la questione è davvero seria ed è necessario prendere dei provvedimenti definitivi a riguardo. A questo scopo è nata la campagna #NoTripAdvisor contro l’anonimato e le false recensioni sul web (per aderire basta CLICCARE QUI e compilare il form; invia poi foto e video all’indirizzo notripadvisor@italiaatavola.net per testimoniare la tua presa di posizione).
«Il mio locale è aperto da 27 anni», ha detto Antonio Carbone. «Ho aderito a TripAdvisor per la visibilità che avrebbe potuto dare al mio ristorante, ma poi ho iniziato a notare che c'era qualcosa che non andava, e che venivano pubblicate sempre più recensioni false. Inoltre spesso ho ricevuto delle mail in cui mi veniva proposto di comprare dei pacchetti di recensioni positive. Stanco di questa situazione mi sono preoccupato di trovare il modo per cancellare il mio profilo. L'unica strada che potevo percorrere era fare risultare chiuso il ristorante. Ho comunicato la chiusura dell'attività e dopo sei mesi è stata confermata sul web».
La speranza è che il settore venga regolamentato in modo che gli imprenditori coinvolti possano ottenere giustizia sul piano legale. Nel frattempo si attende il convegno “Il ristorante 2.0. Prenotazioni e recensioni online” in cui i vertici di Confcommercio e Fipe affronteranno insieme ai dirigenti di TripAdvisor il tema dei rapporti fra ristorazione, Internet e recensioni online.