Proseguono, in questo periodo in cui i contatti sociali rivivono grazie alla tecnologia, le conversazioni-chat del nostro Vincenzo D'Antonio (V.), che nella mattinata di giovedì 2 aprile si è virtualmente spostato nella capitale, poco distante da Porta Pia e da Via XX Settembre - con toponomastica volta a celebrare le gloriose battaglie delle guerre d’Indipendenza - precisamente in Via Goito, dove ha sede l’Enoteca Trimani. Poi ha svoltato l’angolo per trovarsi in Via Cernaia, dove ha sede il Trimani Wine Bar: patronne la bravissima Carla Trimani (C.).
Da sempre nel mondo del vino, corona la sua passione per la cucina ponendosi gagliardamente alla guida del Wine Bar. Cucina che nasce dalla spesa quotidiana al mercato. Costretta alla temporanea chiusura, volge lo sguardo all’imminente riapertura e immagina nuovo scenario.
Francesco e Carla Trimani
V Ciao, cara Carla. Sei a casa?
C Sì
V Come ti stai comportando in questo periodo con la tua clientela del wine bar?
Servi a domicilio?
C Abbiamo concentrato la nostra attività sulla
consegna a domicilio di vino.
V Immaginavo. E nell'ambito di queste consegne a domicilio, mediante quali canali ti pervengono le richieste?
C Principalmente tramite sito ma il negozio di via Goito è aperto, con orari adeguati alle regole, e qualche coraggioso che passa c'è.
V Via Goito! Quanti bei ricordi! Non che sia questo il momento per raccontarli, ci mancherebbe, però una cosa la dico: ci conosciamo, con te e con la tua famiglia, da quando in tasca avevamo le lire! È da te, per la precisione ad angolo in Via Cernaia, che io mi avvicinai al mondo del vino. Illustri divennero poi i docenti di allora (ma non faccio i nomi). Ecco, cosa è cambiato, in termini di avvicinamento al vino, in 30 anni?
C È vero altri tempi! Il mondo del vino e della ristorazione com'erano diversi.
V Appunto, quali le maggiori differenze che riscontri, cara Carla?
C Per prima cosa la produzione è molto cambiata. Negli anni ‘90 i produttori erano pochi rispetto ad oggi e la stampa di settore era appena una nicchia. Ora il vino è molto più importante non solo per i consumatori ma anche a livello economico. Clienti curiosi di scoprire e riscoprire ce ne sono molti. Il vino, caro Vincenzo, è il prodotto più nobile della terra (attraversa il tempo e lo spazio) e racchiude tradizioni e storie.
V Parole sagge, cara Carla, una sorta di incrocio tra immanente e trascendente! A proposito di wine economy, come oggi usa dire proprio ad intendere il business nel mondo del vino, qual è la tua opinione in merito all'
obbligata soppressione dell'edizione 2020 del Vinitaly?C Sono e siamo stati subito d'accordo, fin dall'inizio quando
Matilde Poggi, presidente Fivi, ha scritto all'Ente Fiera. Giugno non è stagione ma soprattutto la situazione attuale non è detto che sia risolta a livello mondiale e il vino italiano ha bisogno dei mercati esteri e quindi dei buyer che vengono da tutto il mondo.
V Tu, ad intendere anche i tuoi fratelli Paolo,
Francesco e Giovanni, come comprate vino? Direttamente dai produttori, immagino. È così?
C Sì, sempre! Con alcuni di loro siamo in contatto costante e seguiamo da vicino i loro passi. L'assortimento racchiude i grandi classici, ma c'è attenzione per piccoli e bravi vignaioli che nel bicchiere mettono passione e sapori molto interessanti. Nostro padre aveva un piccolo slogan: il meglio in bottiglia; una guida ben precisa che noi seguiamo. Ci prodighiamo per far girare le etichette sullo scaffale cercando di offrire al cliente un mix interessante e mai uguale.
V Ricordo proprio bene questo concetto di papà tuo. Ed a proposito di piccoli e bravi vignaioli, tra costoro ci siete anche voi! Mi aggiorni su questa vostra attività che magari è ancillare in termini di business corrente ma che però è fortemente nel vostro cuore?
C Un piccola azienda nel sud del Lazio, ad Anagni, che completa l'esperienza del vino: Colacicchi, il nome dell’azienda. Abbiamo ripreso la produzione di vini pensati negli anni '50 dello scorso secolo con uve cabernet, merlot e cesanese. Cesanese, come sai è vitigno rosso della zona. Sono poco meno di 5 ettari e ci appassiona moltissimo. Seguiamo tutte le fasi con grande interesse e anche presenza in loco: un'ora in auto da via Goito. Stiamo terminando le potature in questi giorni.
V Formidabile! Però, un momento, io ricordo bene che le ultime due volte che ho pranzato da te, il tuo vino che mi hai proposto e che a me è piaciuto tantissimo, era un bianco!
C È vero, è vero, Vincenzo! Da un piccolo vigneto della fine degli anni '60 e da una porzione della vigna più vecchia, ne sortiscono due bianchi fatti con uve della zona: Trebbiano, Passerina del Frusinate e Bellone. Il primo semplice ma gustoso, il secondo un concentrato che ci piace moltissimo.
V Carla, tu tra enoteca e wine bar costituisci un osservatorio prezioso per intercettare tempestivamente le dinamiche del sell-out dei vini. Mi dici molto in breve qual è la situazione? Intendo dire fino ad un attimo prima del Dpcm dell'8 marzo. Dai, diciamo così, fotografia al primo bimestre 2020.
C Molto brillante. Abbiamo avuto due mesi di bella vivacità al winebar. E poi, vedere tutto finito in quattro giorni è incredibile e ci mette tristezza. A febbraio abbiamo fatto eventi di ogni tipo con grande intensità. Pensa che avevo molte prenotazioni anche a marzo che è un mese bellissimo perché faccio il cambio di stagione in cucina. Anche al negozio di via Goito stessa situazione felice: nuovi vini, le prenotazioni delle nuove annate,
Benvenuto Brunello è stato pochi giorni prima del lockdown.
V Ben sapendo che è una questione di decreto, tuttavia, tu quando pensi che riaprirai il Trimani Wine Bar?
C Non credo prima di maggio, siamo nella terza fascia
l'ultima che riprenderà le attività. Lo scenario sarà credo diverso dalla chiusura.
V Sai bene, cara Carla, che ogni catastrofe, ed il coronavirus è una catastrofe, velocizza cambiamenti, sopprime vecchie consuetudini e sbriglia creatività per il ridisegno dei business. Alla riapertura del Wine Bar, pensi che saranno prevalenti modifiche in sala oppure in cucina?
C In entrambi i settori. Sto pensando e lavorando a modifiche e cambi sin da dal primo giorno di chiusura. Mi sembra di essere in un limbo; entrare e vedere tutto spento mi dà sensazioni che non tranquillizzano. In sala già da tempo lavoriamo sul servizio e sul miglioramento del racconto del vino. In cucina ho in mente dei piatti che valorizzino ancora meglio la nostra spesa.
V Mi stai prospettando uno scenario favoloso. Conto di essere tra i primi clienti alla riapertura, cara Carla. Oggi a pranzo mi cucino scialatielli con i totani. Nel calice Pinot Grigio Colle Ara Doc Terradeiforti 2019 by Albino Armani. Approvi questo abbinamento?
C Abbinamento di cuore: sapidità nel piatto e un grande vitigno interpretato alla grande. Caro Vincenzo. ti aspettiamo a braccia aperte!
V Allora, cara Carla, augurio vicendevole: a presto vederci a Via Cernaia!
C Caro Vincenzo, ti aspettiamo a braccia aperte. Questa dura prova non riuscirà a smorzare il nostro entusiasmo! A presto!