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Ristoranti pieni... Sì, di debiti!

Il governo deve mettere in programma una serie di misure economiche diverse da quelle portate avanti fino ad oggi, partendo dalle aliquote. C’è il forte bisogno di far ripartire i consumi e solo abbassando i prezzi possiamo rilanciare l’economia. Molti ristoratori sono ormai pieni di debiti

di Emanuele Esposito
 
07 novembre 2011 | 10:06

Ristoranti pieni... Sì, di debiti!

Il governo deve mettere in programma una serie di misure economiche diverse da quelle portate avanti fino ad oggi, partendo dalle aliquote. C’è il forte bisogno di far ripartire i consumi e solo abbassando i prezzi possiamo rilanciare l’economia. Molti ristoratori sono ormai pieni di debiti

di Emanuele Esposito
07 novembre 2011 | 10:06
 

L'affermazione del Presidente del Consiglio ieri durante la conferenza stampa al G20 di Cannes ha suscitato un certo malumore tra le fila dei tanti ristoratori italiani. Forse il Presidente non sa che per fortuna si continua ad andare ancora al ristorante ma si mangia poco, e già oltre al fatto che gli italiani hanno visto in questi lunghi tre anni ridursi il potere d'acquisto, ultimamente il governo per affrontare la crisi ha dovuto mettere mano nelle tasche degli italiani aumentando l'aliquota dal 20% al 21%. Questa operazione ha dato l'ennesima mazzata sui pochi spiccioli che il cittadino comune poteva spendere al ristorante a farsi un giro fuori porta, perché questo scherzo vedrà una riduzione di fatturato pari a 20 milioni di euro a meno che i ristoratori non aumentino il loro listino, ma si verificherà l'effetto boomerang: si sa, quando si aumentano i prezzi i consumi vanno giù.



Come ha evidenziato bene Italia a Tavola, la spesa giornaliera di ogni italiano è diminuita con il rischio dell'effetto domino. La logica del mercato non la si può cambiare: meno sono le vendite più è alto il rischio di licenziamenti e quando si entra in quel vortice non se ne esce più. Quanto al turismo, non è vero che gli italiani fanno più vacanze, è l'esatto contrario. Basti vedere i dati Istat, e come per i ristoranti ci vanno di meno e cercano sempre di più di prenotare con formule 'low cost” o 'all inclusive”. Io non sono un economista e credo che non bisogna essere un laureato in Economia e commercio per sapere che più si aumenta il prezzo, più è alto il rischio di vedersi diminuire le vendite. Credo che molti ristoratori siano pieni di debiti, altro che clientela, e seppur pieni di clientela ma spendono meno della media per coprire i costi di gestione voglio vedere come fanno a pagare le loro fatture e stipendi. Pensiamoci bene prima di dipingere un'Italia fantomatica e nei sogni del Presidente altrimenti, se quello che egli ha detto è vero, come ci siamo finiti in questa crisi?

Il governo attuale o quello futuro deve mettere in programma una serie di misure economiche diverse da quelle portate avanti fino ad oggi, partendo dalle aliquote. C'è il forte bisogno di far ripartire i consumi e solo abbassando i prezzi possiamo rilanciare l'economia, il costo della vita è alto, poi ci sono misure di sostegno alle imprese agroalimentari. Dobbiamo dare loro spazio e incentivi per difendersi da un mercato concorrenziale mondiale, partendo dai dazi doganali e chiudere ove è possibile l'importazione da certi paesi che oltre a non essere in linea con gli standard europei sfruttano anche la manodopera. L'Italia è un grande Paese, sa rialzarsi, ma lo deve fare mettendoci il cuore e pensando che non siamo meno di altri, dobbiamo puntare sulle cose belle e buone che abbiamo, il turismo, il cibo e la nostra agricoltura. Chiudiamo qualche ente inutile e rinvestiamo nelle nostre capacità professionali che sono il nostro vanto nel mondo. Noi abbiamo il più grande patrimonio artistico, sfruttiamolo al meglio non distruggendolo. Siamo i Re della tavola ma non siamo capaci di essere uniti per una causa comune, ci si vende per una poltrona.

La ristorazione italiana sta male, è un malato, e se non viene curato in tempo rischiamo di perdere anche l'ultima nostra risorsa. I cinesi sono all'angolo della strada e se la ridono, non aspettano altro che buttarsi sulla fetta di torta. Il rischio che fra qualche decennio parleremo cinese è alto: se è per questo in alcune località italiana già ci sono insegne luminose in cinese, e alcuni hotel del Paese sono in mano ai russi. Smettiamola tutti di essere i primi della classe, l'Italia oggi ha bisogno più che mai di unità, altrimenti stiamocene a guardare e a sentire le farneticazioni del Presidente del Consiglio. Hanno aumentato l'Iva e non ho sentito protestare certe associazioni di categoria, è una desolazione, questo governo ha attuato delle misure assurde e noi siamo stati a guardare, non sono i premi che fanno pagare le fatture o gli stipendi a fine mese!


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11/11/2011 09:37:00
1) Ma Esposito non lavora nel Medio Oriente?
Scusi ma lei mica lavora nel Medio Oriente?




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