Che TripAdvisor, soprattutto in Italia, viva di bugie lo affermiamo da tempo. Da anni segnaliamo
commenti fasulli che marchiano in maniera vergognosa albergatori e o ristoratori che inutilmente hanno dimostrato che il servizio o il menu screditato nell’anonimato non esiste nei loro locali. E ugualmente da sempre abbiamo invitato il portale a bloccare gli accessi alle società che “vendono” pacchetti di
recensioni positive e a dare la certezza che a un commento corrisponda un reale consumo.
TripAdvisor (a cui pure abbiamo per correttezza offerto a marzo la tribuna del nostro evento annuale di
Firenze per chiarire la sua posizione) ha però sempre risposto picche, ribadendo l’efficienza dei suoi “
controlli”. Su queste basi non possiamo che prendere atto con soddisfazione della decisione dell’
Antitrust che ha sanzionato la società (accertata scorrettezza della pratica commerciale), in linea con quanto fatto da tempo dalle analoghe autorità inglesi o francesi. Di fronte alle informazioni ingannevoli finora dimostrate, che costituiscono concorrenza sleale e turbativa del mercato, 500mila euro di sanzioni sembrano anzi fin troppo basse.
Non vogliamo adombrare l’oscuramento del sito, ma - stando a quanto accertato dall’autorità di garanzia - c’è da aspettarsi che se TripAdvisor non troverà modo entro 90 giorni di dare “garanzie” sulla correttezza delle recensioni, ci potranno essere interventi più pesanti. Il problema vero è che, per inseguire l’obiettivo del numero dei commenti (che di per sé vengono spacciati come elemento di autorefenzialità), TripAdvisor se ne infischia nei fatti di accertare le fonti delle recensioni, aprendo la strada a truffatori, ricattatori e delinquenti di ogni tipo. Una situazione che non è più sopportabile vista anche l’importanza e il ruolo di questo strumento.
La stessa società ne è ben consapevole, al punto che in Toscana sta sperimentando una collaborazione con
Fipe-Confcommercio per dare una corsia preferenziale alle segnalazioni e alle correzioni richieste dagli operatori dell’Horeca coinvolti in recensioni tarocche. Questo toscano è un test importante, che si presenta però sempre come un intervento fatto a valle, che tende cioè a correggere i problemi causati dalla mancanza di filtri e controlli accurati a monte. Per questo ribadiamo la proposta di pubblicare un commento solo in presenza della foto di
ricevuta o fattura del servizio avuto.
Sull’anonimato, difeso come un diritto solo da chi non sa cosa significa assumersi delle responsabilità, possiamo anche transigere, ma non sulla mancata dimostrazione di essere stati effettivamente in un locale in una certa data. Il resto sono solo bugie. Come quella, francamente penosa, di TripAdvisor che parla di una sanzione dell’Antitrust che coprirebbe solo gli interessi degli albergatori, tanto che a suo dire, nessun cliente avrebbe fatto denuncia per recensioni tarocche. Peccato che l’Antitrust si è mossa anche su richiesta di Federalberghi, ma soprattutto su quella dell'Unione nazionale consumatori e sulla base delle denunce della stampa, fra cui Italia a Tavola, che non è certo seconda a nessuno…