Da tempi non sospetti andiamo dicendo che è giusto pagare le tasse e che solo chi è irresponsabile può incitare alla rivolta fiscale. Fosse anche un ex ministro degli Interni. Ma fra il contribuire in maniera equa e corretta al funzionamento delle istituzioni (soprattutto in momenti di crisi drammatica come questi) e il subire una sorta di assalto di sanguisughe, c'è una bella differenza. Soprattutto quando diventa insostenibile il
carico fiscale solo su chi finora le tasse le ha sempre pagate.
è inutile che ce la stiamo a raccontare. Il
Governo Monti sta cercando di rimediare come può ai disastri compiuti negli ultimi vent'anni quando la parola d'ordine era apparire e sprecare, ma gli sforzi non sono sufficienti o, forse, non sono sufficientemente equi. Ogni giorno ci sono sconquassi sui mercati finanziari e lo 'spread” (vero barometro dell'umore nazionale) volge sempre più al peggio. Vuoi per la crisi politica greca o perché la Cancelliera tedesca rischia di trovarsi a breve in minoranza nel suo Paese. Sta di fatto che la liquidità è diventata la merce assolutamente più introvabile in Italia. Le banche tagliano il credito (ma non i compensi faraonici dei loro amministratori) e i pagamenti si dilazionano contro ogni logica (per non parlare di quelli dello Stato). Il risultato è che non ci sono i soldi per fare fronte alle scadenze e le aziende familiari cadono sotto i colpi di
Equitalia (che in fondo fa il suo lavoro, ma con metodi e tassi almeno discutibili) o portano direttamente i libri in Tribunale.
In questo scenario negativo
bar, ristoranti e spesso anche aziende agricole sono fra i principali attori di una tragedia che in molti fanno ancora finta di non vedere. Cartelle esattoriali per ritardi nelle tasse di poche migliaia di euro di tasse (magari rinviate per pagare gli stipendi) si gonfiano di valore in poche settimane. Gli uomini di Equitalia, che fanno il loro dovere, sono oggetto di aggressioni inaccettabili, ma certo un po' più di attenzione nella gestione non guasterebbe. E non basta la crisi a giustificare il silenzio dei suoi vertici anche rispetto all'
invito per un pubblico confronto con il settore dell'Horeca che Italia a Tavola aveva rivolto nelle scorse settimane. Così non si può andare avanti e fra Ministri e Agenzia delle entrate qualcuno deve rendersi conto che un cittadino in crisi, anche un ristoratore, non può vedersi spolpare mentre molti suoi clienti continuano indisturbati a dichiarare redditi inferiori a quelli dei suoi camerieri. Non basta usare meno auto di grossa cilindrata o spostare le barche in Francia o in Croazia per pensare che gli evasori siano stati stanati...
E in tutto questo c'è anche l'ennesimo psicodramma del ministro Elsa Fornero, che sembra dimenticare che la sua riforma del mercato del lavoro (giusta e sacrosanta) non può essere fatta cancellando formule essenziali come la flessibilità che in agricoltura o nei pubblici esercizi era stata in qualche modo tutelata con lo strumento dei
voucher. Sognare un mondo perfetto è possibile, ma cerchiamo di perfezionare e non peggiorare quello in cui ci tocca vivere.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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