Il 30% degli incidenti mortali in Italia è dovuto alla guida in stato di ebbrezza. Per questo, secondo la Fondazione Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) per la sicurezza stradale e l'European transport safety council, che hanno organizzato una tavola rotonda, per ridurre le vittime dell'alcol è necessario intervenire subito con campagne per la promozione del guidatore designato, nuovi dispositivi tecnologici e un maggior numero di controlli sulle strade.
«I balletti dei numeri non portano da nessuna parte - ha dichiarato il direttore generale di Fipe, Edi Sommariva (nella foto a destra), commentando i dati suggeriti dall'Istituto superiore di Sanità - men che meno servono a risolvere un terribile dramma come quello degli incidenti stradali mortali causati dall'alcol. Vanno comunque contrastati, anche se i decessi sono 'solo” il 2,2% come affermano i dati Istat. Guai però a strumentalizzare i morti. Decuplicare le percentuali per perseguire chissà quali interessi vuol dire fare del male all'Italia e agli italiani».
Fipe ha ricordato che secondo i dati Istat, gli unici scientificamente accettati, l'80% della mortalità stradale si verifica tra le 6 della mattina e le 9 della sera. E le ore con il maggior numero di morti sono le 5 e le 6 del pomeriggio. «I dati che provengono dalle rilevazioni effettuate dagli organi di polizia - ha proseguito Sommariva - confermano che la velocità è la prima causa di mortalità sulle strade italiane. è un buon segno che anche Ania condivida le proposte avanzate di recente dal nostro presidente Stoppani di dotare le autovetture di dispositivi tecnologici per il blocca motore, campagne per la promozione del guidatore designato e un maggior numero di controlli sulle strade. Bene anche l'aumento del numero dei controlli sulle strade. Sono proprio queste le misure da mettere in atto per ottenere risultati significativi».
«L'alcol miete vittime soprattutto tra i giovani - ha spiegato Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania per la sicurezza stradale, nel corso del convegno 'Safe&Sober Italy: prevenzione e riduzione della sinistrosità alcol-correlata” - e la perdita di una vita è incomparabile rispetto a qualsiasi parametro economico. Una presa d'atto e le relative misure di intervento rappresentano i necessari passaggi da parte del Governo su questo tema. Le nostre Forze dell'ordine hanno fatto miracoli raddoppiando i controlli sulle strade, ma ora è assolutamente prioritario che il Parlamento riconsideri le risorse stanziate per il miglioramento della sicurezza stradale in Italia».
«Mi spiace, ma davvero mi dispiace molto, che una voce autorevole come quella dell'Ania si abbandoni ad espressioni così ciniche da essere prese in considerazione a fatica - ha replicato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia (nella foto a sinistra). Attribuirmi un computo che equipara una vita umana a una misura economica è falso, è scorretto, ed è fuorviante rispetto al dibattito. Persino chi sia in totale malafede, come probabilmente è Umberto Guidoni, deve riconoscere che ho posto la questione del rapporto tra alcol e guida in termini totalmente diversi».
Il Ministro ha così proseguito: «Primo, chiedo che non venga ritoccato il tasso alcolemico di 0,5 attualmente previsto dalla legge. Secondo, chiedo che si tenga presente che ogni volta che si parla di responsabilità negli incidenti mortali, oltre a quella derivata dall'abuso, non dall'uso del vino, si inseriscono fattori determinanti quali: velocità, distrazione e uso di farmaci, sui quali faccio notare la totale assenza di informazioni data dal signor Guidoni. Terzo, pretendo che si usi rispetto per categorie economiche che fanno la fortuna anche di chi come Guidoni, probabilmente, parla tre volte al giorno di Made in Italy. Detto questo - ha concluso Zaia - lascio al signor Guidoni la responsabilità di un'affermazione che evidentemente riguarda l'uso che egli fa della propria coscienza».
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