è un anno importante, per il turismo, il 2011. Quest'anno si celebra il 150° anniversario dell'Unità d'Italia con tutto il battage che ne consegue, quest'anno gli operatori sperano di mettere la parola fine alla congiuntura che ha colpito tutti i settori economici del Paese.
Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) allarga così il proprio raggio d'azione e non si limita a sintetizzare i fenomeni che hanno caratterizzato l'industria delle vacanze nel 2010, anno peraltro di sostanziale tenuta rispetto al 2009, ad eccezione della stagione estiva, periodo in cui gli operatori hanno registrato delle flessioni nelle vendite delle camere, soprattutto nel comparto complementare.
L'annuale Osservatorio Unioncamere-Isnart registra un calo seppur lieve nelle vendite delle imprese ricettive, pari nella media complessiva nazionale al 2,1% (con un bilancio negativo a luglio del 3,2%, ad agosto del 6,1% e a settembre del 5%).
L'anno scorso, insomma, non ci sono stati i tradizionali picchi di occupazione estiva, ma il turismo si è spalmato di più nell'arco dei dodici mesi. E, fatto negativo, l'occupazione media delle camere delle strutture ricettive ha superato raramente il 50%.
Così come sono cambiati i periodi scelti per trascorrere le ferie, altrettanto è cambiato il modo di fare turismo. I nostri connazionali hanno rivolto infatti la loro attenzione verso mete inedite, a dimensione umana e con una forte caratterizzazione enogastronomica. Il 2010, insomma, è stato l'anno delle nicchie.
Bene sono andate le città di interesse storico-artistico, anche quelle minori (che hanno segnato un ragguardevole +5% rispetto all'anno precedente). E uno dei comparti che ha segnato le migliori performance è stato proprio quello dell'enogastronomia.
è raddoppiata, infatti, la quota di vacanze degli italiani alla ricerca del gusto: complessivamente il 3,8% dei soggiorni (rispetto all'1,8% del 2009), pari a oltre 3,2 milioni di partenze. Ed è significativo notare come il giudizio attribuito dai turisti alla 'qualità del mangiare e del bere” occupi il primo posto nel loro livello di soddisfazione verso il viaggio e sia pari a un voto medio di 8,2 in una scala da 1 a 10.
Sul fronte gastronomico, dunque, si può lavorare molto per ottenere risultati sempre migliori. E non è un caso se Unioncamere e Isnart hanno dato vita al progetto 'Ristoranti italiani nel mondo”, un'idea maturata sull'esperienza acquisita entro i confini nazionali con il marchio 'Ospitalità italiana”. La nostra cucina può diventare così vessillo del nostro Paese in ogni angolo del globo e generare nuovi flussi turistici a livello internazionale.
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