Le sfide sono davvero impegnative, ma fondamentali per dare forza e reale dignità ad un comparto strategico come quello della
Cucina.
La prima è certamente quella di
restituire valore alla professione del cuoco, che si costruisce sul rigore, la qualità e la ricerca costante, requisiti che non appartengono soltanto alle figure di eccellenza premiate dalle guide o celebrate dalla stampa, ma sono caratteristiche condivise.
C’è poi da rafforzare il ruolo di cerniera e
mediazione fra la filiera agroalimentare e i consumatori da sempre svolto dalle berrette bianche, sia come promotori dei prodotti sia, soprattutto, come garanti di genuinità e salute.
Ultimo punto, ma non certo per importanza, è quello di favorire l’
aggiornamento costante dei professionisti, siano essi dipendenti, patron o consulenti, rispetto ad aspetti oggi non certo marginali come la comunicazione esterna e l’informazione da fornire ai clienti, l’attenzione rispetto a crescenti situazioni di disagio come intolleranze o allergie, l’utilizzo delle più efficaci attrezzature di cottura, conservazione e gestione.
È solo vincendo queste sfide che i professionisti della Cucina potranno ottenere un giusto riconoscimento del ruolo svolto per la
promozione dello stile italiano a tavola e al tempo stesso affrontare con più serenità un mercato oggi sempre più compresso fra la crescente presenza di catene di fast food o ristoranti in franchising, da un lato, e la polarizzazione dell’attenzione dei media verso i soliti nomi, dall’altro. E questo senza dimenticare che uno status più “forte” dei cuochi che lavorano in Italia non potrà che rafforzare quello dei colleghi che lavorano all’estero, punta di diamante di un sistema che spesso non è capace di valorizzare tutti.
A guidare questo processo non può che essere la
Fic, Federazione italiana cuochi, che in questi giorni celebra a Firenze il suo primo
congresso di rinascita dopo anni in cui la sua attività si era un po’ appannata. A guidare il
rilancio dell’unica realtà associativa riconosciuta dalle istituzioni è la nuova squadra di dirigenti che si è raccolta attorno al presidente Rocco Pozzulo, che non casualmente ha scelto una sede come la
Leopolda che per l’opinione pubblica è il luogo dove è partita con Matteo Renzi una delle iniziative di cambiamento della politica italiana.
In proposito ci sia permesso ricordare che Firenze è fra l’altro la città scelta da Italia a Tavola come sede dei suoi
eventi più importanti per promuovere, oltre ai Cuochi, tutti i professionisti legati al mondo della Cucina. E proprio in questa prospettiva, ci piace sottolineare come il
congresso della Fic quest’anno si presenta con una significativa “apertura” verso altri soggetti “vicini” ai Cuochi (a partire da
sommelier e
produttori), quasi a voler rimarcare il legame che c’è fra tutti coloro che si occupano di cibo, di eccellenze alimentari e di territorio. Una modalità vincente che non potrà che contribuire a raggiungere l’obiettivo di fare diventare sul serio i Cuochi protagonisti e ambasciatori di tutta la filiera alimentare.