Ieri, in conferenza stampa virtuale, come oramai abitudine in tempi di coronavirus, sono stati presentati i dati economici 2019 del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. Gli interventi hanno dapprima delineato la fotografia del 2019 con i lusinghieri risultati conseguiti, per poi focalizzarsi sul primo bimestre 2020 sconvolto dalla catastrofe Covid- 19. Questo flagello oltre ad aver modificato le attuali abitudini di consumo, nell’immediato, lascia presagire mutazioni nel medio periodo. Sta all’abilità del top management del Consorzio commutare la minaccia in opportunità, incrementando mercati e valori del Prosecco Docg ancor prima dei volumi. Durante la videoconferenza sono intervenuti: Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg; Vasco Boatto, professore ordinario di Economia e Politica Agraria dell’Università di Padova e responsabile del Centro studi di distretto; Eugenio Pomarici, professore ordinario di Economia e Politica Agraria dell’Università di Padova e responsabile scientifico del Rapporto economico; Simonetta Melis, client service senior manager Iri Infoscan; Enzo Risso, direttore scientifico Swg.
La strada del Prosecco Conegliano Valdobbiadene
«Stiamo vivendo un momento storico senza precedenti che sta minacciando il mondo intero in tutti i settori produttivi - esordisce Innocente Nardi - Ma in questo scenario non facile siamo fieri di aver contribuito a consolidare nel corso degli anni passati la nostra denominazione, che oggi può affrontare questa crisi con le competenze e le esperienze che l’hanno portata lo scorso anno, proprio il 50° anniversario, a raggiungere i risultati economici migliori di sempre: 92 milioni di bottiglie vendute e un’ulteriore crescita a valore del 1,2%».
Nello specifico dei risultati economici 2019, si constata che, grazie alla vendemmia particolarmente generosa del 2018, le bottiglie prodotte e vendute nel 2019 hanno raggiunto i 92 milioni di unità, il maggior numero dalla nascita della denominazione nel 1969. E tutto ciò ad invarianza di superficie coltivabile. Il valore del prodotto, non solo ha tenuto, ma è aumentato del 1,2%. Questo conferma il progressivo riconoscimento da parte del mercato della qualità del prodotto offerto.
Si assiste alla crescita del mercato estero dove la domanda è in aumento. Lievemente si decrementa il mercato domestico in quanto i produttori stanno rivolgersi maggiormente al canale Horeca a discapito del retail.
Interessante il correlato business dell’enoturismo. Va diffondendosi un sistema di accoglienza su cui i singoli produttori stanno investendo sia in termini di strutture ricettive sia in termini di personale qualificato a ciò preposto. Analogo impegno lo si riscontra anche sul fronte della sostenibilità.
La spesa complessiva degli enoturisti è cresciuta di circa il 25% rispetto al 2018, ed è cresciuta anche la spesa pro visitatore che si attesta poco al di sotto dei 90 euro. Ulteriore incremento all’enoturismo verrà, a catastrofe finalmente alle spalle, dal riconoscimento Unesco, testimone dell’unicità delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. La bellezza e l’unicità di questo territorio sono custoditi con crescente orgoglio e impegno dei vitivinicoltori e dell’intera comunità.
Innocente Nardi
Le
prospettive future, al netto della pandemia Covid-19 sono buone. La denominazione per strutture produttive, competenze, relazioni commerciali e solidità complessiva del business potrà affrontare e superare la crisi di mercato che l’epidemia Covid-19 ha innescato a livello internazionale. La sinergia tra le attività produttive legate alla produzione di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore e il tessuto sociale della denominazione sarà di fondamentale supporto per affrontare il prossimo futuro. L’attenzione al territorio che si manifesta anche in termini di azioni di solidarietà è una delle espressioni della solidità sociale della denominazione.
Insomma, a guadagnarne sarà la qualità perché la domanda sarà più selettiva e i consumatori che sceglieranno Conegliano Valdobbiadene continueranno a farlo se il prodotto saprà appagarli. In questo scenario conquisteranno più spazio le selezioni come la tipologia Rive e il Cartizze e giocheranno un ruolo centrale i valori della denominazione come la sostenibilità e l’unicità del territorio.
Si tratterà, soprattutto sul mercato Usa, pensare a suggerire e spronare occasioni di consumo che vadano ben oltre il fuori pasto, che pur di per sé permarrà essere momento cruciale, per addivenire a sensibilizzazioni sulla bontà degli abbinamenti con le pietanze della loro variegata cucina.
Per informazioni:
www.prosecco.it