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Don Antonio e Bianco di Morgante Nero d’Avola top anche nei bianchi

Il primo è dedicato al capofamiglia e richiama subito alla Sicilia più profonda e originaria. Il secondo invece è prodotto con uve più giovani che vengono vendemmiate già a fine agosto.

21 novembre 2019 | 15:17

Don Antonio e Bianco di Morgante Nero d’Avola top anche nei bianchi

Il primo è dedicato al capofamiglia e richiama subito alla Sicilia più profonda e originaria. Il secondo invece è prodotto con uve più giovani che vengono vendemmiate già a fine agosto.

21 novembre 2019 | 15:17

I Morgante da generazioni possiedono una bella campagna a Grotte e comuni limitrofi, a nord est di Agrigento. Vi coltivano uve ed olive e nel passato, come in pratica tutte le aziende siciliane, vendevano vino sfuso e olio. I terreni sono di strutture diverse ora calcarei, ora sabbiosi e non manca l’argilla, tra le quote di 350 e 550 metri.

Carmelo Morgante (Don Antonio e Bianco di MorganteNero d’Avola top anche nei bianchi)

Carmelo Morgante

Nel 1992 realizzano la cantina e si cominciano a razionalizzare i vigneti che sono di solo Nero d’Avola, rinnovandoli e trasformandoli a spalliera, e si decide di imbottigliare. Prendono come consulente un giovane brillante enologo e la scelta non poteva essere migliore: Riccardo Cotarella che a ragione oggi siede nell’Olimpo dell’enologia mondiale. La prima vendemmia atta ad andare in bottiglia è il 1998 e vista la bontà delle uve si decide di creare subito un vino top, il vino destinato ad identificarsi con Morgante, non potendo ancora immaginare che addirittura si sarebbe identificato col Nero d’Avola e quindi con la Sicilia.

Nasce il Don Antonio, dal nome del capofamiglia, e anche il nome si rivela un successo: quel Don, grazie alla letteratura e alla cinematografia, fa pensare subito a Sicilia, specialmente a quella buona, a quella capace di primeggiare e distinguersi. Il Don Antonio è così buono, così emozionante, così possentemente equilibrato che vince premi, attira l’attenzione delle più importanti guide internazionali, Decanter, Wine Spectator, Wine Enthusiast e tutto il gota della letteratura enoica non fanno che lodarlo. Insomma Don Antonio ha rappresentato e rappresenta quanto di meglio il vitigno siciliano per antonomasia può esprimere. Oggi Antonio, ottantenne, continua a ispirare con la sua saggezza da agricoltore ricco di esperienza, mentre la conduzione pratica è dei figli Giovanni che si occupa della vigna e della cantina e Carmelo che oltre a dargli una mano fa da direttore commerciale e marketing.

I vigneti con le due etichette (Don Antonio e Bianco di MorganteNero d’Avola top anche nei bianchi)
I vigneti con le due etichette

I 50 ha di vigneti, come detto solo di Nero d’Avola, sono a quote da 350 a 500 m, terreni ora calcarei, ora sabbiosi e non manca l’argilla, ideali per l’uva rossa più rappresentativa dell’Isola. La conduzione è del tipo sostenibile, trattamenti minimi e quando sono strettamente necessari per far maturare sane le migliori uve. Dal Nero d’Avola quattro etichette, oltre al Don Antonio, il Nero d’Avola, il Bianco di Morgante, il Rosé di Morgante. A proposito del Bianco, questo non riporta il nome del vitigno ma solo “Bianco da uve rosse” visto che gli assurdi regolamenti vigenti non permettono la dizione Nero d’Avola o Grillo se non in una Doc e che il disciplinare della Doc Sicilia non contempla il bianco da Nero d’Avola. È come se una persona non possa scrivere il suo cognome se non è compreso in una lista ufficiale, che comunque non lo contempla! In totale circa 300mila bottiglie che per il 70% vanno all’estero (potenza delle guide americane e inglesi).

Degustiamo il Don Antonio 2016 Riserva Doc Sicilia, ultima annata in commercio, uva raccolta a mano e selezione dei grappoli, pressatura soffice, fermentazione in acciaio con lieviti selezionati e dopo i travasi affina per un anno in barrique nuove e per un altro anno in bottiglia dopo una leggera chiarifica e nessuna filtrazione.

Nel calice colore granato più che rubino, impenetrabile ma con vivaci bordi viola. Al naso è un denso paniere di sentori e sensazioni: frutta rossa fresca, in confettura e sotto spirito, liquirizia, tabacco, cacao, un pizzico di vegetale, finezza ed eleganza al massimo, complessità olfattiva e fascino che inducono a riaffondare il naso. Al palato entra morbido per poi fare esplodere tannini di velluto, una spalla equilibratamente acida, un corpo possente e contemporaneamente avvolgente, si ritrovano gli inebrianti sentori olfattivi che lo rendono ancora più piacevole, armonico ai massimi livelli, un retrogusto quasi infinito. Visto che col Don Antonio si raggiungono le vette più alte del Nero d’Avola destinatelo alle grandi occasioni o meglio godetevelo in salotto senza altre distrazioni organolettiche. Sono 30mila bottiglie che nel sito online trovate a 25 euro, un prezzo quasi irrisorio per la qualità del vino. Compratene più bottiglie, una la godete subito, per le altre fate passare qualche anno e scoprirete un vino ancora migliore.

Il Bianco di Morgante 2018 proviene da vigne più giovani vendemmiate già a fine agosto; pressatura soffice ed il mosto fiore, separato dalle bucce, fermenta ed affina in acciaio per 6 mesi e in bottiglia per uno e messo in commercio a marzo perchè già richiesto. Nel calice colore giallo paglierino intenso, all’olfatto tanta frutta: della passione, pesca, melone giallo, ananas, nespola, anche zagara, fiori di campo e un po’ di rosa, fine, franco, ti accorgi che non è un normale vino da uve bianche perchè più asciutto, più intenso. Al palato un’espressione perfettamente equilibrata di mineralità, sapidità, acidità, una struttura elevata ma non eccessiva con piacevole ritorno dei profumi olfattivi, molto lungo e tanto bevibile. Si abbina al pescato gustoso ed è capace di sorreggere anche formaggi salati. Sono 30mila bottiglie a € 9, anche qui prezzi che invogliano.

Per informazioni: www.morgantevini.it

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