Le premesse positive ci sono tutte: fare squadra e utilizzare al meglio mezzi e risorse disponibili è da sempre l'obiettivo che 'Italia a Tavola” indica come prioritario. Non può quindi che farci piacere l'annuncio di una collaborazione fra i ministri delle Politiche agricole e del Turismo per la promozione del turismo enogastronomico. L'
asse annunciato fra Saverio Romano e Michela Vittoria Brambilla è di quelli che potrebbero davvero cambiare il settore e garantire quel salto di qualità che da troppo tempo ci aspettiamo. E capace di colmare, almeno in parte, quel senso di vuoto del mai concretizzato piano di rilancio economico annunciato dal Governo ormai più di due mesi fa e rimasto finora lettera morta. Senza alcun pregiudizio (o pessimismo della ragione...) aspettiamo quindi di vedere cosa succederà, cercando anzi di favorire una strategia (che è ancora tutta da costruire) dando un modesto contributo di idee ed esperienze.
La prima considerazione che ci sentiamo di fare è che, pur nella vaghezza dei finanziamenti effettivamente disponibili, si mettano sul tavolo anche pochi soldi, ma certi, e si individui con precisione chi li dovrà gestire. Un conto è rifarsi, come fa l'on. Brambilla, a investimenti previsti per altri interventi (e quindi si presume già promessi a qualcuno) o a soldi non spesi dalle Regioni (per mancanza di progetti...) come fa l'on. Romano. Un altro conto è invece averli in cassa e pronti da spendere. Di promesse ne abbiamo sentite troppe finora.
Un altro punto non secondario è il coinvolgimento di tutti gli operatori in una sorta di stati generali e al tempo stesso cabina di regia del settore. Il ministro del Turismo aveva fatto una mossa intelligente in questa direzione istituendo a suo tempo un
mega comitato per il turismo enogastronomico, ma alla fine non sembra che la montagna abbia partorito almeno un topolino... Anzi, la sensazione è che si sia tirato un po' a campare. L'importante è che non si faccia un'ennesima commissione e tutto resti come prima.
Fra gli obiettivi di una nuova politica del turismo enogastronomico, oltre ad una messa in rete di quanti più produttori possibili, ci deve essere un indispensabile raccordo con i ristoratori per iniziative di valorizzazione del territorio che mettano in rete tutti i protagonisti della filiera. Lo spartiacque di questa strategia è però la messa al bando di tutte quelle feste commerciali inutili e tarocche che troppo spesso vengono contrabbandate per sagre. Su questo è indispensabile una presa di posizione netta dei ministri rispetto al
Manifesto che abbiamo lanciato nel settembre scorso insieme alle organizzazioni di categoria. Il ministro Romano ha una giustificazione per il suo silenzio visto che è da pochi giorni in carica, ma per il ministro Brambilla pesano come macigni i suoi silenzi su questo tema... Va bene occuparsi dei maltrattamenti agli animali nei
palii, ma al turismo enogastronomico fanno malissimo le finte sagre. Se lo ricordi!
Come ultima considerazione (che non esaurisce però l'elenco) ricordiamo la necessità di rivedere a fondo le
norme che riguardano l'offerta del 'fuori casa” equiparando da un punto di vista normativo e di controllo igienico sanitario gli agriturismi e i ristoranti e separando invece meglio questi ultimi dai bar. In troppi oggi permettono ai turisti di mangiare, ma solo sui ristoratori pesano i vincoli maggiori.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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