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Premio Italia, intervista a Barbara Politi: «La passione è sovrana in cucina»

La decima edizione del Premio Italia ha celebrato le eccellenze italiane in vari settori, premiando Barbara Politi nella categoria Cucina e Gastronomia. La giornalista è stata riconosciuta per il suo impegno nella valorizzazione della cucina territoriale e la narrazione del cibo come espressione culturale

09 aprile 2025 | 12:54
Premio Italia intervista a Barbara Politi: «La passione è sovrana in cucina»
Premio Italia intervista a Barbara Politi: «La passione è sovrana in cucina»

Premio Italia, intervista a Barbara Politi: «La passione è sovrana in cucina»

La decima edizione del Premio Italia ha celebrato le eccellenze italiane in vari settori, premiando Barbara Politi nella categoria Cucina e Gastronomia. La giornalista è stata riconosciuta per il suo impegno nella valorizzazione della cucina territoriale e la narrazione del cibo come espressione culturale

09 aprile 2025 | 12:54
 

È uno dei momenti più significativi per la celebrazione delle eccellenze italiane in vari settori. Si è chiusa la decima edizione del Premio Italia con una cerimonia ufficiale che si è svolta nella suggestiva aula del Consiglio di Palazzo Valentini a Roma. Quest’anno, il Premio Italia ha voluto rendere omaggio a figure che, con impegno e visione, hanno lasciato un segno in ambiti chiave come innovazione, arte, ambiente, sport, imprenditorialità, cultura e - naturalmente - gastronomia. Protagonista dell’edizione 2025 è stata Barbara Politi, premiata nella categoria Cucina e Gastronomia per il suo costante lavoro di valorizzazione della cucina territoriale e la capacità di raccontare il cibo come espressione culturale, sociale e identitaria.

Premio Italia, intervista a Barbara Politi: «La passione è sovrana in cucina»

Barbara Politi è stata premiata nella categoria Cucina e Gastronomia

La sua narrazione, autentica e appassionata, ha contribuito a restituire dignità a tradizioni spesso dimenticate a piccoli produttori che rappresentano la vera anima del gusto italiano. A rendere ancora più significativa questa edizione, la partecipazione di numerosi ospiti internazionali e la conferma dell’anima itinerante del Premio: dopo Roma, infatti, il riconoscimento proseguirà il suo viaggio negli Istituti Italiani di Cultura e nelle sedi consolari in Spagna, Francia, Germania, Lussemburgo, Belgio, Svizzera e Inghilterra. Abbiamo incontrato Politi a margine della cerimonia di premiazione.

 Premio Italia 2025,  Barbara Politi: un punto di partenza

Barbara, dopo anni di gavetta, arriva questo ambito riconoscimento. Te l’aspettavi?
I premi non sono mai un punto d’arrivo. Sono, semmai, un punto di partenza: ti aiutano a migliorare, a immaginare nuovi e più grandi traguardi. Il Premio Italia, ideato da Giuseppe Palma, da dieci anni riconosce professionisti che, con cuore e impegno, ogni giorno, danno il loro contributo per valorizzare il nostro paese. E io sono tanto orgogliosa di essere stata considerata “meritevole” di un tale riconoscimento. La divulgazione gastronomica e della cucina italiana fanno parte della mia vita professionale e devo dire che, finalmente, siamo più consapevoli, come italiani, della nostra bellezza. Abbiamo iniziato ad amarci anche noi. Poterlo raccontare è stimolante. Ho vissuto una grande emozione, due anni fa, quando mi sono vista consegnare il “Premio Ischia di Giornalismo Internazionale”, sempre per la Gastronomia. Porto a casa questi premi con immensa gratitudine, ma poi torno a fare il mio lavoro: la comunicatrice, l’ambasciatrice passionale del made in Italy e delle sue ricchezze, con la penna, con la voce e con gli occhi.

Tanti giovani puntano su una cucina più seria e sostenibile. Come si fa a raccontare il cibo vero, senza cadere nei soliti schemi?
Partendo dalle origini, da ciò che di autentico ci ha contraddistinto per decenni, per secoli. Dalla nostra identità. La campagna, il mare, i prodotti veri, genuini. I sapori di un tempo, lavorati però con innovazione e tecnica, ed esaltati nelle loro più importanti qualità. C’è un ritorno al passato, fortemente voluto, anche da parte dei giovani. Il rischio di cadere nelle mode del momento c’è ed è reale, è sempre dietro l’angolo, ma è la passione la vera bussola, ed è sovrana in cucina.

Premio Italia, intervista a Barbara Politi: «La passione è sovrana in cucina»

La narrazione di Barbara Politi ha contribuito a restituire dignità a tradizioni spesso dimenticate a piccoli produttori

C'è una storia che ti è rimasta dentro, che per te fotografa il senso vero del tuo lavoro?
Sì. La storia di Lucia Barnaba, produttrice del Pomodorino di Manduria, in provincia di Taranto. Il Pomodorini è un presidio Slow Food. Questa giovane ragazza, che ho intervistato più volte nei miei programmi e per le mie pagine, aveva abbandonato la sua vita a Roma per tornare a casa e gestire la campagna di suo padre. Una laurea in Marketing, un bel lavoro in una agenzia di comunicazione, la vita nella Capitale. Cosa volere di più? Eppure, in quella precedente vita lei era infelice. Le mancava qualcosa. E quell’aspirazione di felicità l’ha riportata a casa, nella sua terra, la Puglia, trasformandola in una produttrice agricola. Un male terribile, purtroppo, l’ha portata via da quella amata terra, l’anno scorso, a soli 39 anni. Via dalla masseria, dai suoi pomodorini, che però oggi continuano a vivere grazie all’impegno di mamma Domenica e papà Antonio. Ecco, storie di questo tipo, mi segnano nel profondo, come professionista e come persona.

 Premio Italia 2025, Barbara Politi: raccontare e raccontarsi

C’è una regione, un prodotto o un piatto che, secondo te, meriterebbe più attenzione da parte del grande pubblico?
Credo sia stato fatto un lavoro importante in tutte regionalità. Dal sud al nord del paese. I presidi Slow Food, insieme ai Pat e alla normativa ministeriale, sono stati fondamentali per tutelare il patrimonio gastronomico italiano, nelle sue molteplici sfaccettature e differenze. Credo si debba lavorare coralmente, per esaltare al massimo ciò che già si conosce e per portare alla ribalta quanto ancora non è noto a livello planetario.

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Qual è la tua personale “comfort food” della memoria, quel piatto che ti restituisce subito un’emozione?
Posso essere sincera? La parmigiana di melanzane di mia madre. Mi riporta a casa, alla famiglia, alle mancanze che spesso sento per via dei ritmi del lavoro, ai ricordi di un tempo lontano, quelli in cui Barbara era solo una bambina, una sognatrice, ma già una grande osservatrice.

Dopo questo premio, a cosa ti dedicherai?
Continuerò a fare ciò che ho sempre fatto: lavorare sodo per portare a casa i risultati più importanti che mi sono prefissata. Non smettere mai di raccontare e di raccontarmi è il mio obiettivo più grande. Senza la comunicazione la mia vita non ha senso. Senza il mio pubblico, non mi sento motivata a dare il meglio di me. Io parlo sempre a qualcuno, cercando di traferire le cose più interessanti e curiose che raccolgo nella vita di tutti i giorni, per strada, tra la gente. Il mio posto è lì.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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