A pochi giorni dalla presentazione, a Sulbiate (Mb), della relazione conclusiva del progetto "Kobe in Lombardia" che punta all'introduzione in terra lombarda della famosa razza bovina Wagyu, prosegue il percorso di agricoltori e allevatori rivolto alla conquista di nuovi mercati e mirato a rendere più facile e rapida la filiera che mette in collegamento il comparto con la ristorazione. L'iniziativa punta infatti a far arrivare sulle nostre tavole una carne estremamente buona e di qualità.
Ecco allora nascere il Cab, il Consorzio agricoltori brianzoli, che si è fin da subito confrontato con il Consorzio Cuochi di Lombardia presieduto da Matteo Scibilia (nella foto). Due realtà, lombarde, che attraverso una cooperazione potranno portare vantaggi ai due settori: da un lato gli agricoltori potranno vendere a prezzi più equi e dall'altro i ristoratori potranno ricercare materie prime di qualità superiore con maggiori garanzie. L'interesse dei ristoranti non è infatti quello di andare ad ottenere prezzi più bassi, ma semplicemente di riuscire ad acquistare prodotti di maggiore qualità al giusto prezzo.
E con il Kobe arriva anche la bresaola
«L'esperienza dei Kobe in Lombardia - ha dichiarato Ernesto Beretta (nella foto sotto) del Consorzio qualità carne bovina, aggiornandoci su quanto emerso dal convegno di Sulbiate - sta ripartendo, con l'importazione di altri 20 embrioni dall'Olanda Tra 16 mesi avremo i primi due capi macellati e tra 24 avremo oltre 150 incroci all'anno e a 30 mesi da oggi, potremmo avere a disposizione 5 capi in purezza al mese».
«A breve - ha continuato Beretta - avremo inoltre a disposizione 200 kg di bresaole da carne di kobe argentine e di queste carni riusciremo ad avere un controllo assoluto della filiera perché il collega argentino dell'Università de La Plata Andres Baldo (che era presenze al convegno) controlla l'alimentazione ed il grasso di marezzatura. Avremo poi i capi presenti in anagrafe bovina italiana. Con il professor Cantoni su queste carni, che diventeranno bresaole, abbiamo iniziato uno studio sulla presenza e conservazione dei grassi insaturi omega 3 e 6 (grassi antagonisti del colesterolo)».
Ma sono ancora di più i progetti del gruppo di lavoro costiutuzito da ricercatori universitari e Coldiretti. Tra questi, in anteprima, citiamo: tracciabilità al campo del riso per certificare ilo risotto alla milanese, tracciabilità in campo di tutte le produzione agricole con web client e automazione dei tracciati in-out presso le piattaforme di trasformazione (il sistema può gestire dalle serre per ortofrutta alle produzione estensive di granaglie), nuovi incroci da carne per ricercare la qualità non più delle forme e nelle rese alla macellazione, ma concentrandosi sulla marezzatura e quindi sul sapore e tenerezza delle carni e l'attivazione di web client per la distribuzione sul territorio di prodotti a "Km 0".
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