Nella foto, da sinistra: Carlin Petrini, Maurizio Martina e Piero Fassino
Mezzo governo si è riunito con 500 esperti per confrontarsi sullaCarta di Milano, il documento che sarà la vera eredità di Expo, una sorta di nuovo protocollo di Kyoto sul cibo. La Carta a fine ottobre sarà consegnata al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Anche per questo l'appuntamento di Milano all’Hangar Bicocca ha visto la partecipazione del premier Matteo Renzi e i messaggi di Papa Francesco e del Presidente Sergio Mattarella.
L’esortazione di Petrini
Fra i molti interventi che hanno segnato idealmente la giornata, ricordiamo quello del fondatore di Slow Food, Carlin Petrini (nella foto sopra, a sinistra), che ha rivolto un’esortazione perché «l'Expo accolga a braccia aperte i contadini e i più poveri. La Carta di Milano non sia un mero documento, ma un vero inizio. Il nervo scoperto che oggi sta mettendo in ginocchio milioni di contadini ha un nome chiaro: si chiama libero mercato, che applicato al cibo sta generando uno sconquasso di proporzioni bibliche», ha detto Petrini. «Allora io chiedo - ha proseguito - con quale spirito andiamo verso Expo? Non possiamo concentrarci solamente sui milioni di turisti, ma dobbiamo occuparci di quei contadini e allevatori che vivono in sofferenza. È sacrosanta la battaglia del made in Italy, ma dobbiamo aprire gli occhi al mondo, perché ci sono eccellenze in ogni angolo del pianeta. Questa è la visione che l'Expo deve fare propria».
«Vorrei un'Expo più sobria, meno attenta ai grandi padiglioni ma che abbia anche il coraggio di dire le cose come stanno, che si apra ai contadini. Mi auguro che con un colpo di reni le persone che sono a questi tavoli facciano in modo che i prossimi giorni siano di confronto e di dialettica. Facciamola finita con questa separazione tra scienza ufficiale e saperi tradizionali: solo con il dialogo supereremo le divisioni e costruiremo una prospettiva condivisa che ci farà uscire da questa situazione. Se non si cambia il sistema, ben difficilmente consegneremo alle prossime generazioni una speranza di vita degna. Quindi, che la Carta di Milano non sia un mero documento, ma un vero inizio».
Un'occasione per il turismo
Più pragmatici e attenti alle ricadute sul sistema economico italiano gli interventi dei Ministri. Fra questi ricordiamo quello del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini (nella foto qui sopra). «Se solo noi riuscissimo a vedere l’Italia con occhi stupiti e ammirati dei milioni di visitatori che vogliono vestire italiano, cibo italiano, cultura italiana... - sospira il ministro Franceschini - ma non ci riusciamo presi dalle nostre beghe interne. Ho l’impressione che ci sia stata una sottovalutazione psicologica dell’impatto che Expo potrà avere sul Paese».
Quindi avverte: l’Italia è destinata ad avere un flusso crescente di turismo internazionale. È vero che siamo scesi al quinto posto nel mondo come meta del turismo internazionale. «Ma ciò che conta è il numero assoluto, e l’Italia rimane il paese più desiderato all’estero». Solo i cinesi che desiderano invaderci pacificamente, spiega Franceschini, sono attualmente 100 milioni, ma entro pochi anni saranno 500 milioni. «Non possiamo accettare che il turismo sia concentrato solo tra Venezia, Firenze e Roma. Dobbiamo utilizzare tutte le potenzialità che ci sono».
Torino, spiega il ministro, è l’esempio virtuoso di una città che si è saputa rilanciare: «Sembrava condannata alla fine della sua centralità industriale, invece si è saputa rinnovare e diventare attrazione turistica. L’Italia ha potenzialità infinita di offerte. Quello che cerchiamo di fare con Expo è un enorme laboratorio». I dati raccontano che attualmente poco meno del 15% del turismo internazionale si spinge sotto Roma, eppure nelle regioni meridionali c’è arte, cultura, mare. Quindi la sfida di Expo sarà distribuire questo turismo.
E in proposito il Ministro ha ricordato la realizzazione del portale Verybello. «Abbiamo costruito questo sito - dice Franceschini - che ha fatto discutere, “Verybello”. Un nome ironico e ricercato che in due settimane ha avuto due milioni e duecentomila accessi. È possibile trovare oltre 1.300 eventi, 300 mostre, concerti, iniziative bambini, jazz, cinema, itinerari culturali e storici». Insomma, Expo sarà l’occasione a portata di mano. bisogna saperla cogliere, però. «Un po’ di orgoglio nazionale ci farebbe bene. Non c’è Paese al mondo che possa offrire offerta culturale come la nostra. L’Italia va vista come un museo diffuso e come un sistema paese, non centralizzato ma con la bellezza e l’offerta culturale diffusa su tutto il territorio. Expo servirà per vendere il Paese nella sua completezza».