Parlando di TripAdvisor e in genere di chi si occupa della cosiddetta web reputation (quanto qualcuno giudica valido un servizio o l’immagine in internet), va detto che non c’è limite al peggio. Dopo avere tollerato le frodi di quanti vendono recensioni positive o negative, per scalare classifiche farlocche o togliere punti ai concorrenti, ora il Gufo americano permette niente meno che la cancellazione di tutte le recensioni negative, ovvero quelle da 1 e 2 pallini verdi su 5. Il tutto alla “modica” cifra di 750 euro. Un servizio proposto come investimento e quindi addirittura «deducibile al 100% dalle tasse».
Il punto è che questo ulteriore taroccamento delle classifiche non potrebbe avvenire senza un intervento di TripAdvisor. E poiché a oggi la società americana non ha in alcun modo smentito questa proposta commerciale, è ragionevole pensare che rientri nei suoi programmi di business. Come dire che il gioco sporco ora si farebbe più chiaro: da un lato TripAdvisor protegge l'anonimato e pubblica qualsiasi tipo di recensione senza controllarne l’attendibilità, e non verificando nemmeno che i locali esistano davvero, e di fatto incentiva i commenti negativi che costituiscono spesso un crimine contro il mercato e la libera concorrenza, e dall’altro lato permette altre azioni criminali per estorcere denaro ai titolari di locali che vogliono uscire dal tunnel delle recensioni negative.
E tutto è costruito attorno ad un algoritmo che sembra fatto apposta per creare danni pesanti in presenza anche di una sola recensione negativa. Anche se un locale ha buoni giudizi, ne basta infatti uno brutto per perdere molte posizioni in classifica.
Siamo in presenza di una strategia criminale, contro cui TripAdvisor non muove un dito, che si alimenta del clima di terrore creato da TripAdvisor, per cui raggiungere una posizione alta nella classifica del sito vale molto di più che avere dei buoni giudizi sulle guide o del passa parola.
Sollecitati da molti operatori alcune settimane fa Italia a Tavola ha dato il via alla campagna #NoTripAdvisor contro le false recensioni e le classifiche truccate, alla quale hanno già aderito centinaia di ristoratori e gestori di strutture ricettive. A breve annunceremo altre iniziative per avviare azioni legali di tutela, così da ristabilire democrazia e diritto in un sistema che il Tar del Lazio ha recentemente violentato cancellando la sacrosanta sanzione che l’Authority aveva deciso per frenare le scorrettezze di TripAdvisor. E sul fondo resta la richiesta di nuove norme europee e italiane.