Oltre un centinaio fra i
cuochi e i
pizzaioli italiani più conosciuti in patria o all’estero. Un’occasione per molti versi unica per conoscere protagonisti e proposte della
Cucina italiana. E insieme a loro un’opportunità importante e concreta per promuovere i prodotti della filiera agroalimentare made in Italy. Senza retorica si può dire che, pur con tutti i limiti di un’organizzazione e uno stile magari un po’ da ammodernare, anche quest’anno l’annuale
summit organizzato da Itchefs-Gvci ha dato il suo contributo importante per valorizzare l’enogastronomia italiana in tutto il mondo.
La sede di questo evento,
Dubai, non è certo casuale. Questo Emirato arabo, dove l’orizzonte si riempie ogni settimana di un grattacielo in più, è oggi uno degli esempi più reali di un mercato dove si è obbligati a fare i conti con la globalizzazione ed una sfida giornaliera dove tecnologia, lusso e turismo dettano le regole. Una sfida che i cuochi e i pizzaioli italiani al momento stanno vincendo alla grande, pur in
assenza di sostegni o strategie dello Stato italiano, di fatto quasi assente in tutto il mondo, a differenza di quanto fanno invece francesi, spagnoli o tedeschi. Per gli italiani vince invece l’identità e lo
spirito di squadra, che all’estero funziona più che in Italia.
Pur potendo contare solo sulle loro forze, i cuochi italiani, a Dubai come ad Hong Kong, a New York come a Londra o Tokyo, hanno saputo imporre la
Cucina italiana come un esempio di successo di gusto e qualità, che fa da volano alle nostre
esportazioni agroalimentari.
Di questo sono certamente consapevoli i cuochi italiani che lavorano nel mondo, e speriamo che anche il Governo italiano
se ne stia accorgendo. O almeno così sembrerebbe. Ha ad esempio sorpreso non pochi che il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, sia stato ospite alla
cena di apertura del summit di
Itchefs-Gvci a Dubai, inaugurando con quella serata le iniziative della
Settimana della cucina italiana nel mondo. Era la prima volta in assoluto. Certo il Ministro continua a puntare sulla
nuova associazione degli “star-chef” di
Ambasciatori del gusto (formata da cuochi che lavorano in Italia), ma forse si sta rendendo conto di quanto conti il lavoro di chi sta veramente in prima linea all’estero. Speriamo davvero che sia così. Ad oggi, e lo ribadiamo con forza, i veri ambasciatori della nostra Cucina (salvo pochissime eccezioni) sono solo quelli che lavorano all’estero... Come Italia a Tavola tifiamo per loro e li ringraziamo per il contributo, anche culturale, che sanno assicurare alla promozione della nostra enogastronomia.