Ci voleva l’avvio del periodo di presidenza greco della Ue perché la questione “alimenti” uscisse dall’ambito delle lamentazioni, o al più dei buoni propositi, con cui l’Italia caratterizza la sua partecipazione alle decisione europee sul cibo. Nemmeno l’ormai imminente Expo 2015 è riuscito a fare diventare centrale per il Governo una politica seria di sviluppo basata “anche” sulla filiera agroalimentare e il turismo. E non prendiamo la scusa che la pur attivissima ministra Nunzia De Girolamo è attualmente sotto tiro per un suo passato da ras per il centro destra nel Beneventano.
Su un tema per l’Italia assolutamente centrale come il sistema delle
etichette a semaforo introdotte in Gran Bretagna (un codice verde, giallo o rosso con cui Londra vorrebbe classificare gli alimenti come più o meno salutari, in base ai contenuti di grassi, sale e zucchero per 100 grammi di prodotto), abbiamo dovuto aspettare che fosse la
Grecia a porre con forza la questione di uno stop sul tavolo comunitario. Quasi che la cosa non riguardasse l’
Italia, Paese col più alto numero di prodotti Dop e Igp in Europa, quasi tutti destinati ad essere boicottati se passasse il demenziale sistema britannico che di fatto tende solo a scoraggiare l’acquisto di alimenti non locali.
Le etichette a semaforo, che non hanno alcuna valenza scientifica, ma corrispondono solo ad esigenze di protezionismo interno, rappresentano un vero e proprio attentato ai principi base dell’Unione europea, ma nonostante le contestazioni da tempo fatte in Italia e in molti altri Paesi (“
Italia a Tavola” è stata fra i primi a sollevare il caso), in sede comunitaria non ci sono state finora iniziative concrete per bloccarle. C’è solo da sperare che il Paese oggi economicamente e politicamente più debole della Ue riesca a fermare la Gran Bretagna nel suo semestre di presidenza.
Dopo Atene toccherà a Roma, a luglio, assumere la presidenza, ma, vista l’assenza di iniziative concrete finora dimostrate in materia dall’Italia, c’è da temere che se la Grecia dovesse fallire nell’impresa, le etichette a semaforo prenderanno il via, col rischio di imitazioni internazionali e danni gravissimi per le nostre esportazioni. Letta e De Girolamo sono avvertiti: o danno un mano ai greci subito, o è meglio che cedano il posto ad altri.