Sono solo sei gli stati europei che hanno coltivazioni Ogm, la superficie totale coltivata a Ogm nel continente è diminuita del 12% in un anno. La Germania a fine 2008 ne ha vietato la coltivazione. L'Europa sembra schierarsi contro queste coltivazioni, nei Paesi in via di sviluppo, in Cina, in Brasile invece gli Ogm aumentano.
I sostenitori degli Ogm affermano che utilizzando semi geneticamente modificati aumenti la resa dei campi, il rovescio della medaglia è però che i contadini si ritrovano a usare dei semi brevettati che devono acquistare di anno in anno, dalle Multinazionali. C'è poi il problema della contaminazione: chi decide di essere Ogm-free rischia di avere comunque un raccolto Ogm se nei campi limitrofi vi sono tali coltivazioni.
La sfida per il futuro non è facile, secondo stime delle Nazioni unite la popolazione mondiale crescerà del 34% e nel 2050 il pianeta si troverà dover sfamare 9,1 miliardi di persone. Secondo alcuni solo gli Ogm possono soddisfare questo bisogno, secondo altri è necessario puntare sulla qualità e sul benessere alimentare di tutti, solo così il mondo potrà salvarsi.
Il 2 marzo la Commissione europea ha autorizzato la coltivazione della patata Amflora, geneticamente modificata, prodotta dalla multinazionale tedesca Basf e ha approvato anche tre nuove varietà di mais Ogm. La decisione ha fine all'embargo in vigore dal 1998, suscitando il disappunto di disappunto di molti, in particolare in Italia, dove da subito il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, supportato da Coldiretti, Legambiente e molte associazioni dei consumatori, ha detto un fermo no ai semi biotech.
La lotta del ministro Zaia si è concretizzata ieri, 19 gennaio 2010, con la firma del decreto di stop alle coltivazioni di un mais Ogm, a meno di 24 ore dalla decisione presa all'unanimità dalla Commissione prodotti sementieri geneticamente modificati di negare l'autorizzazione alla coltivazione dello stesso mais.
La questione degli Ogm in Italia si è fatta più aspra dopo il sì, il 19 gennaio scorso, del Consiglio di Stato al maiscoltore friulano Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra, l'associazione di imprenditori agricoli che si batte per l'introduzione delle biotecnologie e per la libera scelta degli agricoltori. Il Consiglio di Stato, al quale l'agricoltore aveva fatto ricorso perché fosse riconosciuto il suo diritto a scegliere cosa seminare in forza della normativa comunitaria gli aveva dato ragione. Ma l'Italia ha sostenuto la sua posizione contraria agli Ogm e la commissione permanente sulle sementi ha detto all'unanimità 'no” al mais transgenico. Il decreto firmato da Zaia passerà ora nelle mani dei ministri della Salute e dell'Ambiente.
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