Certo non si può pensare che il turismo moderno possa basarsi su simboli un po' arcaici come la sofferenza degli animali. E non a caso in Spagna è tornato d'attualità il dibattito sull'opportunità o meno di mantenere in vita simboli ancestrali come le corride. E che siano cruente come in Andalusia o con meno sangue come quelle catalane poco importa: alla fine lo spettacolo è dato da un povero toro, drogato, che soccombe...
Detto ciò, è almeno bizzarro che il ministro italiano del Turismo (comparto che soffre da anni di sbagliate politiche di promozione e dell'incapacità di fare sistema) abbia trovato il tempo di imbastire una
querelle contro le 'torture” ai cavalli del Palio di Siena. Nemmeno ai tempi del ministro 'verde” Pecoraro Scanio si erano rasentati livelli di così puerile spirito animalista. Parlare male del Palio è un po' come farlo di Garibaldi (prima dell'era di Bossi & C.). Del resto si tratta dell'evento spettacolare italiano forse più conosciuto al mondo ed è comprensibile che i pur nobili sentimenti dell'on. Michela Brambilla siano stati un po' spernacchiati.
Al di là del passo falso compiuto sul Palio, è peraltro meritevole che il Ministro cominci, giustamente, a dire la sua su come si potrebbe riorganizzare al meglio il turismo italiano. Nella sostanziale anarchia che fra Regioni, Pro loco e Comuni sta devastando il settore, sarebbe più che utile avere un po' di ordine e qualche linea forte su cui basare le politiche per risalire la china. Non possiamo certo illuderci che le cose vadano bene, perché
quest'estate 3 italiani su 4 hanno passato le vacanze nella Penisola...
Servono nuove strategie e, soprattutto, un indirizzo a cui coerentemente tutte le istituzioni si devono attenere. Ma per far questo il Ministero deve sul serio poter coordinare e avere la possibilità di indirizzare. E ciò anche in contrasto con le demagogiche chimere del federalismo che moltiplica i centri di 'non” decisionismo. Basti per tutti un esempio. La Regione Sardegna sta da tempo promuovendo l'isola attraverso poche selezionate immagini, di grande impatto emotivo, di alcuni suoi luoghi suggestivi. Fra questi lo scoglio con la Torretta di fronte alla spiaggia della Pelosa di Stintino, un tempo luogo d'elite del turismo sassarese. A pochi metri da questo luogo, dall'anno scorso, alla faccia di qualunque logica di tutela dei beni ambientali, c'è un orribile casotto bianco in cui conservare ombrelloni e lettini della spiaggia attrezzata (già di per sé un'altra assurdità in quel luogo). Come se non bastasse, quest'anno si è aggiunto un secondo casotto: un bar direttamente sulla scogliera. Se il Comune permette questi scempi e la Regione chiude un occhio, almeno il ministero del Turismo dovrebbe avere i poteri di intervenire per tutelare un luogo così simbolico.
Ma certo quello dell'assenza di poteri reali da parte del Governo per sostenere il turismo è un problema più generale. Stintino offre un altro esempio, valido per molte altre località. Come è possibile che in un negozio del paese (Il Bazar) si paghino ben 18 euro per una confezione di lamette da barba che in Lombardia costano 10,80 euro? O che in un baretto della spiaggia (I Ginepri) una Coca-Cola alla spina costi 5 euro in un bicchiere di plastica? Di fronte a rincari del genere non ci si deve stupire se il turismo si sposta in Grecia, in Slovenia o in Spagna (corride permettendo). Di questo si dovrebbero occupare il ministro Brambilla e il collega virtuale del dicastero dello Sviluppo economico, che il Cavaliere mantiene ad interim generando un vuoto sempre più preoccupante.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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