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Equitalia capro espiatorio? Nessuno può lavarsene le mani...

Il giornalista del Corriere della sera Dario Di Vico scrive a proposito di Equitalia sottolineando che la politica fiscale non la decidono i Befera, ma è frutto del dibattito che coinvolge partiti, parlamentari e opinione pubblica. Matteo Scibilia risponde con una lettera aperta a Italia a Tavola

 
14 maggio 2012 | 14:49

Equitalia capro espiatorio? Nessuno può lavarsene le mani...

Il giornalista del Corriere della sera Dario Di Vico scrive a proposito di Equitalia sottolineando che la politica fiscale non la decidono i Befera, ma è frutto del dibattito che coinvolge partiti, parlamentari e opinione pubblica. Matteo Scibilia risponde con una lettera aperta a Italia a Tavola

14 maggio 2012 | 14:49
 

Sul Corriere della sera il giornalista Dario Di Vico torna a fare un'approfondita analisi su Equitalia, una vicenda che «sta prendendo ancora una volta una brutta piega». Ma Di Vico specifica che non è giusto e utile fare di Equitalia un solo capro espiatorio. «La crescita che tutti aspettiamo - scrive il giornalista - non si intravede, il peso della tassazione sia sulle imprese sia sulle famiglie si rivela giorno dopo giorno più pesante, la società fa fatica ad assorbire i colpi della recessione e la rete della solidarietà si smaglia. Ma indirizzare tutte queste sacrosante inquietudini verso un solo obiettivo, ovvero Equitalia, i suoi uomini, le sue sedi, non solo è incomprensibile ma anche un po' vigliacco. La società di riscossione è parte integrante dello Stato e assolve i suoi compiti in base alle direttive che riceve dal Parlamento per cui è singolare la polemica di quei sindaci e di quegli esponenti politici che pensano di aver trovato in Equitalia il più comodo dei capri espiatori». Per Di Vico la politica fiscale non la decidono i Befera, ma è frutto del dibattito che coinvolge i partiti, i parlamentari e l'opinione pubblica.

Sulla questione è intervenuto anche Matteo Scibilia, cuoco e patron dell'Osteria della Buona Condotta di Ornago (Mb) e direttore scientifico del Consorzio Cuochi e Ristoratori di Lombardia, che ha scritto a "Italia a Tavola" una lettera aperta rivolgendosi al giornalista Di Vico per illustrare la grave situazione in cui, anche a causa di Equitalia, si trovano oramai i ristoratori italiani.

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Caro Dario Di Vico,
già qualche mese fa le scrissi sul problema di Equitalia, ricevetti molte critiche, in quanto presentavo un quadro pessimista del problema, oggi mi spiace notare che la situazione è peggiorata, mi rivolgo quindi ancora a lei, perchè è sicuramente la persona, il giornalista, che più di altri segue il problema, ha una capacità di analisi e di giudizio precisa e competente.

Mi associo a lei, sulla denuncia che gli uomini di Attilio Befera non meritano l'attacco di cui sono oggetto, sono dirigenti è funzionari che applicano le norme e le leggi che la politica gli ha delegato. Ma cosa realmente sta succedendo? Qualcosa non sta funzionando, perché se è vero, ed è vero che Befera ha chiesto al governo di rivedere le norme con cui Equitalia si muove, è sarà anche vero che Equitalia non ha responsabilità di quanto sta succedendo, ciò vuol dire che la politica è stata assente, è assente, visto che ha legiferato tali norme, non sapeva cosa poteva succedere?

E in parte ha ragione pure Monti quando dice che il suo governo di tecnici non ha responsabilità sui problemi economici del momento. Ma qui nessuno può lavarsene le mani. Però, anche lei nel 'pezzo ' del 12 maggio 2012 sul Corriere della Sera chiude dicendo che un indebolimento di Equitalia sarebbe un favore all'evasione fiscale, no caro Di Vico, non è così, chi si uccide, non è un evasore, sono imprenditori in difficoltà, disperati per la situazione economica in generale...

Allora vorrei testimoniare cosa succede realmente almeno nel settore che io conosco bene, la ristorazione. Miei amici ristoratori mi hanno raccontato che Equitalia gli ha più o meno detto: 'caro cuoco, caro ristoratore, tu sarai anche bravo nel tuo mestiere ma come imprenditore non vali niente, sarai famoso, ma nel gestire la tua azienda hai fallito”. Infatti, io ristoratore, sempre in bilico tra l'essere un commerciante e un artigiano, che svolgo questo mestiere da anni con cuore e passione, per esempio ho comprato tanto vino per avere una carta prestigiosa, per avere punteggi sulle guide, ho comprato vino per affinarlo nella mia cantina, in modo di servirlo al mio cliente in maniera ottimale, oggi Equitalia mi dice che non so far di conto, mi ritrovo quindi con il problema che la mia carta dei vini è un 'imponibile”,  non è più un valore del mio locale ed anche se il vino non l'ho venduto, debbo pagare le tasse su un reddito che non ho realizzato, chiaro che in questi anni qualcosa non ha funzionato, chiaro che molti commercialisti non hanno fatto il loro dovere, non hanno consigliato bene il cliente, ma tant'è che oggi è cosi, forse nessuno ha immaginato cosa poteva succedere. Risultato non si compra più vino e le carte anche di ristoranti prestigiosi si stanno assottigliando, in realtà non si fa più magazzino.

Altro esempio molto diffuso, che è la vera causa di tanti problemi, molti ristoranti sono una Snc, una società in nome collettivo, una società di persone, spesso marito e moglie, che risponde fino in fondo con tutti gli averi che hanno, chi è stato più attento ha trasformato la Snc in Srl, quindi una società a responsabilità limitata, chiaro e aspetto conferma da chi è un esperto, che i grossi problemi li ha chi gestisce una Snc, gli immobili e i beni , compreso gli strumenti del lavoro, della Snc sono stati pignorati da Equitalia anche per importi limitati rispetto al valore reale dell'immobile.

Fin qui, tutto nella norma e nella legge, dove nasce la disperazione? Alle banche viene comunicata la tua situazione e ti viene  richiesto il rientro dei fidi e finché  Equitalia ha il pignoramento dei tuoi beni non puoi venderli, un gatto che si mangia la coda, neanche i confidi delle nostre associazioni ti aiutano, perché conta il giudizio della banca che ti ha bloccato anche il conto corrente, i fornitori cominciano a chiederti il pagamento alla consegna delle merci ordinate, il debito accumulato con Equitalia anche se rateizzato in pratica triplica nel suo ammontare definitivo. La vergogna e la solitudine ti assale, non sai cosa fare, ti senti un disperato.

Tutto questo è forse anche di più in un momento in cui il mercato sta crollando, bisogna abbassare i prezzi, con costi sempre più crescenti di materie prime e di fonti energetiche, i piccoli grossisti non girano più, grazie al caro benzina.

Il risultato è che se sei bravo gestisci l'attività del momento, in pratica si vive alla giornata, magari non guadagni nulla ma almeno tieni su l'azienda, qual è il vero problema? Che il debito del passato, non riesci più a onorarlo, a pagarlo, e se facevi fatica a dare a Equitalia 10.000 € come fai a soddisfare un debito più che raddoppiato anche se rateizzato e sapendo che se salti qualche rata sei finito?

Serve un nuovo patto sociale, serve un accordo fiscale, serve distinguere chi è veramente un evasore fiscale da chi è in difficoltà, ma bisogna farlo in fretta, subito. Rinnovo anche come dirigente di categoria la solidarietà ad Attilio Befera ed ai suoi uomini, ma che siano comprensivi fin dove le norme ed il mandato politico glielo consente. Forse bisogna fare qualcosa in più, la politica deve intervenire.

Matteo Scibilia
cuoco e ristoratore


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23/05/2012 18:11:00
4) Bravo Matteo!
Bravo Matteo!!! sono dalla tua parte!!


16/05/2012 12:14:00
3) Grandi verità!
Carissimo Matteo, sei sempre il numero 1, spesso mi capita di leggere le tue grandi verità. Grazie di cuore, un abbraccio.


16/05/2012 12:01:00
2) Parole sante!
Buongiorno Matteo, parole sante, condivido totalmente e sono solidale con la vostra categoria. Oltre ai problemi da te evidenziati, ci sarà poi, a novembre, il problema dei pagamenti a 60 giorni previsto dall'articolo 62 della Legge 1/2012 del 24/1 u.s.; nel mio piccolo, a tal proposito, ho già rilasciato un'intervista al TG 1 e ho chiesto un'audizione alla Camera dei Deputati per spiegare ai nostri politici quali ulteriori gravi problemi comporterà l'applicazione di codesta Legge se venisse applicata "sic et simpliciter". Ciò con l'obiettivo e la speranza di far apportare modifiche significative alla Legge sopra citata. Un caro saluto.


16/05/2012 11:29:00
1) Bravo Matteo
Bravo Matteo, questa lettera è veramente toccante e di viva attualità.




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