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Asse Romano-Brambilla per il turismo del gusto

Il protocollo per il turismo enogastronomico è stato siglato a Vinitaly dal ministro delle Politiche agricole Saverio Romano e dal ministro al Turismo Michela Brambilla. Avrà la durata di 4 anni e prevede un piano annuale di attività congiunte. In Italia 500 milioni di euro di risorse non spese

09 aprile 2011 | 14:19
Asse Romano-Brambilla per il turismo del gusto
Asse Romano-Brambilla per il turismo del gusto

Asse Romano-Brambilla per il turismo del gusto

Il protocollo per il turismo enogastronomico è stato siglato a Vinitaly dal ministro delle Politiche agricole Saverio Romano e dal ministro al Turismo Michela Brambilla. Avrà la durata di 4 anni e prevede un piano annuale di attività congiunte. In Italia 500 milioni di euro di risorse non spese

09 aprile 2011 | 14:19
 

VERONA - Il ministro dell'Agricoltura Saverio Romano e quello del turismo Michela Vittoria Brambilla hanno firmato al Vinitaly di Verona un protocollo di intesa per la promozione del turismo enogastronomico. è un settore, secondo l'osservatorio annuale Censis-Città del vino che l'anno scorso ha generato un giro d'affari compreso tra i 3 e i 5 miliardi di euro, con 4 milioni di nuovi turisti che si muoverebbero soprattutto per ragioni legate al cibo, all'alimentare e al vino. Dal 2003 la spesa media quotidiana di questo tipo di turista in Italia sarebbe aumentata del 18% depurata dall'inflazione. «Questo protocollo d'intesa mira a valorizzare il turismo enogastronomico, una realtà fondamentale per il settore»  Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Saverio Romano ha commentato le ragioni alla base dell'accordo.  

I Ministri Brambilla e Romano brindano all'intesa con spumante dell'azienda Torti dell'Oltrepo' (Foto Giulio Ziletti)

La convenzione mira a valorizzare e promuovere in maniera integrata il sistema turistico e quello agroalimentare e rurale del nostro Paese. Tra gli obiettivi programmatici del documento ci sono: il coordinamento delle azioni di comunicazione istituzionale, la definizione di un programma nazionale di valorizzazione del sistema turistico-agroalimentare e di progetti pilota di valorizzazione integrata dei sistemi locali; la definizione  di distretti 'turistico-agroalimentari” e di itinerari enogastronomici; la valorizzazione dell'immagine dell'Italia attraverso la promozione e la comunicazione delle eccellenze enogastronomiche italiane.

Per raggiungere questi risultati i due Ministeri provvederanno all'istituzione di un gruppo di lavoro congiunto che dovrà definire un piano annuale delle attività, proponendo anche interventi normativi che ne consentano lo sviluppo, e monitorare l'effettivo avanzamento delle iniziative intraprese. Questo gruppo dovrà quindi verificare annualmente la possibilità di una partecipazione finanziaria congiunta, attivando strumenti e risorse propri e proponendo provvedimenti di legge per il finanziamenti dei progetti comuni. La convenzione avrà una validità di due anni, ed è previsto un tacito rinnovo per un uguale periodo. Al termine del quadriennio è prevista una eventuale revisione dell'accordo.

A sostegno di questo progetto il Ministro Romano, rispondendo ad una precisa domanda di "Italia a Tavola" ha chiarito che si cercherà di utilizzare i 500 milioni di fondi non spesi per progetti di promnozione da parte delle Regioni, mentre a subito l'Agensud metterà a disposizione un fondo di 10 milioni di euro destinato alle produzioni agricole di eccellenza. Per progetti di eccellenza per il territorio esiste invece un fondo di 118milioni di euro, oltre ad 8 milioni di euro destinati alle vie del del Gusto delle Regioni, ed a questi finanziamenti ricorrerà invece il Minisrro Brambilla per finanziare da subito la convenzone. 

Nel corso della conferenza stampa di presentazione del protocollo d'intesa il Ministro Saverio Romano, che aveva inaugurato la manifestazione giovedì scorso, ha spiegato le ragioni del suo ritorno nella città veneta:  «Sono tornato perché era forte desiderio di entrare in contatto con i produttori del vino. Voglio toccare con mano le eccellenze da loro prodotte, ma anche confrontarmi con gli operatori del settore». 
«Il vino – ha poi aggiunto - ha un valore di export di quattro  miliardi di euro, e rappresenta il  20% delle esportazioni  agroalimentari, consentendo alla nostra bilancia commerciale di recuperare».

Veronafiere si conferma dunque il principale polo fieristico dell'agroalimentare italiano. «Proprio nel ‘93 a Vinitaly è partito il primo movimento sul turismo legato all'agroalimentare e all'enogastronomia di qualità – ha ricordato il presidente di Veronafiere, Ettore Riello -. Parliamo di un settore fondamentale per il rilancio dell'economia e che coinvolge contemporaneamente storia, cultura, ambiente e territorio. E Veronafiere riassume in sé tutti questi valori, attraverso brand di riferimento internazionale come Vinitaly, Sol, Agrifood, Siab, strumenti di valorizzazione per le imprese ad ampio spettro».

Proprio sul fronte dell'effetto di traino di Veronafiere sull'economia nazionale, Riello ha invitato ufficialmente i ministri Brambilla e Romano alla prossima edizione di Fieracavalli (3-6 novembre 2011), «manifestazione che promuove la vicinanza fra l'uomo, gli animali, l'ambiente, ma anche il turismo».

Il protocollo fra i ministeri delle Politiche agricole e del Turismo, siglato oggi a Vinitaly, ha durata biennale (rinnovabile tacitamente per altri due anni) e si pone l'obiettivo di valorizzare il sistema 'turismo & agroalimentare”, attraverso i distretti turistico–agroalimentari a livello nazionale con nuovi itinerari di eccellenza per promuovere l'immagine del brand Italia.

«La bottiglia di vino italiano è il miglior ambasciatore del nostro Paese, presente in 150 Stati – ha osservato il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano -. Il mondo del vino vale quattro miliardi nella bilancia dell'export, uno dei pochi settori in cui il saldo commerciale è attivo. Le esportazioni di vino italiano nel mondo, in particolare, rappresentano il 20% di tutto l'export agroalimentare. Per questo con il protocollo di oggi intendiamo elevare le eccellenze dell'agroalimentare italiano sullo stesso piano del vino, facendole diventare uno strumento di marketing, di accoglienza e di valorizzazione strategica dell'intera economia».

Secondo il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, «il turismo e l'agroalimentare sono due asset strategici per il nostro sistema Paese. Con questo protocollo intendiamo promuovere congiuntamente la cultura dell'enogastronomia di tutti i territori italiani, dal momento che nel 2010 i turisti enogastronomici sono stati 18 milioni».

«Ci chiediamo come mai un settore fondamentale per l'intera economia italiana, come il turismo enogastronomico, sia ancora orfano di una regia nazionale, che possa identificare in modo unitario i tanti territori che ne sono i protagonisti: quei piccoli e grandi comuni che in 30 anni ne hanno fatto un vero e proprio fenomeno di successo, vessati e continuamente privati delle giuste risorse per continuare a promuovere ed investire sul proprio territorio». Così ha detto il presidente delle Città del Vino Giampaolo Pioli ai Ministri delle Politiche agricole Saverio Romani e del Turismo Michela Brambilla. «Dati e numeri - aggiunge Pioli - parlano chiaro: il settore è un fenomeno che non conosce crisi, con 5 miliardi di giro d'affari nel 2010 e dai 4 ai 5 milioni di turisti in visita in Italia, e merita la massima attenzione».

Secondo il Rapporto Annuale n. 9 'Osservatorio sul Turismo del Vino in Italia” di Città del Vino e Censis, il turismo enogastronomico si conferma una delle voci fondamentali dell'economia italiana, un settore dinamico e che continuamente registra nuove tendenze. Prima fra tutte, la crescita della spesa media giornaliera pro-capite, che dal 2003 ad oggi è cresciuta del 18% passando da 149 euro a 193 euro nel 2010. Ma anche nuovi input a cui guardare: nella scelta delle mete non si va più dietro alle mode, ma a caccia di curiosità ed esperienze innovative, grazie al web, con il quale si organizza ormai 1 viaggio su 3, con le mete principali del momento che sono Trentino, Valpolicella, Collio, Romagna, Maremma, Salento e Sicilia, e che si aggiungono a quelle con un brand territoriale già forte, dalle Langhe alla Franciacorta al Chianti Classico.

«Eppure ancora non c'è neanche un portale unico sul web e un logo che possa certificare e rendere riconoscibili i nostri territori. Così come è da tempo ormai che chiediamo un rifinanziamento della legge 268/99, la legge quadro delle strade del vino in Italia».


(Foto GIULIO ZILETTI)

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