Per l’Expo non ci potrebbe essere migliore viatico. Agli italiani interessa l’enogastronomia, al punto che -nonostante le mille occasioni offerte da stampa e tv per seguire eventi legati al cibo - in oltre 150mila (
154.392 per la precisione) hanno partecipato al sondaggio di Italia a Tavola sul
Personaggio dell’anno scegliendo un poker di professionisti a cui per quest’anno toccherà di rappresentare al meglio il comparto, anche in vista della sfida internazionale che ci aspetta. Il voto di queste settimane rappresenta un record assoluto per il nostro network e per il mondo del web e attesta ancora una volta dell’importanza di questo comparto sull’economia italiana e delle possibilità di un nuovo ciclo di sviluppo virtuoso. A garantire una prospettiva positiva (che si basa su prodotti, cucina e servizi) c’è il riconoscimento di quella professionalità diffusa in tutta la Penisola che sta alla base del voto dei nostri lettori.
Finti puristi o noiosi snob possono storcere il naso di fronte alle manifestazioni di affetto, simpatia e sostegno esplicito che il nostro sondaggio è capace di scatenare a favore di questo o quel candidato, scelto per la capacità di rappresentare al meglio un settore. Questo per noi è il valore più alto di un’iniziativa che ha proprio lo scopo di richiamare l’attenzione attorno ai protagonisti di un mondo dove ciò che conta sono la capacità e la personalità. E per fortuna l’Italia è ricca di migliaia di cuochi, pasticceri, pizzaioli, barman, sommelier, maitre, giornalisti ed opinionisti che con il loro lavoro, più o meno riservato, o più o meno sotto i riflettori, rendono più ricca la nostra comunità. E i candidati che ogni anno proponiamo sono solo una piccola selezione in rappresentanza di questo mondo.
L’impegno di questi professionisti giorno dopo giorno rafforza quello “stile italiano” che, insieme alla moda, al design e alla cultura, ci rende unici nel mondo. Uno stile che per noi di Italia a Tavola deve essere il motore su cui investire per uscire dalla crisi e garantire lavoro a quei giovani che con sempre maggiore interesse scelgono queste professioni. Le iniziative dei fans che fra social network, mail o il semplice passaparola hanno determinato il successo di alcuni candidati, sono la conferma di un interesse vero che va oltre quelle artificiose gerarchie su presunti meriti professionali create in maniera spesso astratta dalle guide.
Certi risultati quasi sorprendenti del sondaggio ci confermano che l’opinione pubblica ha idee ben precise, che non collimano fra l’altro con gli schemi di chi pensa che bastino una recensione o uno spettacolo di successo a convincere del valore di questo o quel personaggio. A differenza delle
guide (che pretendono di premiare chi è presuntivamente più bravo) noi chiediamo ai lettori di votare chi si ritiene sia riuscito meglio nell’anno a rappresentare i colleghi. Quella che risulta dal voto popolare non è certo un’inutile o arbitraria classifica di merito. Vince chi è più noto o ha attivato iniziative che sono andate oltre l’ambito del proprio luogo di lavoro. E questa gara si svolge da sempre in modo amichevole, così da fare conoscere tanti protagonisti, ognuno dei quali è comunque un campione, così come i tanti che, pur meritandolo, non figuravano fra i candidati.
Certo il
testa a testa fino all’ultimo voto di candidati come Montersino o Cannavacciuolo fra i cuochi, o i voti di Raspelli e Bastianich fra gli opinionisti sono in parte dovuti anche alla notorietà televisiva che li avvantaggia. Ma per le vittorie di barman come Cione o di responsabili di sala come Ciaramitaro, conta solo la capacità di relazioni dirette con clienti e amici. Come dire che per avere il consenso non basta essere esposti mediaticamente o frequentare le televisioni.
Ora possiamo solo concludere ricordando che si allunga la
lista dei campioni di Italia a Tavola che hanno il compito di testimoniare con la loro professionalità il valore di un lavoro dedicato alla tavola e a tutto ciò che vi ruota attorno. A loro tocca di contribuire con noi a rafforzare il senso di identità e di appartenenza a quella squadra nazionale che ci potrà fare vincere la sfida dell’Expo 2015. E potremo vincere solo se, a fianco di una politica che sembra finalmente accorgersi del comparto, giocheremo la carta di fare accoglienza con uno stile italiano, informando correttamente per creare opinioni.