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Tra guide, fornelli e tv Il mestiere del cuoco oggi

In un momento in cui gli scandali agroalimentari sono giornalieri, il cuoco, con la sua storia centenaria di trasformatore e utilizzatore di alimenti, ecco che invece di dedicarsi con più forza alla mission di “guardiano“ della qualità del cibo diventa una star e di conseguenza sta meno in cucina

di Matteo Scibilia
Responsabile scientifico
04 dicembre 2011 | 15:27
Tra guide, fornelli e tv Il mestiere del cuoco oggi
Tra guide, fornelli e tv Il mestiere del cuoco oggi

Tra guide, fornelli e tv Il mestiere del cuoco oggi

In un momento in cui gli scandali agroalimentari sono giornalieri, il cuoco, con la sua storia centenaria di trasformatore e utilizzatore di alimenti, ecco che invece di dedicarsi con più forza alla mission di “guardiano“ della qualità del cibo diventa una star e di conseguenza sta meno in cucina

di Matteo Scibilia
Responsabile scientifico
04 dicembre 2011 | 15:27
 



Con l'uscita della rossa Michelin si è concluso, almeno per il 2011, il rito delle guide gastronomiche, gioia e dolori per molti ristoratori. Onestamente con l'avvento e lo sviluppo giornaliero di internet e con tutti gli annessi e connessi (TripAdvisor, 2spaghi, Facebook, tanto per citarne solo alcuni) la critica gastronomica cartacea comincia ad avere il fiato grosso. Sono passati gli anni in cui anche i quotidiani riservavano ampi spazi agli eventi di presentazione delle stesse guide, per non parlare di Porta a Porta.

Cosa sta succedendo? La cucina è all'apice della notorietà, ormai anche i bollettini parrocchiali hanno "l'angolo del cuoco di quartiere", anche la tv che nessun auditel rileva ha la sua trasmissione di cucina... Eppure qualcosa sta accadendo. La ristorazione sta cambiando? Il cuoco sta cambiando?

In un momento in cui gli scandali agroalimentari sono giornalieri - basti pensare a quello recente dell'olio d'oliva con le muffe, tranquillamente venduto nei supermercati - il cuoco con la sua storia centenaria di trasformatore e utilizzatore degli alimenti, quasi custode della storia gastronomica, ecco che apparentemente invece di dedicarsi con più forza alla sua mission di "guardiano" della qualità del cibo, ecco che diventa una star, si preoccupa di fare business con l'immagine, sta di meno in cucina (dove i semilavorati prevalgono) ed eccolo in televisione a scimmiottare attori scafati, dimenticando oltretutto di trasmettere un minimo di etica professionale... E ancora, in televisione appaiono cuochi con orologi e catenine, con anelli, senza divisa, senza cappelli, comunicando alle nuove generazioni che si può stare in cucina anche così, e dato che a volte sembra di vivere in un grande studio televisivo - o almeno così viene comunicato - ecco che tutto è permesso e concesso.

Poco tempo fa in un pranzo organizzato nel centro Italia dove ero stato invitato, uno dei più grandi chef italiani che gestiva l'evento fumava con tranquillità, sia pure all'entrata della cucina. Sì, qualcosa sta cambiando! Il piccolo ristorante sta per essere falcidiato dalla crisi, le gestioni familiari sono in affanno, l'industria comincia a prendersi fette consistenti del nostro lavoro.

Ma un'ulteriore nuova fascia di mercato si sta sempre più imponendo, a dire il vero è un ritorno all'antico, cioè la ristorazione d'albergo, la vera ristorazione di tanti anni fa, capace di emozioni che pochi grandi ristoranti possono trasmettere. In tutto questo dov'è il cuoco? Certamente il cuoco imprenditore sta scomparendo, anzi, sempre più anche in ristoranti blasonati si nasconde, si camuffa che il cuoco sia un dipendente per ottenere il massimo dalla critica e dalla clientela.

Ma tutto questo è un male o no? Purtroppo, nell'indifferenza generale, anche delle nostre organizzazioni sindacali sta finendo un'epoca: la gestione familiare e l'artigiano della ristorazione stanno scomparendo, il piccolo non riesce a sopravvivere ai costi sempre più alti, alle norme sempre più burocratiche, al fisco e alle banche che non concedono più respiro, ed ecco che chi può finisce o cerca di proteggersi sotto le ali di aziende vinicole, di moda, dell'edilizia, in grandi alberghi o addirittura si camuffa da agriturismo per ottenere sgravi fiscali.

Fin qui si potrebbe obiettare: se il cliente sta bene qual è il problema? Un piccolo grande problema però sono proprio le guide, che ormai premiano con cappelli, forchette, stelle, quest'esercito di nuovi cuochi-dipendenti. Troppo facile... ma allora chiedo che in nome di una trasparenza questo venga evidenziato. Oggi si chiede trasparenza ovunque, perché allora il nostro settore dovrebbe essere diverso?

L'albergo, la grande azienda vinicola, possono permettersi investimenti che il piccolo non può più, non solo, ma il cuoco dipendente può dedicarsi a tempo pieno alla cucina non avendo altre incombenze di tipo imprenditoriale, mentre lo chef-patron rischia molto di più.

Certo, ho esasperato il percorso, ma la storia è vera. Il mercato ha bisogno di entrambe le figure, ma necessitano di trattamenti diversi, anche - soprattutto - dalla critica gastronomica. Non è giusto che oltre il 70% delle nuove stelle 2012 siano cuochi dipendenti in massima parte di alberghi: non c'è equilibrio. Si dice che si vuol far chiudere il piccolo, o forse magari il segreto sta nel potere di acquisto che queste nuove figure hanno sul mercato?


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08/12/2011 01:20:00
4) La ristorazione deve tornare alla semplicità
Buongiorno a tutti! Innanzitutto complimenti per l'ottimo articolo che condivido pienamente! Ho gi? avuto modo di leggernealtri scritti su Italia a tavola.... Secondo Il mio punto di vista la ristorazione deve tornare alla semplicit?!Tutta questa esagerataesposizione mediatica ha portato a trascurare la vera arte e capacit? di fare questo bellissimo lavoro! Io vedo solo architetturegastronomiche in televisione, quando il vero capolavoro viene comprato gi? semilavorato! Sar? pi? chiaro con un'esempio: Itortellini in brodo. Conosco pochissimi cuochi che sono in grado di farli, ripeto farli non cuocerli, quello lo pu? fare anche uncarpentiere! Il brodo anche quello ? uguale! Non conosco cuochi che riescano a fare il brodo senza glutammato. I tortellinisono un capolavoro di suo, cosa serve fare un timballo (di tortellini acquistati sottovuoto) nel piatto con l'ausilio di uncoppapasta e versare sopra a schizzi un sugo che contiene dei contrasti dolci e aspri, che se una massaia bolognese lovedesse o lo assaggiasse chiamerebbe un'esorcista per il cuoco che li ha preparati! Personalmente io lavoro circa 14 ore algiorno per riuscire ad offrire al cliente una cucina che comincia dal brodo senza glutammato, con pasta fatta in casa e piatti dipreparazione ormai dimenticati da questi pseudocuochi pure presuntuosi! A tutti i cuochi imprenditori come sono io consigliodi tornare a cucinare tutto dalla A alla Z. Anche pochi piatti se il tempo a disposizione scarseggia per i mille impegni dellaburocrazia e della gestione, ma il tutto fatto come abbiamo imparato 30 anni fa con umilt? e passione per il cibo! Il clientevuole questo, chiede genuinit?, stagionalit?, semplicit? e soprattutto accoglienza.... Un saluto a tutti i cuochi imprenditori.


08/12/2011 01:16:00
3) Il cuoco in tv è solo un brand
Articolo molto interessante e che condivido in molti punti e vorrei aggiungere:Lo chef della TV e' ormai una "brand" che e' usata per attrarre un certo tipo di clientela. Al giorno d'oggi funziona. Che poipurtroppo dia un immagine non corretta della professione e' il lato negativo.Questo lato negativo vorrei sperare sia sempre piu' migliorato da chef professionali che anche in alberghi creano giovanicuochi. Ben venga il ritorno dei grandi ristoranti in Alberghi, specialmente quelli senza "celebrity chefs"Buon Lavoro


05/12/2011 14:39:00
2) Finalmente qualcuno che richiama il nostro vero lavoro
FINALMENTE QUALCUNO SI E'' ACCORTO CHE TUTTO QUESTO PARLARE DI CUCINA FORSE DANNEGGIA ILNOSTRO LAVORO COMPLIMENTI BELLISSIMO ARTICOLO ,MA LA CATEGORIA DEI CUOCHI NON ERASOPRANNOMINATA"BERRETTI BIANCHI",NON ESISTE HACCP ?in cucina niente anelli orologi eccc,,,,,,,,,,,,,grazie E BUON LAVORO


04/12/2011 18:19:00
1) Il mestiere del cuoco non è quello che appare in tv
Matteo, la colpa principale...non solo solo le guide, o le TV che stanno ultimamente entrando nelle cucine con arroganza inAustralia tutte le TV commerciali hanno il loro programma sulla cucina, lanciando falsi fenomeni e le giovani leve si montanola testa.Non voglio fare nomi, per rispetto di tutti, alcuni dei grandi stravolgono delle ricette tradizionali italiane, rivisitate, ma perche'dobbiamo rivisitare cosa ci hanno fatto di male queste ricette?Poi c'e la scuola che non riesce a formare i ragazzi come una volta, oggi escono dalla scuola presuntuosi e credono che quelpezzo di carte valga la nomina di chef...io direi che tutti noi dovremmo farci un esame di coscienza e mi fa piacere che questoargomento venga preso da TE che sei un vecchio del MESTIERE e che puoi insegnarci, a me in particolare, cosa significa laparola CUOCO! Grazie per avermi dato la possibilita' di commentare...e aggiungo a tutti gli addetti cerchiamo di volare bassie dare alle nuove leve una giusta educazione...chi ha iniziato con le pentole sa cosa voglio dire.




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