Un pensionato di 74 anni di Bari che aveva ricevuto un'ingiunzione per il pagamento di 5mila euro, un imprenditore catanese che sarebbe stato costretto a licenziare tutti i suoi dipendenti, e due lavoratori milanesi, uno di Assago e l'altro di Gaggiano. Quattro persone senza nulla in comune se non la scelta di togliersi la vita a distanza di poche ore l'uno dall'altro.
Si contano oltre sessanta casi di persone disperate, soffocate dalle cartelle esattoriali di Equitalia, agente pubblico di riscossione, che non hanno retto e hanno deciso di farla finita. Il fenomano allarmante dei 'suicidi di Stato” sembra aggravarsi, di pari passo con la crisi economica e l'aumento della povertà.
è di pochi giorni fa l'ultimo episodio criminale messo a segno nei confronti dell'agenzia di riscossione. Una busta contenente un proiettile, destinata al direttore di Equitalia, è stata intercettata da personale delle Poste del centro di smistamento di Torino. All'interno c'era anche un biglietto, che riportava soltanto la firma 'Anarchia”. L'episodio è il terzo di una serie di atti intimidatori contro l'agenzia piemontese. In precedenza era stata segnalata la consegna di buste contenenti polvere bianca (poi rivelatasi innocua farina), e piombini da pesca.
In questi giorni si è levato un coro unanime contro il metodo delle pallottole e delle intimidazioni violente, per scongiurare ulteriori operazioni terroristiche nei confronti di Equitalia. Ma allo stesso tempo si sono fatte sentire molte voci che hanno espresso critica nei confronti dei metodi di riscossione messi in atto dall'agenzia. A questo proposito si è espresso attraverso una lettera aperta inviata ad 'Italia a Tavola” Matteo Scibilia (nella foto sotto), presidente del Consorzio Cuochi di Lombardia e ristoratore ad Ornago (Mb). Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale del suo intervento.
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Rappresento una categoria, quella dei Ristoratori, in cui molti, fra cui anche il sottoscritto, sono stati 'toccati” da Equitalia. Naturalmente il problema è molto serio: il clima è ad un livello pericoloso e sono da condannare tutti gli attacchi ad Equitalia, anche quelli verbali. Ma non posso non sottolineare il metodo poco ortodosso di intervento della stessa che coglie impreparati molti imprenditori e cittadini. Ci sono ristoratori a cui, per cartelle esattoriale di poche migliaia di euro, pagate magari in ritardo, sono state 'pignorate” le cucine, i furgoni, i tavoli, le sedie, tutti gli strumenti di lavoro, la casa. Anni di lavoro che rischiano di andare in fumo con una sproporzione assoluta fra il dovuto e quanto è posto sotto sequestro.
La vergogna che assale è tale che non lo racconti neanche ai tuoi familiari. Lo sconforto ti fa rimpiangere di non fare il dipendente: guadagni magari poco, ma almeno la sera sei a casa senza pensare a debiti, stipendi e mutui. Un Paese come il nostro, fatto da piccole e microaziende è sconvolto dai metodi 'corretti” di esazione di Equitalia. Loro infatti applicano la legge, che forse è sbagliata nella sua impostazione più che nella gestione. L'ex ministro Tremonti nel rivedere le norme di Equitalia ha usato il pugno di ferro, come al solito, coi piccoli contribuenti, lasciando ampi varchi di evasione ai soliti grandi squali.
Dove sono Confcommercio, Confesercenti, Confindustria o Confartigianato? Ma anche i sindacati dei dipendenti presi da una guerra di religione sui contratti, sull'evasione fiscale dove stanno? Non capiscono che senza le aziende anche i loro 'iscritti” non avranno più lavoro? Tra un po' non ci saranno più 'dipendenti” da difendere nelle piccole imprese. Il problema è che si sta facendo un'enorme confusione e si mette a repentaglio l'attività di tanti piccoli imprenditori. Perché si è permesso che i grandi evasori si siano potuti spostare impunemente all'estero alla ricerca di Paesi più disponibili del nostro? Chi ha un ristorante, un bar, un albergo era impossibilitato a espatriare o a portare all'estero i risparmi; è rimasto qui, a difendere in fondo il nostro Paese.
Il vero problema è in realtà uno solo: un conto è chi paga le tasse in ritardo perché magari è in difficoltà, un altro è l'evasore fiscale. Chi non paga le tasse alla scadenza probabilmente lo fa perché il lavoro è diminuito ed è in difficoltà per i pagamenti, chi evade fa concorrenza sleale due volte a chi non riesce a pagare le imposte nei tempi previsti. Il problema è che chi è in tale situazione e ancora più debole, ed è lì che colpisce più duro Equitalia. Chi evade o lo ha fatto in passato è probabilmente più furbo. Forse i suoi beni li ha fatti scomparire. L'onesto no, mai avrebbe pensato che nel nostro Paese la situazione arrivasse a tali livelli. E non parliamo di come si può restare di fronte alle notizie che a fronte dei grandi evasori Equitalia applica misure diverse e su 1.300 milioni di imposte dovute, solo perché è una grande società tedesca, ne abbuona 1.000.
Forse ci vorrebbe una sanatoria, ci vorrebbe uno stop ai metodi di Equitalia per evitare il peggio. Ci vorrebbe che la politica tornasse a fare la politica e i sindacati i sindacati. Ci vuole qualcuno che torni a mediare nella nostra società.
Matteo Scibilia
Ristoratore in Ornago (Mb) e presidente del Consorzio Cuochi e Ristoratori di Lombardia
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A nome del Consorzio, Scibilia ha inoltre inviato un telegramma di solidarietà ad Equitalia a Roma e a Monza. Qui di seguito il testo del telegramma.
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Alla cortese att.ne di Attilio Befera,
in qualità di rappresentante della categoria dei Ristoratori, esprimo solidarietà per gli ultimi avvenimenti contro i suoi uomini, impegnati in un compito difficile.
Matteo Scibilia
Presidente del Consorzio Cuochi e Ristoratori di Lombardia
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