Era ora che si alzasse un po' la voce su troppe cose che non vanno. E la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) lo sta finalmente facendo con decisione. Il caso dei circoli privati è davvero uno scandalo. In contestazione non c'è il fatto che in un locale possano entrare solo le persone iscritte. Ci mancherebbe altro. Si tratta di un antichissimo istituto da cui sono discesi i club e un po' tutti i modelli delle associazioni, comprese quelle no profit, e i sindacati. Chi condivide valori od obiettivi è giusto che possa ritrovarsi in ambienti riservati. Ciò che non è accettabile è che in quei locali si possa trasgredire la legge per quanto attiene a comportamenti illeciti e capaci di creare danni a chi sta all'esterno. In primis c'è l'evasione fiscale, oggi finalmente oggetto di pubblico disprezzo. Ma poi c'è il consumo di alcolici senza controllo dell'età o oltre gli orari consentiti, attività che possono essere consentite a nessuno. Se non in case private. Né si può pensare che non si debbano rispettare le minime norme igienico sanitarie per la somministrazione di cibo. Figuriamoci se poi nei circoli privati si fa uso di droghe o si promuove la prostituzione... E non parliamo di morale o altro, perché l'eventuale attività di sesso libero nei circoli privati non è cosa che riguardi la società esterna, nel senso che non è causa di rischi per altri come l'uscire da quei locali in stato di ebrezza o sotto influenza di droghe.
Bene ha dunque fatto la Fipe a contestare un decreto sulla liberalizzazioni che salva circoli speso di dubbia gestione, anche se spesso legati a partiti o sindacati. E visto che ci siamo non sarebbe male se sulla stessa onda si alzasse la guardia in maniera decisa anche sulla questione delle sagre, che spesso sono gestite proprio da circoli privati. E qui la faccenda si fa davvero esplosiva.
a.l.
Riportiamo di seguito il commento della Federazione italiana pubblici esercizi.
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Il servizio andato in onda su 'Le Iene” è la prova provata di quanto Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) sostiene da sempre: i circoli privati vanno contrastati. Possono eludere le tasse (come dichiarato da chi li gestisce) e potrebbero destare grande interesse a chi guarda con interesse al malaffare se il decreto sulle semplificazioni non venisse corretto con la reintroduzione dell'autorizzazione di pubblica sicurezza.
Proprio su quest'ultimo punto, Fipe contesta quanto riferito dal ministro Filippo Patroni Griffi nell'ultimo resoconto parlamentare. Secondo Fipe, togliendo l'autorizzazione di pubblica sicurezza, cioè quella ritenuta dal Ministro inutilmente aggiuntiva, in realtà si impedisce l'intervento preventivo da parte delle forze dell'ordine in caso venisse ravvisata una situazione di pericolo per i cittadini. Ciò significa che polizia e carabinieri non potrebbero accedere immediatamente al luogo dove si somministrano cibi e bevande, ma dovrebbero attendere il mandato del magistrato.
Le situazioni di pericolo vanno da quelle più gravi a quelle apparentemente meno gravi, come per esempio il consumo di alcolici a persone di qualsiasi età e a qualsiasi ora. I circoli continuerebbero infatti ad essere soggetti al divieto di somministrazione di alcolici oltre le 3 del mattino, ma senza l'autorizzazione di pubblica sicurezza diventano luoghi esenti dai blitz.
Tutto ciò aggrava la situazione di concorrenza sleale creata dai circoli a danno delle attività commerciali propriamente inquadrate e soggette a obblighi di legge più complessi e articolati. Non è un caso che alcuni circoli nascano proprio con l'obiettivo di effettuare un'attività da esercente eludendo norme, tasse e contributi di ogni genere; in altre parole effettuando concorrenza sleale nei confronti di chi è in regola.
«Sono stati gli stessi gestori dei circoli - ha rivendicato il presidente Fipe, Lino Stoppani (nella foto) - a dichiarare davanti alla telecamera accesa delle 'Iene” di evadere le tasse, spiegandone anche il meccanismo e vantandosi del fatto di non essere soggetti a controlli. Si tratta di una palese ingiustizia. Noi subiamo i controlli fiscali e passiamo da evasori; i circoli non rilasciano scontrini 'a norma di legge” e non pagano le imposte e l'Iva sulla somministrazione, eppure non si alza un dito per combattere questa situazione. Anzi, li si rende ancora più intoccabili anche a dispetto del riconoscimento di aiuto di Stato dichiarato dall'Unione europea e condiviso dal presidente del Consiglio, Mario Monti (che ha preso provvedimento nei confronti della Chiesa, ma non di circoli e sagre), e del sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo».
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