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Milano, niente alcol sotto i 16 anni Ma i baristi non chiedono documenti

A Milano gestori di locali e rivenditori faticano a mettere in atto la nuova normativa comunale, presto in vigore a tutti gli effetti. Poiché l'ordinanza è ancora in fase sperimentale, se chiedessero i documenti perderebbero solo i clienti: «Che deve fare un povero barista, l’ufficiale di polizia?»

 
27 luglio 2009 | 18:43

Milano, niente alcol sotto i 16 anni Ma i baristi non chiedono documenti

A Milano gestori di locali e rivenditori faticano a mettere in atto la nuova normativa comunale, presto in vigore a tutti gli effetti. Poiché l'ordinanza è ancora in fase sperimentale, se chiedessero i documenti perderebbero solo i clienti: «Che deve fare un povero barista, l’ufficiale di polizia?»

27 luglio 2009 | 18:43
 

 A Milano gestori di locali, rivenditori e barman faticano a mettere in atto la nuova normativa comunale che vieta la somministrazione di alcolici a ragazzi che non hanno ancora compiuto 16 anni. Il quotidiano "Il Giorno" racconta di come un 15enne sia riuscito senza difficoltà ad acquistare birre in diversi locali nelle strade della movida notturna. Gli addetti ai lavori si difendono dicendo che l'ordinanza è ancora in fase sperimentale (le sanzioni entreranno in vigore a partire dal 1° agosto prossimo) e che, di fronte a grandi folle di clienti, i baristi non possono trasformarsi in poliziotti e chiedere i documenti a tutti.

Riportiamo di seguito l'interessante inchiesta de Il Giorno.

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MILANO - Alcol vietato ai minori di anni 16. «Davvero? Ma di che stai parlando? Ieri ho preso due birre sui Navigli e nessuno mi ha chiesto i documenti. Vuoi scommettere che ci riesco anche stasera?». Roberto compirà 16 anni ad ottobre. La misura anti-sbronza voluta dal sindaco Moratti, che vieta la vendita, somministrazione e consumo di alcolici ai ragazzini come lui, lo coglie di sorpresa. Venerdì notte ha fatto un giro con gli amici nelle strade della movida e ha bevuto senza problemi. Tre birre e 8 euro consumati in un'ora, nonostante il temporale e la poca gente in giro. Forse non sa che tra qualche giorno se sarà beccato con una birra in mano rischierà una multa salata di 450 euro e notificata alla famiglia.

«Vedremo - risponde senza problemi. Ho i miei dubbi, se c'è casino come faranno i baristi a chiedere i documenti? Per me non cambierà nulla». Decidiamo di seguirlo nella notte tra sabato e domenica, nella Milano delle Colonne e dei Navigli, quella che tira fino a tarda ora tra cocktail e divertimento. L'ordinanza della Moratti per ora non prevede contravvenzioni ai trasgressori e dei volantini distribuiti ai giovani dalla Polizia locale per sensibilizzarli non c'è traccia. Nella zona delle Colonne si sprecano le code. Bar e tavolini affollati, birre e alcol a fiumi. A mezzanotte sale la temperatura, si sprecano schiamazzi e giovani gaudenti. Roberto fa la fila in un locale di piazza Vetra. Ordina una birra media. Il titolare dovrebbe chiedergli un documento, ma c'è ressa e poco tempo da perdere.

La bionda gli viene servita all'istante e Roberto sorride compiaciuto. Nel primo bar non ha avuto alcun problema. Saluta il fotografo pronto a immortalarlo al bancone, esibisce il trofeo, mentre il barista fa i conti con una fila che non gli lascia tregua. In piazza c'è una pattuglia di vigili. I ghisa, defilati, osservano quel che accade nella piazza. è una presenza discreta, che non infastidisce più di tanto gente stesa sull'asfalto, che gioca a carte e delizia con la chitarra la platea. Seguiamo Roberto e facciamo capolino in un bar di corso di Porta Ticinese, gestito da un cinese. Il ragazzino chiede al barista una birra piccola. Il gestore lo guarda, forse vorrebbe dirgli qualcosa sull'età. Sembra perplesso, ma dura lo spazio di tre secondi.

Anche qui Roberto l'ha fatta franca: il negoziante non gli ha chiesto i documenti e lui già è alla seconda birra in venti minuti. Gli squilla il telefonino: è il padre che vuole sapere dove sia. «Non ti preoccupare papà - risponde. Sono in Ticinese in compagnia degli amici, ho preso solo qualche birra. Ci sentiamo più tardi». Il viaggio tra i locali della movida non può prescindere dai Navigli. Alzaia Naviglio Pavese straborda di giovani che consumano alcolici. Può darsi che qui qualcuno si faccia degli scrupoli. Le multe fioccheranno nel fine settimana per chi vende alcol agli under 16 e bisognerebbe prepararsi a questa eventualità. Roberto entra in un bar dell'Alzaia e stavolta raddoppia: chiede una birra e un cocktail.

Il negoziante gli dà una pacca sulle spalle e dice: «Lo sai che non mi puoi chiedere le birre? Non te le potrei dare, secondo me hai meno di 16 anni. Comunque tieni, tanto nessuno ti chiederà i documenti. Ma stai attento, la prossima settimana potresti rischiare la multa». Anche lei rischia, interveniamo noi, perché ha dato la birra al ragazzo? «Sarei l'unico a fare problemi e perderei clienti - replica candidamente il barista - Con la scure delle multe tra qualche giorno ci adegueremo».

Gli addetti ai lavori: Le contravvenzioni fanno paura, difficile però ottenere la carta d'identità
«Nel fine settimana c'è una folla incredibile. Come si fa a chiedere l'età ai ragazzi che vogliono un alcolico? Finora l'ordinanza del sindaco è in una fase sperimentale, ma quando sarà operativa i gestori dei locali chiederanno i documenti. Le multe non piacciono a nessuno». Giovanni serve ai tavoli di un bar di Porta Ticinese. Davanti a lui è un viavai di giovani che consumano birre e cocktail di ogni tipo. Il suo principale non vuole rilasciare dichiarazioni. è scuro in volto. La nuova norma che impone ai baristi una fatica supplementare, cioè chiedere i documenti ai ragazzi per scongiurare multe salate, a molti pare un'eresia. «Se uno vuole, manda al bar l'amico sedicenne per bere in macchina o a casa - commenta il dipendente del bar. Che deve fare un povero barista, l'ufficiale di polizia? Sento parlare di sequestro cautelare delle bevande e multe a commercianti e genitori. Così si incentivano solo i ragazzi a trovare l'espediente e ingannare i baristi».

Ormai manca poco all'entrata in vigore delle sanzioni. Il primo agosto i provvedimenti concreti, quelli che incidono sulle tasche di locali e famiglie fino a 500 euro, dovrebbero partire nelle zone calde della movida: saranno sanzionati somministrazione, consumo e cessione di alcolici ai minori di 16 anni. Antonio, studente di 23 anni che frequenta la movida, ha le idee chiare: «Il problema vero non sono i locali che vendono birre e vino, ma i venditori ambulanti che girano per le zone calde. Spesso offrono birre a metà prezzo e a gradazioni alcoliche introvabili. Chi li fermerà questi soggetti che si mimetizzano tra i ragazzi?». La sensibilizzazione al provvedimento con ventimila volantini antialcol e i messaggi dei dj ancora non ha attecchito. Ma c'è pure chi esce fuori dal coro: «La campagna d'informazione per la nostra salute è sacrosanta - dice Luca, fresco sedicenne. Ho amici che si sballano e poi non reggono in motorino. Meglio prevenire».

Gerardo Fiorillo

Il Giorno


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