Finalmente qualcosa si muove. Anche al Governo si sono resi conto che per sostenere il turismo è necessario
liberalizzare gli orari dei negozi, soprattutto nei comuni a vocazione turistica. Un'esigenza che da tempo è sostenuta dalla Confcommercio e che a Firenze aveva trovato, grazie anche al dinamismo del presidente della Fipe Toscana,
Aldo Maria Cursano, un terreno dello scontro forse più duro con i sindacati in vista del 1° maggio. Un'opportunità per l'intero sistema economico nazionale che il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, sembra ora voler garantire con l'annuncio di un apposito disegno di legge.
E così, dopo avere di fatto contribuito ad azzoppare il commercio tradizionale con una diffusione in tutta Italia di centri commerciali quasi senza logica, ora istituzioni e organizzazioni imprenditoriali sembrano decise a porre dei rimedi per evitare di lasciare sguarniti i centri turistici dove al di là di qualche ristorante o bar, per il resto regna la chiusura nei giorni festivi.
Con questo non vogliamo sostenere che lo shopping in sé sia il rimedio per uscire dall'attuale crisi economica, ma certo offrire più opportunità per acquisiti mirati e di qualità potrebbe essere un giusto aiuto. Per non parlare poi di come l'apertura di negozi di generi alimentari possa ad esempio arricchire l'offerta di quel turismo enogastronomico che da tempo è ormai diventato uno dei motori trainanti per lo spostamento di sempre più vaste masse di persone sul territorio nazionale.
Avere negozi alimentari aperti nei giorni festivi vuol dire fra l'altro permettere ai commercianti seri di dare il loro contributo per combattere sul serio la piaga delle
sagre tarocche dove improbabili artigiani del gusto, spesso solo rivenditori di prodotti di bassissimo livello (uguali in tutta Italia), occupano piazze e strade con i loro banchetti dove le norme igienico-sanitarie di conservazione non sono nemmeno rispettate.
Bene dunque la presa di posizione dell'on. Brambilla, dalla quale ci aspettiamo ora un qualche intervento strutturale (magari
insieme al ministro delle Politiche agricole) contro le sagre degli imbroglioni, nonché una presa di posizione anche sulla gestione degli spazi pubblici per favorire le attività della ristorazione nel periodo estivo. Basterebbe vedere le polemiche sulle norme varate dal Comune di Milano per la
zona dei Navigli e giustamente contestate dalla Fipe e dall'Unione del commercio, con gli interventi di Alfredo Zini, per rendersi conto di come il problema sia vero e sentito sia dagli operatori commerciali che dai consumatori.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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