Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese traballa dopo la “scissione” di una quindicina di aziende, con alla testa Torrevilla, dopo l'elezione del nuovo consiglio. Si è espresso sulla faccenda Emanuele Bottiroli.
«La notizia di un
nuovo scisma - ha dichiarato il direttore del
Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese - è un duro colpo, specie in una fase in cui sembrava ripristinato uno spirito di unità d’intenti per il bene comune. Viviamo certo il momento più doloroso nella storia del Consorzio e del territorio vitivinicolo, dopo i fatti del novembre 2014.
Si è comunque votato nell’unico modo in cui si poteva. Le regole che fissano il funzionamento di un consorzio di tutela erga omnes non sono scritte a livello locale».
«Quanto accaduto in Oltrepò - ha proseguito
Emanuele Bottiroli - interroga i
piani alti del Ministero. Società di persone sono state progressivamente trasformate in società per azioni. Tanto produci, tanto corrispondi per vigilanza e valorizzazione, tanto voti. È un modello imposto che crea una divaricazione profonda laddove siano presenti tipologie di aziende eterogenee o una moltitudine di piccole imprese familiari accanto a grandi realtà produttive».
In merito alle responsabilità di quanto sta accadendo, Bottiroli taglia corto: «La responsabilità che deve starci più a cuore è dare al territorio e ai suoi sforzi, verso qualità e reputazione, un’adeguata visibilità e una rappresentanza che sia un fiume e non mille rivoli. Forse da un problema può nascere l’opportunità di ripartire, nel rispetto delle identità dei vari modelli aziendali in campo. La coabitazione nello stesso condominio, in Oltrepò, si è rivelata impossibile per motivi di litigiosità, di scelte e talvolta di stili diversi. Ci sono percorsi che, evidentemente, procedono su binari paralleli o addirittura in rotta di collisione, diciamocelo, lasciando perdere quel “volemose bene” a parole, un’ipocrisia che poi non si traduce mai in fatti concreti o in mosse condivise».