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Diossina, crollano i consumi low cost Biologico, tipico e Doc contro la paura

Dopo i casi di diossina in prodotti tedeschi crollano i consumi di formaggi e prosciutti low cost, spesso ottenuti da maiali stranieri anche se “spacciati” come nazionali, mentre tengono quelli di uova grazie all’etichettatura. Sale la domanda di biologico, tipico e “Doc”, soprattutto per i salumi

 
12 gennaio 2011 | 11:53

Diossina, crollano i consumi low cost Biologico, tipico e Doc contro la paura

Dopo i casi di diossina in prodotti tedeschi crollano i consumi di formaggi e prosciutti low cost, spesso ottenuti da maiali stranieri anche se “spacciati” come nazionali, mentre tengono quelli di uova grazie all’etichettatura. Sale la domanda di biologico, tipico e “Doc”, soprattutto per i salumi

12 gennaio 2011 | 11:53
 

Crollano i consumi di formaggi e prosciutti low cost spesso ottenuti da maiali stranieri anche se 'spacciati” come nazionali, mentre tengono quelli di uova grazie all'etichettatura di origine e sale la domanda di biologico, tipico e 'Doc”, soprattutto per i salumi che garantiscono l'origine Made in Italy.

è quanto afferma la Coldiretti sulla base del monitoraggio effettuato attraverso le proprie strutture territoriali dopo che l'emergenza diossina scoppiata in Germania si è diffusa in tutta Europa estendendosi dalle uova alla carne di maiale con implicazioni sul commercio internazionale come la sospensione delle importazioni di uova e carne di maiale e loro derivati da parte della Cina.

L'etichettatura si conferma come uno strumento di rassicurazione importante nell'evitare un effetto psicosi nei consumi come si era già dimostrata efficace nei precedenti allarmi sanitari sulla mucca pazza per la carne bovina e per l'aviaria in quella di pollo, con i consumi che si sono ripresi solo dopo l'introduzione dell'obbligo di indicare la provenienza in etichetta. L'obbligo di etichettatura, tra i prodotti minacciati dall'emergenza diossina, è però in vigore solo per le uova, la carne di pollo, il latte fresco che infatti non hanno risentito di un calo negli acquisti. A differenza dei salumi, mozzarelle e dei formaggi, per i quali l'etichettatura non è obbligatoria, la paura sta penalizzando soprattutto i consumi di prodotti low cost ottenuti molto probabilmente da latte e carne di maiale stranieri, mentre sembrano avvantaggiarsi i prodotti biologici, a denominazione di origine (Dop) e quelli acquistati direttamente dagli allevatori o nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica.
 


Diffidare dei salumi e dei formaggi venduti a un prezzo eccessivamente basso è il consiglio della Coldiretti che invita a privilegiare gli acquisti diretti dagli allevatori o scegliere prosciutti a Denominazione di origine protetta che sono riconosciuti dall'Unione Europea e individuabili dal marchio comunitario (Dop) o da quello del Consorzio di tutela come i prosciutti di Parma, San Daniele, Modena, Berico-Euganeo, Carpegna e Toscano. Un effetto non positivo sugli acquisti si sta verificando anche per la carne di maiale fresca per la quale, a differenza di quella di pollo e bovina, non è previsto l'obbligo di etichettatura. Un grave danno per gli allevatori di suini italiani che, già in crisi, vengono ora colpiti incolpevolmente dalla mancanza di regole per la trasparenza dell' informazione che non consente di distinguere il prodotto nazionale da quello importato.
 
Un ritardo che verrà presto colmato con l'approvazione definitiva prevista per il 18 gennaio del disegno di legge in materia di etichettatura alimentare, in sede legislativa alla Commissione agricoltura della Camera, che è una risposta concreta del nostro Paese ad una emergenza che sta raggiungendo dimensioni inquietanti. «Oggi più che mai la nostra legge nazionale rappresenterebbe un punto a favore della civiltà e della democrazia, ma anche un chiaro monito alla Ue: quando forze sociali, consumatori e cittadini fanno squadra è possibile sconfiggere le lobby e far vincere la gente, quando è in gioco la salute e la sicurezza di ciò che mangiamo si deve agire subito e non darsi tre anni per pensarci su, come vuole fare l'Europa», ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che «questa nuova emergenza cozza clamorosamente con la inerzia comunitaria, riaffermata ancora pochi giorni fa quando, nonostante il parere favorevole del Parlamento Europeo espressione dei cittadini, il Consiglio Europeo dei Ministri della salute (con la sola eccezione dell'Italia e pochi altri paesi) ha espresso contrarietà all'etichetta obbligatoria europea con l'origine degli alimenti».


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