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Contro la diossina tedesca serve l’etichetta per la tracciabilità dei prodotti

di Alberto Lupini
direttore
 
11 gennaio 2011 | 16:20

Contro la diossina tedesca serve l’etichetta per la tracciabilità dei prodotti

di Alberto Lupini
direttore
11 gennaio 2011 | 16:20
 

Alla fine risulterà magari che il problema è circoscritto e che c'è stato troppo allarmismo. Ma il fatto che molti prodotti alimentari tedeschi siano contaminati dalla diossina non può non preoccupare tutti. Da un lato perché la Germania è uno dei Paesi dove la tracciabilità degli alimenti e il concetto di 'biologico” sono ritenuti valori assoluti. E dall'altro perché molti di questi prodotti (dal latte e i suoi derivati alla carne di maiale) hanno come principale mercato di sbocco proprio l'Italia.

E se un tedesco su cinque, secondo un sondaggio pubblicato domenica, ha rinunciato a mangiare uova (mentre la Ue non sa bene che posizione prendere), vuol dire che la situazione è davvero pericolosa per la salute dei consumatori e per la credibilità di un intero sistema di controlli che avrebbe dovuto fare scuola in Europa.

Non è quindi un caso che la nuova emergenza diossina rafforzi la 'voglia” da parte degli italiani di un'etichetta chiara con l'indicazione d'origine. Nove su dieci la ritengono quanto mai essenziale, confermando di fatto quanto 'Italia a Tavola” va invocando da tempo: servono norme assolutamente serie che ci permettano di conoscere subito la provenienza del prodotto alimentare. Non basta lavarci la bocca dicendo di preferire il prodotto made in Italy, soprattutto se tipico, tradizionale e biologico, in quanto lo si ritiene più sicuro. Dobbiamo poter essere certi della provenienza di tutte le materie prime. Pensiamo ai salumi o agli insaccati fatti con carne di maiali tedeschi o ai formaggi fatti con il latte in polvere o alle cagliate che vengono dai vari Länder della Germania.

Se tutto fosse in regola potremmo stare tranquilli, ma visto che così non è, e che anche nella super controllata Germania si riesce a imbrogliare, è giusto tutelarci. In questo momento non si può non accogliere con favore l'approvazione, giusto in queste ore, delle nuove norme sulle etichette obbligatorie per gli alimenti. E questo anche se sappiamo bene che ci sarà un contrasto con l'Unione europea che su questo piano ha posizioni più blande. In alcuni casi avallate anche da esponenti del nostro esecutivo che, come il ministro della Salute Ferruccio Fazio, hanno posto il veto a livello comunitario sull'obbligo di indicare sulle etichette di vini e bevande alcoliche non gasate la liste degli ingredienti, nonché i contenuti nutrizionali per porzione degli alimenti confezionati. Di fatto un veto alla trasparenza tanto richiesta dai consumatori a cui il Ministro non ha dato finora giustificazioni.

Per ora aspettiamo che le nuove norme del Parlamento italiano possano entrare in vigore e, scusateci questa concessione al populismo, per il momento evitiamo per un po' di mangiare prodotti di provenienza tedesca. Almeno fino a quando il caso diossina non sarà stato risolto.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net



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