Fra nuove tasse e aumenti delle tariffe, il 2012 si inaugura all'insegna di una recessione che è tanto più dura e preoccupante quanto più ci ricordiamo le illusioni per i proclami di benessere del precedente Governo, sempre pronto a bollare come falsi quanti lanciavano allarmi motivati per lo stato dell'economia e dei conti pubblici. L'aver passato la mano proprio per l'incapacità di affrontare la crisi non esenta peraltro qualche ex ministro dal raccontare oggi stupidaggini, nemmeno fosse stato fino a ieri su Marte o nella fantasiosa 'Padanialand”... Ma tant'è, alcuni politici non hanno ancora cominciato il periodo di penitenza che gli tocca. Ci penseranno gli italiani alle prossime elezioni... Già perché, ci piaccia o no, quello appena cominciato sarà un anno di sacrifici che gli italiani sapranno affrontare con dignità e grinta nonostante i pessimi esempi che la classe politica continua a dare di sé.
A tirare la cinghia più che mai saranno pensionati, giovani in cerca di lavoro e in genere gli addetti delle piccole imprese. Di fatto le componenti più deboli di un sistema sociale ingessato che ha finora privilegiato le grandi imprese, i professionisti e i lavoratori autonomi. Chi per tutele sindacali blindate, chi per privilegi corporativi e chi per tolleranza sull'evasione fiscale. E non a caso sono proprio queste le tre aree su cui il Governo Monti (se riuscirà a superare lo scoglio delle contrapposizioni dei partiti della sua anomala maggioranza) vuole costruire la base della ripresa e dello sviluppo: con nuove forme di contratto uguali per tutti, con la liberalizzazione delle professioni e con una concreta lotta all'evasione fiscale.
Premettendo che siamo convinti che non possiamo, come ci indica con coerenza il Presidente Napolitano, che bere questo amaro calice, al Governo chiediamo di non deflettere sui tre obiettivi: ne va del futuro del Paese e di quello delle giovani generazioni. Per stroncare l'evasione fiscale, uno dei crimini più odiosi per chi le tasse le ha sempre pagate, occorrerà certo un po' di tempo, ma per nuove forme contrattuali e per una vera liberalizzazione per attività e servizi basterebbero davvero poche settimane.
Del resto ci sono categorie che già oggi devono fare i conti con
regole completamente nuove. Pensiamo ai commercianti che, contro la volontà delle piccole e medie imprese, da lunedì si trovano nella condizione di non avere più alcun limite di orario per le aperture. Se quella che un tempo veniva definita una delle lobby più forti del Paese ha dovuto accettare una riforma francamente discutibile e che avvantaggia solo la grande distribuzione, non si capisce perché per farmacie, tassisti, avvocati, notai o geometri non ci dovremmo adeguare a quanto vale nel resto d'Europa.
Certo il commercio paga una liberalizzazione forse eccessiva per la debolezza intrinseca della sua rappresentanza sindacale. E lo dimostra il fatto che la Federdistribuzione (grande distribuzione), dopo aver ottenuto la
liberalizzazione degli orari nei centri commerciali (dove gdo e locali in franchising la fanno da padroni), ha
abbandonato la Confcommercio che ora, orfana dei grandi 'privilegiati”, deve far ingoiare la pillola ai piccoli che subiranno i contraccolpi negativi di quella che è una libera concorrenza per molti versi ingiusta.
C'è chi pensa che con l'uscita della Federdistribuzione per Confcommercio sia ora di cambiare pelle. E ciò vale in particolare per la Fipe dove la ristorazione e i bar (i piccoli) non possono più condividere valori e strategie con Autogrill o con le discoteche (i grandi) che ne hanno finora condizionato le scelte impendendo di dare vita a nuove forme di rappresentanza e organizzazione capaci di affrontare meglio anche la situazione di crisi che richiede di puntare su qualità e specializzazione. Proprio la crisi sta facendo emergere un malcontento diffuso a cui si dovranno dare risposte urgenti, viste anche le scadenze ormai prossime di molti rinnovi interni, ai quali si aggiunge, forse non casualmente, l'uscita di scena del direttore generale Edi Sommariva che ha lasciato la federazione con la fine dell'anno.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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