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Dagli incentivi agli influencer, le strategie per rilanciare Venezia

Albergatori e professionisti dell’ospitalità riuniti nella città lagunare per Venice Hotel Market. Si è parlato della ripartenza di una delle mete turistiche più famose al mondo. Il 70% degli alberghi ha riaperto, un altro 15% aprirà entro l’estate, mentre il restante 15% rimarrà chiuso. Tassi di occupazione al 15%.

di Giorgio Lazzari
 
18 luglio 2020 | 10:04

Dagli incentivi agli influencer, le strategie per rilanciare Venezia

Albergatori e professionisti dell’ospitalità riuniti nella città lagunare per Venice Hotel Market. Si è parlato della ripartenza di una delle mete turistiche più famose al mondo. Il 70% degli alberghi ha riaperto, un altro 15% aprirà entro l’estate, mentre il restante 15% rimarrà chiuso. Tassi di occupazione al 15%.

di Giorgio Lazzari
18 luglio 2020 | 10:04
 

L’Associazione veneziana albergatori (Ava) ha organizzato in un luogo simbolico come l’aeroporto Marco Polo di Venezia un’edizione speciale del Venice Hotel Market, con l’obiettivo di rilanciare il turismo in laguna. La giornata dedicata al mondo dell’ospitalità ha riunito tutti gli albergatori, ma anche ristoratori, baristi e professionisti dell’ospitalità veneziana, in un appuntamento che ha voluto rappresentare un segnale di ripartenza. Tanti i temi sul tavolo, dai bond per creare liquidità nei confronti degli albergatori alla regolamentazione degli ingressi tramite tornelli elettronici, per tratteggiare il futuro di una delle città più famose al mondo.

Venice Hotel Market 2020 - Dagli incentivi agli influencer, le strategie per rilanciare Venezia

Venice Hotel Market 2020

A fare il punto sul momento attuale ci ha pensato Claudio Scarpa, direttore Ava: «Il 70% degli alberghi ha riaperto, un altro 15% aprirà entro l’estate, mentre il restante 15% rimarrà chiuso. Si tratta di una scommessa, un atto di fede, perché di turisti in questo momento se ne vedono pochi. Oggi i tassi di occupazione sono al 15%, mentre in autunno dovremmo salire al 40%, una percentuale comunque insufficiente a reggere i costi aziendali. Gli alberghi stanno tenendo aperto per un dovere civico, perché la città deve ripartire e riposizionarsi come un attrattore turistico sui mercati internazionali, così come stanno facendo i musei e i ristoranti».



Un calo di arrivi che ha coinvolto anche il quarto aeroporto più attivo in Italia. «Come primo sistema aeroportuale del Nordest, nel 2019 abbiamo gestito 18 milioni di passeggeri (60% turismo, 40% business), dando lavoro a 24mila persone calcolando tutto l’indotto», ha affermato Monica Scarpa, ad di Save, società di gestione dell’aeroporto Marco Polo di Venezia. «Oggi abbiamo in cassa integrazione il 90% dei nostri dipendenti diretti e tutto il settore ne risente in maniera importante. Credo sia arrivato il momento di cambiare, in modo da lavorare in maniera integrata con il territorio e unire le forze, per andare nella direzione di risollevarci, anche perché uno shock necessita di intravvedere dei modelli evolutivi di business. Siamo contenti di questi primi mesi perché gli indici di riempimento sono buoni e anche le prenotazioni spalmate su un periodo ancora più lungo, calcolando il 2021, sono di nuovo molto alte. E aggiungo che anche in passato l’aeroporto di Venezia ha dimostrato la capacità di recuperare più velocemente di altri».

Monica Scarpa - Dagli incentivi agli influencer, le strategie per rilanciare Venezia
Monica Scarpa

Imprese e addetti ai lavori hanno affrontato anche altre tematiche delicate per il settore della ricettività, come la disintermediazione. «Abbiamo organizzato un punto di ritrovo e di slancio verso un futuro e un nuovo tipo di turismo», è la visione di Stefania Stea, vicepresidente Ava. «Abbiamo presentato aziende leader della disintermediazione proprio perché Venezia vuole finalmente riuscire in qualche modo a fare un primo passo per svincolarsi dalle Ota e dai colossi che portano i nostri soldi all’estero, come Expedia e Booking, mettendo spesso in difficoltà le nostre aziende veneziane con le loro rigide politiche nel periodo del coronavirus, impedendoci di dialogare con i nostri clienti e decidendo senza consultarci. Chiedo il supporto del Comune di Venezia perché il turismo di massa non porta grande qualità, di conseguenza dobbiamo puntare alle nostre eccellenze culturali e al nostro territorio, alle nostre bellissime spiagge e isole. La dimostrazione è che oggi si arriva per assaporare Venezia in maniera diversa e non per sgomitare tra i canali e piazza San Marco».

Stefania Stea, Luigi Brugnaro, Claudio Scarpa - Dagli incentivi agli influencer, le strategie per rilanciare Venezia
Stefania Stea, Luigi Brugnaro, Claudio Scarpa

Nel pomeriggio, insieme ad Alessandro Burgarella, presidente Ada (Associazione direttori d’albergo) Veneto e Friuli Venezia Giulia, sono stati proposti una serie di appuntamenti dedicati alla disintermediazione e agli strumenti offerti da Google per le prenotazioni online. Ospiti del secondo appuntamento del Venice Hotel Market 2020, organizzato dall’Associazione veneziana albergatori, il sottosegretario di Stato al ministero dell’Economia e finanza, Pier Paolo Baretta, e Giuseppe Mongiello, consulente Ava dello studio Tonucci & Partners. Mongiello ha presentato al sottosegretario Baretta e al pubblico il progetto “Futures for Venice”, un’importante proposta operativa elaborata con Ava e la tesoriera dell’associazione, Lorenza Lain: «L’ipotesi, rivolta ai soci dell’Associazione veneziana albergatori - ha spiegato Mongiello - è di costituire una società veicolo, alla quale potrebbe essere interessata anche la Cassa depositi e prestiti, che emetterà dei bond da 150 a 300 milioni di euro. Attraverso queste emissioni, la società raccoglierebbe fondi con i quali acquistare camere/notti dagli albergatori, idealmente il 10-15% delle stanze, con una scontistica classica per questo tipo di contratti. Queste camere/notti verrebbero poi poste sul mercato attraverso tour operator selezionati e rivendute per le stagioni 2021, 2022 e 2023. Si tratta di una proposta che nasce dalla consapevolezza che, essendo Venezia una delle città più amate al mondo, sia possibile promuovere l’iniziativa a livello globale, mettendo in moto un meccanismo di acquisto di vacanze da parte di turisti americani, russi, inglesi e cinesi di fascia alta. Si andrebbe così a remunerare questo bond in modo molto conveniente per l’investitore, e ciò porterà l’interesse anche degli hedge funds stranieri per l’iniziativa. Un sistema che tra l’altro offrirebbe grandi vantaggi alla categoria e permetterebbe agli albergatori di ottenere liquidità immediata, con la cessione di stanze che oggi si fanno fatica a vendere».

Pier Paolo Baretta, Giuseppe Mongiello - Dagli incentivi agli influencer, le strategie per rilanciare Venezia
Pier Paolo Baretta, Giuseppe Mongiello

In pratica un’operazione totalmente gratuita per lo Stato, il quale può limitarsi a garantire la bontà dell’operazione e appunto mettere a diposizione il veicolo societario tramite Cdp. Con questo meccanismo viene già utilizzato nei rapporti b2b da alcuni tour operator su cifre più piccole. «L’obiettivo - ha concluso Mongiello - è diffondere questa idea a livello internazionale, partendo dal concetto che a Venezia il turismo è la linfa vitale, e a maggior ragione gli alberghi sono la vena attraverso cui passa questa linfa. Perché in questa situazione, il governo può erogare tutte le somme che vuole ma prima o poi bisogna trovare una soluzione strutturale al problema del rilancio del turismo. Se i turisti non vengono non possiamo continuare a ricevere fondi dallo Stato». La proposta è stata ascoltata con molta attenzione dal sottosegretario Baretta, diventato di fatto l’interlocutore di Ava per questa operazione.

«Si tratta di un’azione innovativa - ha concluso il direttore Ava, Claudio Scarpa - che permetterebbe di dare liquidità alle imprese senza gravare sui bilanci, per aiutarci a sopravvivere fino alla primavera 2021, sperando che il prossimo anno il coronavirus diventi solo un brutto ricordo».

Per il sottosegretario Baretta «il Governo continuerà a sostenere le imprese, che non devono aspettare il 2021. Do atto agli albergatori veneziani di aver affrontato questa emergenza con coraggio e forza. Perché non dobbiamo perdere il 2020? Perché non è finito, avremo una seconda parte dell’anno difficile ma forse con qualche risposta in termini di movimenti del mercato. Certo, se prendiamo il mese di aprile come termine di riferimento è drammatico: è stata utilizzata la stessa cassa integrazione di tutto il 2009 che era già un anno complicato. Ma aver tarato tutto il 2020 sul mese di aprile è un errore. Quali sono i provvedimenti che dovremo provare a immaginare? Innanzitutto continuare il sistema degli ammortizzatori. Poi ci servono sistemi che portino avanti il fondo perduto, anche a sostegno di politiche di investimento. Non solo gli alberghi ma molte strutture potrebbero aver bisogno di forme di ammodernamento, nella gestione delle stanze e nella modalità in ci si offre ospitalità». L’idea consiste nel cercare di sfruttare anche le opportunità che la tecnologia ci offre, per esempio attraverso la creazione di un sistema di prenotazione che intercetti i turisti giornalieri. Con un occhio ai finanziamenti che arriveranno all’Europa (170 miliardi per l’Italia di cui 80 a fondo perduto).

Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, ha richiamato l’attenzione sul governo, che «deve fare grandi opere e Venezia è una grande opera. Non è colpa di nessuno ma adesso ci diano i 150 milioni e finanzino la Legge speciale, altrimenti non ce la facciamo. Li abbiamo pressati per il Mose e ci hanno impiegato 50 anni. Venezia e porto Marghera hanno bisogno di aiuti. Stiamo lavorando ad una linea di navi da crociera solo italiana e puntiamo ad una città sicura proiettata al domani. L’idea consiste nel mettere tornelli automatici alle entrate della città, utilizzabili con cellulari e chiavette. Una cosa è certa: dopo il disastro dell’acqua alta e i forti danni subiti, ci rialzeremo anche questa volta».

Esigenze e progettualità riprese dall’assessore Simone Venturini. «In questa situazione difficile post lockdown ci sono tre punti cardine su cui lavorare. Il primo ruota attorno alla necessità, finora disattesa, che lo Stato e il governo riconoscano la centralità del settore turismo in Italia e lo affrontino assegnandogli la dignità che merita. Non ci troviamo di fronte a una costola di altri ministeri, come la Cultura. Il turismo è turismo, e merita i necessari sostegni per superare questa fase di difficoltà. Ciò significa soprattutto ammortizzatori sociali per garantire la liquidità aziendale per non licenziare i lavoratori, con il prolungamento di almeno altri 18 mesi della cassa integrazione. Ciò - ha continuato l’assessore - deve andare di pari passo con una concezione più estesa della filiera turistica, che a Venezia è molto vasta e comprende per esempio il trasportatore di bagagli al porto come quello di merci da e per gli alberghi, per arrivare fino a tutte quelle figure professionali che, pur rientrando a pieno titolo nel settore, non sono riconosciute come tali per il riconoscimento di previdenze e crediti».

Infine il ragionamento si è concentrato sulla necessità di poteri speciali per le città turistiche, che più delle altre stanno soffrendo le conseguenze delle restrizioni per il contrasto del Coronavirus: «Tutti abbiamo capito - ha puntualizzato Venturini - che non possiamo pensare di fare la guerra all’aeroporto o al porto, che invece rappresentano due asset d’accesso dei turisti importantissimi per la competitività di un territorio. Dobbiamo lavorare insieme affinché si parta non come prima, ma meglio di prima, ma per farlo servono poteri che oggi le città turistiche non hanno. Tra le nostre richieste inviate a Roma c’è anche il conferimento di una specificità alle città d’arte o, almeno, a Venezia, in particolare per la gestione di alcuni fenomeni come le locazioni turistiche brevi o le dinamiche commerciali che trasformano le botteghe cittadine in negozi turistici. Su questo - ha concluso - i Comuni non hanno alcuna possibilità di intervenire, gestire o limitare alcunché».

Simone Venturini, Federico Caner - Dagli incentivi agli influencer, le strategie per rilanciare Venezia
Simone Venturini, Federico Caner

Tra le presenze istituzionali anche l’assessore al turismo della regione Veneto, Federico Caner: «Conta molto la comunicazione, perché l’ottimismo c’è e vediamo miglioramenti su luglio e agosto, ma basta una notizia sul virus e le prenotazioni saltano di nuovo. Nel nostro piccolo stiamo cercando di intervenire, compatibilmente con le risorse che abbiamo a disposizione. Lo abbiamo fatto con un piano di promozione importante e ora andiamo avanti con un piano di promozione di 2,3 milioni di euro, di cui 350mila sono dedicati a uno strumento innovativo che è quello dei social e degli influencer: alcuni verranno qui gratuitamente, i più noti riceveranno un compenso per la loro attività di promozione. Noi possiamo portarli, ma il territorio deve far vivere esperienze particolari, non solo un soggiorno. Abbiamo poi studiato un importante intervento per il personale degli operatori turistici e in particolare il mondo alberghiero che sarà quello che potrà beneficiarne di più».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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