Giudizi più chiari L’Espresso punta solo sui Cappelli

16 agosto 2016 | 15:24
di Alberto Lupini
Forse la novità potrebbe giungere in ritardo vista la poca considerazione che, in genere, raccolgono oggi le guide sui ristoranti. Almeno per quanto riguarda le edizioni cartacee. Ma di sicuro è un atto importante e anche di onestà intellettuale vista la convinzione con cui ci si era ostinati a difendere un sistema che aveva fatto il suo tempo. Il riferimento è alla decisione della Guida Ristoranti de L’Espresso di rinunciare totalmente alla sua impostazione basata su giudizi calcolati in ventesimi (con tanto di mezzo punto e un quarto di punto).



Dalla prossima edizione la guida curata da Enzo Vizzari utilizzerà solo i cappelli (il cui numero massimo sale da 3 a 5) per indicare il livello di valore attribuito ad un locale. Si tratta di una svolta importante, che sembra voler interrompere una storia fatta di micropunteggi per iniziati che non trovava più consenso fra i lettori e fra i ristoratori, ridando al contempo una nuova prospettiva all’unica guida italiana che sulla carta potrebbe mettere sul serio in discussione l’egemonia della Michelin, di rito francese...

Anche se la soluzione, da sempre proposta da Italia a Tavola, era già stata adottata da qualche anno della Guida del Touring, sia pure solo per le fasce alte (e citandoci come fonte di ispirazione), non possiamo non sottolineare l’importanza di una scelta che ha il merito di rendere più chiari i giudizi, dando più valore alla Cucina italiana nel suo complesso. Rinunciando alle gerarchie viene dato più valore alla professionalità diffusa fra i tanti cuochi italiani, così da dare realmente il senso di una squadra che non può ridursi agli 8 tristellati selezionati dalla Michelin (tutti assolutamente meritevoli di essere in quella condizione) o agli “amici” di Identità Golose.

Per i curatori coordinati da Enzo Vizzari si apre davvero una nuova opportunità, a cui vogliamo dare credito, e che a brevissimo ci auguriamo sappia confermare coi fatti il senso di questa svolta. Ridare credibilità ad un sistema di valutazioni affidato a professionisti sarebbe anche un modo per ricacciare nelle fogne un sistema malato messo in piedi da TripAdvisor dove il ricatto e la minaccia si sono sostituiti alla competenza e a quel distacco (un tempo si chiamava obiettività e competenza) che dovrebbe regolare un sistema basato su critici e giornalisti.

Salvo trovarci a ottobre con una Guida dell’Espresso che assegni meno “5 cappelli” rispetto alle “3 stelle” Michelin, per ora ci piace pensare di poter tifare per una Guida italiana...

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Alberto Lupini


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