Entra ormai nel vivo l’operazione legata all’hashtag
#NoTripAdvisor, ovvero la campagna lanciata da Italia a Tavola contro l’
anonimato, le
false recensioni e le
classifiche truccate. Tra i primi a scendere in campo e a voler condividere pubblicamente la decisione di rifiutare un sistema che ormai è sempre più truccato, c’è
Tano Simonato (
nella foto), cuoco con 1 stella Michelin e titolare del ristorante milanese “
Tano Passami l’Olio”, che ha deciso di togliere dal muro all’ingresso del suo locale il “certificato di eccellenza” del portale americano, che gli attribuiva 4 pallini verdi e mezzo, e di appendere al suo posto il cartello realizzato da Italia a Tavola con cui si vuole dire basta alle false recensioni.
Alla luce degli innumerevoli casi segnalati negli ultimi anni, nonostante abbiamo più volte sollecitato e dato a TripAdvisor l’
opportunità di prendere provvedimenti per contrastare questo fenomeno, nulla è cambiato. E i titolari di ristoranti e alberghi hanno cominciato ad
alzare la voce, soprattutto dopo il servizio mandato in onda da
Striscia la notizia, che ha mostrato il meccanismo di compravendita di recensioni false per scalare le classifiche ed ottenere il famigerato “certificato di eccellenza”.
Sui social network sono esplose
polemiche e lamentele, che Italia a Tavola ancora una volta ha deciso di ascoltare, mettendo a disposizione degli operatori una vetrofania che viene spedita gratuitamente a quanti la richiedono (
CLICCA QUI e compila il form). Sono già molte le richieste arrivate alla nostra redazione, e il numero cresce di giorno in giorno (segnaliamo che si dovranno attendere i tempi tecnici per l’invio e la consegna tramite servizio postale). Il nostro invito è quindi di esporre il cartello #NoTripAdvisor eliminando l’eventuale “certificato di eccellenza”, e di inviare all’indirizzo
notripadvisor@italiaatavola.net alcune fotografie o video che testimoniano la presa di posizione.
La
vetrofania #NoTripAdvisor è un segnale forte per dissociarsi da un sistema di recensioni sempre più inattendibile, dove ogni giorno vengono pubblicati giudizi e commenti sulla cui veridicità nessuno è in grado di garantire. Ed è anche un modo per comunicare ai propri clienti che non si vuole essere sospettati di avere comprato le recensioni, o magari di avere scritto, protetti dall’anonimato, delle recensioni negative sui locali concorrenti. Il nostro obiettivo è che prima o poi TripAdvisor, che già ha ricevuto una
multa di 500mila euro dall’Antitrust, decida di prendere seri provvedimenti per far diventare il portale una vera risorsa per gli operatori e per i consumatori, invece che un ricettacolo di falsità e giudizi comprati. Per questo ribadiamo la nostra proposta di far pubblicare un qualsiasi commento, positivo o negativo che sia, solo in presenza di una
foto della ricevuta fiscale.
«Parto dal presupposto che TripAdvisor potrebbe essere un grande veicolo se fosse una cosa bella, pulita, intelligente e sensibile», ha spiegato Tano Simonato. «Le parolacce non sono mai carine, ma mi viene proprio voglia di dire che sono... perché nessuno può permettersi di defraudare il lavoro di tanti ristoratori onesti come il sottoscritto e come tanti altri. Nel mio ristorante è appeso il certificato con 4 pallini e mezzo, che mi danno quel grande “lustro” a livello di recensioni. Ma sapete che cose ne faccio? Lo butto nel bidone dei rifiuti! A dire il vero andrebbe nel contenitore per la raccolta dei rifiuti tossici speciali, come i rifiuti nucleari!».
«TripAdvisor - ha proseguito il cuoco milanese - deve capire una volta per tutte che se vuole lavorare in modo serio e continuare ad essere un’azienda rispettabile deve comportarsi in modo pulito. Ci siamo stancati di queste recensioni fasulle e soprattutto ci siamo stancati di farci prendere per il culo! Noi dobbiamo essere consapevoli che il nostro lavoro è sacrosanto, e lo devono essere anche loro». Simonato ha quindi appeso, al posto del certificato con i “pallini verdi” di TripAdvisor, la nuova vetrofania della campagna #NoTripAdvisor lanciata da Italia a Tavola.
«Spero che la gente apprezzi questo gesto - ha proseguito - perché io trovo che sia una grande prova di serietà da parte mia e da parte di tutti quei ristoratori che vogliono condividere questo pensiero. Certo mi faceva piacere avere 4 pallini e mezzo. Avevo tante recensioni positive, ma anche 3-4 persone che hanno voluto parlare per forza male di me. Certamente ci sta che qualcuno possa parlare male di te, ma io trovo che chi vuole farlo debba sempre avere rispetto per il tuo lavoro, non attaccarti a livello personale».
«Il “prestigio” di quei 4 pallini e mezzo - ha concluso Tano Simonato - non era dovuto a TripAdvisor ma era grazie a tutti coloro che hanno creduto in quello che faccio e che mi hanno recensito. Pertanto TripAdvisor non vale un cazzo, mentre i miei recensori, pur avendo perso tempo per scrivere le recensioni, hanno invece voluto dimostrare a parole che il lavoro di Tano è importante. Ecco perché non sono d’accordo con TripAdvisor ma con i miei recensori sì, ed è per questo che ho appeso il cartello #NoTripAdvisor».