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Fanno più male qualche ricevuta in meno o gli sprechi della casta?

di Alberto Lupini
direttore
 
17 luglio 2012 | 16:33

Fanno più male qualche ricevuta in meno o gli sprechi della casta?

di Alberto Lupini
direttore
17 luglio 2012 | 16:33
 

Che a Milano molti locali, complice anche la crisi, preferiscano rischiare la multa piuttosto che emettere tutte le ricevute o gli scontrini dovuti, è purtroppo una brutta realtà con cui dobbiamo fare i conti. E che da tempo condanniamo. Se questo succede nel cuore della Lombardia (non più così virtuosa come un tempo viste le inchieste sul malgoverno che la stanno sconquassando...), figuriamoci cosa può succedere nel resto del Paese. Nel Milanese, secondo stime della Guardia di finanza, un commerciante su tre non rilascerebbe scontrini o ricevute. Una situazione che si accompagna a quella dei ripetuti sequestri di merce contraffatta (spesso prodotti alimentari, come l'ennesimo caso di mozzarelle tarocche 'made in camorra”) e che mostra una situazione assolutamente negativa a cui bisogna porre rimedio in tutta Italia.

Ma non è additando continuamente gli untori che si può ripristinare una situazione di legalità. I conti in nero sono in calo da tempo nei ristoranti milanesi e il progressivo aumento dei pagamenti elettronici ha da tempo scoraggiato le azioni di furbizia dei gestori. Servono segnali decisamente più forti che non i soliti blitz della Finanza: a partire da un senso etico più alto. Giusto ciò che la politica, anche in Lombardia, ha smarrito da tempo. Basti pensare che in Consiglio regionale l'attenzione più alta è oggi per le possibili dimissioni della Minetti, l'ex sexy igienista dentale di Berlusconi, e non per le decisioni strategiche sull'Expo 2015.

E del resto, non è che a livello nazionale siamo messi poi molto meglio. Certo Mario Monti e Giorgio Napolitano hanno restituito un'immagine di credibilità e sobrietà alle nostre istituzioni. Ma per il resto la casta resta intatta coi suoi privilegi. E nemmeno segnali forti come i tagli agli stipendi dei manager delle aziende pubbliche (spesso carrozzoni in perdita) vengono applicati. Anzi questi autentici boiardi di Stato, spesso col solo merito di disporre di padrinaggi di partito, hanno redditi che in nessuna azienda privata potrebbero mai spuntare. Ma da noi restano al loro posto e a parità di retribuzione. Forse sarebbe il caso che il neo ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, oltre a premere il pedale della giusta caccia agli evasori fiscali, cominciasse ad usare un po' di bisturi (anche se la mannaia sarebbe più efficace) per tagliare ai vertici del sistema pubblico le troppe posizioni di vergogna.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net



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18/07/2012 12:04:00
1) Altro che spending review...
1) Bravo Direttore, quel che sta succedendo in un momento di profonda crisi come mai abbiamo vissuto, amplifica il menefreghismo della CASTA, di QUELLI CHE dimostrano che l'interesse del paese non é il proprio, di QUELLI CHE non rinunciano al proprio posto di lavoro di avvocato, professionista, medico per dedicarsi al 100 al lavoro ai quali gli italiani hanno dato mandato, di QUELLI CHE (e generalizzo) non hanno la più pallida idea di cosa sta realmente succedendo in un paese dove tanti non sanno come tirare avanti e loro continuano coi loro giochi di potere e cambio di poltrone .... vivono in una "bolla" come fanno a capirlo? Il governo attuale oltre alla credibilità internazionale dovrebbe giustamente tirare un colpo di mannaia ad un sistema logoro e ad una gestione fatta di sperperi, perché quando i soldi non sono i tuoi fai presto a spenderli! Ad una normale attività, se non raggiungi quanto loro ti prefiggono, ti multano o ti costringono a chiudere bottega! Loro NO!?! Si concentrassero a verificare il proprio operato e vedrai che risparmi ... altro che spending review!





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