Se c’era bisogno di una svolta netta rispetto all’imbarazzante vergogna degli
scandali sugli appalti e della
mancanza di progettualità, il Ministro
Maurizio Martina ha certamente vinto la sua scommessa. Almeno sul piano dell’immagine la sua iniziativa dell’
Expo delle idee, svoltasi all’hangar Bicocca di Milano, è stata un vero successo. Lo scenario dell’ex fabbrica dell’Ansaldo-Breda (uno dei simboli dell’industria lombarda), oggi esposizione d’arte contemporanea, si è rivelato ideale per promuovere un evento che aveva (ed ha) bisogno di idee e valori. E i messaggi di
Papa Francesco, del Presidente
Sergio Mattarella, dell’ex presidente del Brasile Lula, come gli interventi, fra gli altri, di Umberto Veronesi o
Carlin Petrini, hanno certamente dato il giusto segnale che l’Expo potrà, fra meno di tre mesi, essere utile per il suo scopo prioritario: dare una risposta al problema di come sfamare un mondo sempre più popolato, di una corretta alimentazione e della lotta agli sprechi.
L’appuntamento di sabato a Milano è stato fra l’altro chiaramente costruito tenendo conto dello stile decisionista e ottimista del presidente del consiglio
Matteo Renzi, che ha marcato i lavori con la leadership. “Renziane” erano fra l’altro la regia e la coreografia. Senza grandi sforzi di immaginazione, l’hangar riproponeva spazi e atmosfere tipiche della Leopolda fiorentina, sede degli incontri politici del premier. Lo stesso criterio dei tavoli di lavoro (punto negativo della manifestazione perché la stampa non ha potuto seguire l’andamento delle discussioni degli esperti, che nel caso degli stranieri senza traduttori avevano anche difficoltà di relazioni...), o la partecipazione di mezzo Governo, hanno dato la dimostrazione di una forte unitarietà e coesione attorno al progetto.
E in attesa di conoscere i contenuti di questa Carta di Milano elaborata sabato, va detto che l’appuntamento all’hangar ha in qualche modo anticipato cosa conterà all’Expo. Temi centrali saranno la politica (mondiale) e gli scenari dei prossimi anni. Solo i grandi leader o grandi nomi riusciranno in qualche modo ad avere un minimo di ritorno mediatico. Di fatto non ci sarà spazio o visibilità in tv, sul web o sulla stampa per nessuna azienda. Forse solo marchi come Coca Cola avranno qualche ritorno, ma già per nomi come Barilla o Eataly sarà dura avere visibilità. Questa è la realtà che caratterizzerà anche gli eventi (dentro o fuori l’Expo), campo su cui in tanti, troppi, vogliono cimentarsi, creando miraggi di chissà quali risultati commerciali per le aziende. Ma proprio i lavori per la Carta di Milano confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’Expo non sarà una fiera o una mostra mercato in cui tentare di fare affari.
Molte aziende oggi sono tentate di investire in eventi o presenze per l’Expo inseguendo il miraggio di chissà quale notorietà. Un esempio per tutti: per esporre una bottiglia di vino, su uno scaffale in qualche angolo di uno stand che sarà disponibile solo per 15 giorni, alcune Regioni chiedono fino a 3mila euro. Un esborso che non sarà ripagato dal passaggio di visitatori interessati alle grandi novità della tecnologia o agli ideali che sostengono questa Expo. E tutto ciò senza considerare che un’azienda può anche investire migliaia di euro in un evento, ma se poi di questo non si parla sui giornali, sulla tv, sul web, sui social network, a che serve? Al contrario oggi servirebbe rafforzare i legami con la propria clientela soprattutto se anche in Italia scatterà la ripresa. Bisogna investire sulla qualità, sull’innovazione e sulla
promozione come sempre fatto e come a maggior ragione si dovrà far anche durante l’Expo, e dopo.
Pensare solo all’Expo, che, lo ripetiamo, non è una fiera, potrebbe compromettere la continuità di rapporti e di immagine con i clienti che sono poi l’obiettivo finale di ogni strategia di marketing. La verità è che l’Expo sarà un evento strategico che potrebbe essere fondamentale per garantire una svolta reale a tutta la filiera agroalimentare italiana, alle aziende di servizio e al turismo. Pur con tutta l’importanza che potrà avere, l’appuntamento milanese sarà però solo un episodio, un passaggio importante, ma delimitato nel tempo. Potrà essere una grande opportunità per il Sistema Italia, ma non sarà certo quella “vetrina” che alcune aziende si illudono di poter aprire.