Dalla fine dell’800, quando la Sicilia cominciava a sollevarsi dai nefasti danni da fillossera, la famiglia Caruso vendeva uve da vigne poste nelle colline di Salemi (Tp), che alimentavano il vino Marsala.
Il baglio della cantina Caruso & Minini
Di generazione in generazione la svolta si ebbe alla fine del 900 quando Stefano Caruso si stanca di rendere felici gli altri e decide che è venuto il momento di dare un assetto più moderno alle vigne e di fare il vino in proprio.
I vigneti di Caruso & Minini
Da agronomo viticoltore le uve sa coltivarle bene e per vendere in vino si allea con Mario Minini, imbottigliatore in quel di Brescia, che si occupa della commercializzazione. Nascono così nel 2004 le prime etichette Caruso & Minini.
Caruso & Minini: vini dal cuore delle colline di Salemi
Oggi i vigneti sono 120 ha, sempre in agro di Salemi, nell’interno quasi montuoso della provincia di Trapani, coltivati tutti in biologico. Stefano è responsabile della produzione e dirige l’attività, lo affiancano i figli Giovanna che si occupa di commerciale, Rosanna di gestione, Andrea di marketing.
La famiglia Caruso: Andrea, Rosanna, Stefano e Giovanna
Negli anni, per aumentare la qualità si è diminuita la produzione, le bottiglie così si sono ridotte ad 800 mila all’anno che per oltre il 70% vanno all’estero spesso chiuse con il richiesto tappo a vite. Redditizie le 6.000 visite annue in cantina con degustazioni.
I vitigni: Nero d’Avola, Grillo, Catarratto, Syrah, Perricone, Frappato nell’ordine con una selezione ed una zonazione sperimentata in collaborazione con l’Università di Palermo che ha compreso anche l’utilizzo di lieviti indigeni. Oltre ai Caruso, dei bravi tecnici contribuiscono al successo dell’azienda: Fernando Paternò agronomo, Giuseppe Ferranti enologo con la consulenza di Giuseppe Clementi.
Nella provincia di Trapani dove la maggioranza di vigne sono a quote molto basse, le viti di Caruso & Minini crescono fino ai 450 m favorendo la qualità complessiva implementata dalle escursioni termiche notturne. Delle molte etichette degustiamo il Cutaja 2018 Nero d’Avola Riserva Doc Sicilia e il Frappo Frappato rosè 2023 Terre Siciliane Igp.
Cutaja 2018 Nero d’Avola Riserva Doc Sicilia
Il nome Cutaja deriva dai “cuti”, termine siciliano che significa “sassi” in quanto ne è molto ricco il vigneto. Viti a spalliera bassa di 30 anni, selezione dei grappoli, 2 anni di affinamento in tonneau, un anno in acciaio, stabilizzazione tartarica a freddo per preservare i profumi, leggerissima filtrazione.
Cutaja 2018 Nero d’Avola Riserva Doc Sicilia
Nel calice colore rubino scuro, un naso complesso, ricco, fruttato anche in confettura, poco vegetale, speziato, balsamico, intenso, franco, un campione; al palato spicca l’armonia con tannini presenti e morbidi vibrante e intensa acidità, lunga fragranza; vino da apprezzare dove c’è carne, sono 6.700 bottiglie che trovate a 22€.
Frappo rosè 2023 Frappato Terre Siciliane Igp
Il Frappo è in purezza Frappato, un vitigno che dà vini freschi non eccessivamente strutturati, in cantina macerazione di 8 ore con temperatura di 4°; fermentazione che utilizza anche i lieviti naturali, non fa malolattica, affina 3 mesi in acciaio e sta molto in bottiglia.
Frappo rosè 2023 Frappato Terre Siciliane Igp
Nel calice il colore è un bel rosa buccia di cipolla; al naso arrivano i toni minerali che precedono i sentori floreali e quelli fruttati di lampone e melograno, inspirazione di classe, franca, equilibrata; in bocca si ripetono gli aromi nasali con una intensa ma armonica mineralità che sfocia in una salivante sapidità che accompagna leggeri tannini, un vino lungo dalla beva molto piacevole, corroborato dalla recente medaglia d’oro del Concours Mondial de Bruxelles. Sono 23.000 bottiglie al conveniente prezzo di 11€. Va con tutto, sarà il vino dell’estate.
Caruso & Minini
Via Salemi 3 - 91025 Marsala (Tp)
Tel 0923 982356