Nessuno se ne è accorto o quasi. I giornali vi hanno dedicato al massimo un trafiletto. Eppure l'ennesima sparata animalista del ministro del Turismo dovrebbe preoccupare non poco. L'anno scorso se l'era presa con il
Palio di Siena, ma poi aveva dovuto fare marcia indietro di fronte a una sollevazione popolare che le contestava l'entrata a gamba tesa contro manifestazioni storiche e culturali che non si basano certo sulla sanguinosa tauromachia spagnola.
Non contenta di essere almeno riuscita a risollevare il morale dei turisti che viaggiano con cani e gatti appresso (è fortunatamente cresciuto il numero degli hotel che li ospitano), l'on. Michela Vittoria Brambilla ha ora nuovamente imbracciato la clava contro i palii prendendosela con quello di Ronciglione, in provincia di Viterbo, dove purtroppo durante il carnevale è morto un cavallo che correva nel palio scivolando sull'asfalto bagnato. Per la rossa collaboratrice del premier è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, tanto che ha tuonato di nuovo contro «anacronistiche tradizioni da cancellare» perché si maltratterebbero gli animali.
Peccato che la signora Ministra non tiene conto che non sono certo un cavallo o una mucca morta in palii legati a tradizioni secolari ad «arrecare danno - come sostiene - all'immagine nazionale all'estero, con conseguenze negative anche per il nostro turismo e l'appeal del Made in Italy». A danneggiare la nostra immagine all'estero ci mette del suo la nostra classe dirigente con scontri giornalieri fra i partiti, baci alle mani dei dittatori nordafricani o i giochini del 'bunga bunga”. E a danneggiare il nostro turismo in maniera sostanziale - ma su questo tema il ministro Brambilla non ha mai detto una parola - sono anche tutte le
false manifestazioni turistiche o finte valorizzazioni di territorio che vengono spacciate per sagre, ma che della sagra autentica non hanno nulla.
Invece che prendersela con i pochi palii che rievocano storie autentiche di contrade, l'on. Brambilla farebbe meglio a occuparsi sul serio di quanto le iniziative come le sagre tarocche insozzano il nostro turismo e azzoppano le possibilità di far crescere sul serio attività economiche basate sull'enogastronomia e la ristorazione di territorio. E poi se dobbiamo fare veramente la guerra ai maltrattamenti degli animali ce ne sarebbero di settori su cui intervenire. Basta che non diventi una moda perché c'è il rischio che con questo andazzo anche la cucina venga investita dalla furia del Ministro.
Anzi, a ben pensarci è meglio che si preparino nel Bresciano, dove hanno creato in questi giorni una Deco per tutelare lo spiedo, simbolo della tavola di quelle zone. Nella logica animalista della Brambilla si dovrebbero certamente abolire, perché sugli spadoni finiscono dei poveri uccellini. Ma forse a questo punto non arriverà, perché la Ministra è in contraddizione con se stessa essendo un'imprenditrice di successo che distribuisce salmoni, pesci che vengono crudelmente uccisi prima di essere affumicati e imbustati. Se dobbiamo tutelare gli animali facciamolo fino in fondo e senza porre discriminazioni sul presunto livello di intelligenza di una specie o di un'altra. Se dovessimo applicare queste distinzioni anche ai politici... Dio ce ne scampi.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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