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Si faccia fino in fondo pulizia nei pubblici esercizi a Milano

 
27 luglio 2010 | 11:23

Si faccia fino in fondo pulizia nei pubblici esercizi a Milano

27 luglio 2010 | 11:23
 

Giusto un anno fa scrivevamo che la Tangentopoli della Milano notturna stava avvelenando la metropoli con un intreccio perverso fra criminalità organizzata, gestori di locali notturni, funzionari pubblici e dirigenti sindacali. Si trattava allora di 'licenze facili”, ma già avevamo avanzato la richiesta che si andasse a fondo e si intervenisse con decisione su un malcostume che fra consumo di droghe, prostituzione e alcol taroccato stava cambiando, in peggio, il volto della città.

Da parte del sindaco Letizia Moratti e di qualche suo assessore ci fu una presa di posizione che passò dalla denuncia che in un locale su quattro a Milano si proponeva alcol taroccato (con gravissimi danni alla salute dei più giovani, i meno esperti nel riconoscere la qualità di un distillato) al più importante provvedimento per bloccare la vendita di alcolici di ai minorenni.

I soliti benpensanti videro bene di coprire di insulti la coraggiosa presa di posizione degli amministratori di Milano bollandoli come retrogradi o incapaci di valutare la situazione. Fra questi, in prima fila, anche Rodolfo Citterio, allora presidente del Silb, il Sindacato dei locali da ballo, e dirigente nazionale della Fipe, Federazione dei pubblici esercizi, ora arrestato e di fatto 'sterilizzato” dalla Fipe che ne parla come di un ex dirigente. Di fronte alle ultime vicende, come garantisti, speriamo che Citterio, il re della vita notturna milanese e per anni uomo di assoluto potere in Fipe ed Epam (Associazione provinciale milanese dei pubblici esercizi), possa dimostrare la sua innocenza.

Nel frattempo il Sindacato dei pubblici esercizi deve però tagliare ogni contatto con Citterio e la sua 'banda” (come la definisce il Pm) e collaborare con le inchieste in corso per facilitare quell'indispensabile operazione di trasparenza che deve aiutare gli operatori seri del settore che non possono essere oggi tutti colpevolizzati. Non tutti i locali sono come l'Hollywood, senza licenze in regola e con festini di coca un giorno sì e l'altro pure.

E già che ci siamo sarebbe bello se si facesse anche una seria operazione di pulizia per verificare le condizioni igienico sanitarie dei troppi happy hour della città o delle pizzerie etniche che, senza grandi proteste finora della Fipe, tolgono lavoro alla ristorazione seria con prezzi ridicoli a cui non può corrispondere alcuna qualità e sicurezza alimentare.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net


 
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