La seconda edizione del Rum Festival di Milano si è svolta a Milano all’Hotel Marriott di via Washington. A disposizione di novizi ed intenditori un ragguardevole campionario di etichette da tutto il mondo.
Queste hanno rappresentato il rum (ex-colonie britanniche), il ron (ex-colonie spagnole), e il rhum (ex-colonie francesi), e non mancano neanche i rum europei o asiatici, tutti riuniti in un'unica sala di oltre 800 mq. Gli adepti di questa nuova e gioiosa religione del bere, consapevole e di qualità, hanno anche avuto a disposizione sei masterclass per approfondire le dinamiche gustative di un prodotto che nell’ultimo decennio si è fatto strada nel cuore degli italiani.

È andata ampliandosi, infatti, la schiera di coloro che dal rum, sia di melassa sia di puro succo di canna, vogliono qualcosa in più e non si accontentano del sapore massificato, industriale. In altri termini, è sempre più apprezzato il rum di tipo “superpremium”, quello che al pubblico non si vende a meno di trenta euro.
Per andare sul sicuro, ho ceduto all’attrazione del selezionatore trevigiano “Rossi & Rossi”, titolare del marchio “Rum Nation”. Il mestiere del selezionatore è uno dei più affascinanti del mondo: si gira il pianeta alla ricerca dell’eccellenza che meglio avvolga le papille gustative, si acquista il barile di distillato e lo si fa affinare fino al momento giusto, magari miscelandolo con altri rum di pari importanza per ottenere quel sapore e quella fragranza che rappresenta l’obiettivo del momento. E poi si imbottiglia: a questo punto la parola passa al mercato. Di cui gli appassionati, quelli che frequentano le degustazioni, sono una fetta importante, perché poi le loro opinioni attraversano in mille modi, più o meno tecnologici, la folla dei potenziali acquirenti.

Dei cinque rum presentati in degustazione dal brand ambassador di Rum Nation, Maurizio Andriani, e dal sommelier Ais ed esperto di distillati Davide Staffa, mi sono rimasti in mente due campioni: uno è l’ Engenho Novo, un “agricolo” (distillato da succo vergine di canna da zucchero) prodotto e invecchiato 8 anni nell’isola portoghese di Madera, famosa per il vino liquoroso che vi si produce, non certo per la canna da zucchero: a Madera il rum è un prodotto di nicchia. L’isola è montagnosa, gran parte delle colture si estende sui terrazzamenti, bisogna tagliare le canne a mano… una storia di fatica e di testardaggine.
Da cui si ottiene un distillato avvolgente, vinoso all’inizio del sorso, grazie all’invecchiamento in botti ex madera, ma gradevolmente asciutto nel finale, dopo che ha espresso tutta la spinta aromatica di spezie e tabacco. Rifaccio idealmente la stessa traversata del selezionatore e vado dall’Atlantico dell’isola di Madera all’Indiano dell’isola della Réunion, ad est del Madagascar. Un posto umidissimo, dove i temporali si alternano ad un caldo tropicale, e gli esperti di Rum Nation hanno scovato questo Savanna 12 anni single cask, da fermentazione di melassa, invecchiato in botti ex cognac: un rum di grandissima personalità, corposo e complesso come pochi, tanto da riempire la bocca con una sapidità che non si dimentica facilmente.

«Il
Milano Rum Festival è un altro passo avanti - racconta
Maurizio Andriani - si tratta di rendere giustizia a questo distillato, che in troppi considerano il fratello sfigato del whisky, protagonista da secoli del bere da meditazione. Man mano che i produttori diventano più esperti nel selezionare le materie prime e nell’affinare i procedimenti di estrazione, si sente l’esigenza di regolamentare l’intero processo, dalla coltivazione fino all’imbottigliamento finale: ed ecco che si redigono i disciplinari di produzione, su base volontaria o statale, anche perché il consumatore vuole precise garanzie ed informazioni quando gli chiedono ottanta euro a bottiglia, cosa abbastanza facile all’interno della categoria “superpremium”».
Un mercato in rapida evoluzione, quindi, che il Milano Rum Festival ha cercato di mettere in vetrina a partire dalle aree geografiche più tradizionali, come Trinidad, Giamaica, Martinica e Caraibi in genere, senza però trascurare le aree meno conosciute al grande pubblico, come Madera, Réunion e Filippine. Affinché i viaggiatori del gusto possano godersi i loro momenti di rapimento esotico comodamente seduti in poltrona a casa loro, o parcheggiandosi davanti agli stand del piano terra dell’Hotel Marriot, con un bicchierino di rum da melassa o da succo vergine di canna in mano.
Per informazioni:
www.rumfestival.it